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Reddito di cittadinanza

Uno degli argomenti più discussi e divisivi della politica italiana degli ultimi anni è stato il Reddito di cittadinanza (Rdc), una misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà introdotta dal primo governo guidato da Giuseppe Conte, su spinta del Movimento 5 stelle.

A fine 2022 più di tre milioni di persone in Italia percepiscono il Reddito di cittadinanza, ma nel corso del 2023 circa 404 mila nuclei familiari rischiano di perdere il reddito di cittadinanza dopo il mese di agosto 2023. Con la legge di Bilancio per il 2023, il governo Meloni ha infatti deciso di abolire progressivamente la misura. Alla base di questa scelta di sono diverse motivazioni, principalmente gli alti costi annuali del Reddito di cittadinanza (circa 8 miliardi di euro l’anno) e gli scarsi risultati del provvedimento in termini di inserimento nel mondo del lavoro per i percettori. Ma non solo. 

Una delle critiche più diffuse nei confronti del Rdc è quella relativa alle truffe da parte di persone che non possiedono i requisiti per accedere al sussidio ma lo percepiscono ugualmente. Secondo diversi politici contrari al Reddito di cittadinanza, principalmente provenienti dal centrodestra e da Azione-Italia viva, i “furbetti del reddito” sarebbero migliaia e costerebbero allo Stato moltissimi soldi. In realtà questi dati vanno contestualizzati: tra il 2021 e il 2022 la Guardia di finanza ha scoperto illeciti relativi al reddito di cittadinanza per un valore pari a 288 milioni di euro e denunciato oltre 29 mila persone. Rapportati al totale dei fondi utilizzati per il reddito e alle persone che ne usufruiscono, la percentuale di “furbetti” corrisponde a circa l’1,5 per cento del totale.
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