Ora i nomi dei nuovi ministeri sono ufficiali

Dalla transizione ecologica all’istruzione, il governo Meloni ha ufficialmente modificato le denominazioni e le competenze di alcuni ministeri
ANSA
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Il 4 novembre il Consiglio dei ministri, guidato da Giorgia Meloni, ha approvato un decreto-legge che, tra le altre cose, ha cambiato le competenze e il nome di alcuni ministeri, che hanno assunto ufficialmente il nome con cui erano stati presentati lo scorso 21 ottobre.

Il Ministero dello Sviluppo economico, guidato da Adolfo Urso (Fratelli d’Italia), è diventato il Ministero delle Imprese e del made in Italy e ha acquisito competenze in materia di «promozione e valorizzazione del made in Italy in Italia e nel mondo». Il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, assegnato a Francesco Lollobrigida (Fratelli d’Italia), ora si chiama ufficialmente Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e forestale e si occuperà della «tutela della sovranità alimentare» nel nostro Paese. 

Il Ministero della Transizione ecologica, che ha a capo Gilberto Pichetto Fratin (Forza Italia), è stato ridenominato Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, mentre il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile, di cui è titolare il segretario della Lega Matteo Salvini, ha perso il riferimento alla sostenibilità ed è diventato Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Infine, il Ministero dell’Istruzione, guidato da Giuseppe Valditara (Lega), è stato ridenominato Ministero dell’Istruzione e del merito ed avrà funzioni relative alla «valorizzazione del merito».

Le altre novità

Il testo completo del decreto-legge non è ancora stato pubblicato in Gazzetta ufficiale, ma le novità introdotte sono state comunque annunciate da Meloni nella conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri.

Tra queste, una delle più importanti riguarda la nomina del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano come Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, un ruolo che ha competenze in materia di servizi segreti e cybersicurezza. Per fare ciò, l’esecutivo ha modificato una legge che prevedeva il divieto di attribuzione di questo ruolo a chi già ricopre un altro incarico di governo. 

Un’altra novità riguarda la delega per la gestione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e quella dei Fondi di sviluppo e coesione, che secondo fonti stampa passeranno dal Ministero dell’Economia e delle finanze a quello degli Affari europei, guidato da Raffaele Fitto (Fratelli d’Italia). In altre parole, questo significa che il controllo dei 222 miliardi del Pnrr e della vigilanza sulle spese dei ministeri non sarebbe più di competenza esclusiva del Mef, di cui è titolare il leghista Giancarlo Giorgetti, ma sarebbe gestito da Fitto, considerato uno dei politici più vicini alla stessa Meloni.

Infine, il decreto ha istituito anche due nuovi comitati interministeriali, come annunciato in conferenza stampa dal sottosegretario Mantovano. Il primo è il Comitato interministeriale per la tutela del made in Italy nel mondo (Cimim), che sarà presieduto, secondo fonti stampa, da Urso e dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. L’organo punta «alla promozione del made in Italy e al rafforzamento della presenza delle imprese italiane nei mercati esteri». 

Il secondo è il Comitato interministeriale per le politiche del mare (Cipom), che «coordinerà le strategie di sviluppo» in ambito marittimo e che, secondo fonti stampa, potrebbe essere guidata dalla stessa Presidenza del Consiglio. Nello specifico, però, non è chiaro al momento quali saranno le competenze di questo secondo comitato, soprattutto alla luce dell’esistenza del Ministero del Sud e del mare, voluto proprio da Meloni e guidato dall’ex presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci (FdI).

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