Il 1° luglio il deputato di Italia Viva Mattia Mor ha criticato su Facebook la decisione dell’Unione europea di escludere i voli provenienti da Stati Uniti e Russia da quelli che, proprio a partire dal 1° luglio, possono tornare ad atterrare nell’Ue.

Secondo Mor, che cita stime della Banca d’Italia, per colpa di questa decisione «il turismo italiano perderebbe 5,5 miliardi» di euro, mentre l’anno scorso i turisti statunitensi che hanno visitato l’Italia sono stati «4,4 milioni».

Andiamo a vedere che cosa ha deciso l’Ue e se i numeri citati da Mor sono corretti oppure no.

Le restrizioni sui viaggi verso l’Ue

Il 30 giugno il Consiglio dell’Ue ha pubblicato un documento di raccomandazioni sulla revoca delle restrizioni dei viaggi non essenziali verso l’Ue. Questo testo, come suggerisce il nome, è teoricamente non vincolante per i Paesi dell’Ue.

Le restrizioni erano iniziate il 17 marzo, quando a causa della diffusione della Covid-19 i Paesi dell’Ue avevano deciso di attuare una restrizione temporanea dei viaggi non essenziali dai Paesi terzi verso il continente. Le restrizioni interessavano una zona della Ue “allargata”, che comprendeva sia quei Paesi che fanno parte dell’Area Schengen, ma che sono fuori dall’Ue – ossia Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera – sia quei Paesi che fanno parte dell’Ue ma non hanno sottoscritto la partecipazione all’Area Schengen, come Bulgaria, Cipro, Croazia e Romania.

Negli ultimi mesi gli unici viaggiatori ammessi in Ue, oltre naturalmente ai cittadini dei vari Paesi membri dell’unione, erano specifiche categorie considerate “essenziali”, come gli operatori sanitari. Con le raccomandazioni più recenti, ora possono tornare a essere ammessi anche i turisti. Inizialmente le restrizioni introdotte a marzo dal Consiglio dell’Ue dovevano durare un mese, ma sono state poi prolungate fino al 15 giugno e successivamente fino al 30 giugno.

Quali sono stati i parametri utilizzati a fine giugno dal Consiglio dell’Ue per stabilire verso chi revocare queste restrizioni? E quanto sono vincolanti?

Quali Paesi possono visitare l’Ue dal 1° luglio e perché

Il Consiglio dell’Ue ha stilato una lista di criteri da rispettare, riguardo «la situazione epidemiologica e le misure di contenimento», per stabilire a quali Paesi terzi vanno revocate le restrizioni e a quali no.

Per esempio, il numero di nuovi casi di Covid-19 per ogni 100.000 abitanti nei 14 giorni precedenti deve essere prossimo o inferiore alla media dell’Ue, con un andamento stabile o in diminuzione dei nuovi casi nel medesimo periodo rispetto ai 14 giorni precedenti.

Sulla base di questi parametri il Consiglio dell’Ue ha stilato una prima lista di Paesi verso i quali sono state revocate, in misura graduale, le restrizioni per i viaggi non essenziali. Comprende 15 Paesi: Algeria, Australia, Canada, Corea del Sud, Georgia, Giappone, Marocco, Montenegro, Nuova Zelanda, Ruanda, Serbia, Thailandia, Tunisia, Uruguay e Cina.

Non compaiono dunque né gli Stati Uniti né la Russia, come ha correttamente indicato Mor. Il Consiglio dell’Ue ha stabilito di aggiornare ogni due settimane l’elenco dei Paesi con cui si raccomanda di riavviare i voli aerei.

Secondo i dati del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), aggiornati al 3 luglio, sia gli Stati Uniti che la Russia hanno una media di nuovi contagi ogni 100.000 abitanti superiore a tutti i Paesi dell’Ue. Tutti i 15 Paesi presenti nella lista del Consiglio dell’Ue hanno dati simili a quelli dei Paesi europei.

L’Italia può decidere di accogliere chi vuole?

Per via dell’Area Schengen e della mancanza di frontiere all’interno dei Paesi che ne fanno parte, il Consiglio dell’Ue ha raccomandato agli Stati membri di «avviare la revoca della restrizione temporanea dei viaggi non essenziali verso l’Ue in modo coordinato».

Come si vede nel sito Re-Open Ue – un progetto dell’Ue per monitorare le riaperture dei confini dei vari Stati membri – finora molti Paesi Ue non hanno ancora aperto i confini ai Paesi verso cui erano in vigore le restrizioni. Tra questi ci sono l’Italia, la Francia e la Spagna. Altri invece, come la Germania, hanno già aperto i confini ai Paesi presenti nella lista del 30 giugno del Consiglio dell’Ue. Nessun Paese Ue ha invece aperto i confini ai cittadini di Paesi che non sono presenti nella lista del Consiglio dell’Ue.

Quindi Mor, quando sostiene che l’Italia potrebbe procedere ad accogliere turisti provenienti da Stati Uniti e Russia, indica una scelta che il nostro Paese potrebbe effettivamente fare, ma in netta controtendenza rispetto alla maggioranza degli altri Paesi Ue.

I dati sul turismo internazionale in Italia

Veniamo adesso alla parte sui dati citati dal deputato di Italia Viva, che come abbiamo anticipato fa riferimento a «stime» della Banca d’Italia.

Nello studio “Indagine sul turismo internazionale”, pubblicato il 5 giugno, sono analizzati i dati sul turismo internazionale in Italia nel 2019 e viene offerta una prima stima degli effetti della Covid-19 sul turismo italiano nel 2020.

Secondo Banca d’Italia, nel 2019 i turisti stranieri arrivati in Italia sono stati 96,2 milioni, di cui pernottanti circa 65 milioni, con un aumento di 3 milioni rispetto ai 62 milioni di pernottanti del 2018.

Nello specifico, lo scorso anno i turisti statunitensi che hanno visitato l’Italia sono stati 4,4 milioni, esattamente la cifra riportata da Mor, di cui pernottanti 3,9 milioni.

Riguardo la spesa dei turisti stranieri, i turisti statunitensi in Italia nel 2019 hanno speso 5,5 miliardi di euro, con un aumento del 10 per cento rispetto al 2018. Soltanto i turisti tedeschi hanno speso di più nel 2019, con 7,6 miliardi di euro.

Lo studio non riporta i dati sui turisti provenienti dalla Russia. Quindi Mor, quando parla dei 5,5 miliardi che l’Italia perderebbe, riporta un dato parziale, relativo solo ai turisti statunitensi.

Infine, considerando che a gennaio e febbraio i turisti statunitensi, così come quelli russi, potevano venire a visitare l’Italia, è impreciso parlare di 5,5 miliardi “persi” – che fanno riferimento a un intero anno di turismo – senza contare inoltre la possibilità che nei prossimi mesi, contagi permettendo, vengano riammessi i voli anche da Stati Uniti e Russia, andando così a recuperare una parte degli introiti persi.

Il verdetto

Secondo Mattia Mor, la scelta dell’Ue di escludere dalla riapertura dei confini europei i voli provenienti da Stati Uniti e Russia porterà a una perdita di 5,5 miliardi di euro, aggiungendo che 4,4 milioni di statunitensi hanno visitato l’Italia nel 2019.

Abbiamo verificato e il deputato di Italia Viva ha quasi ragione.

In un documento del 30 giugno, il Consiglio dell’Ue ha suggerito – sulla base di una serie di parametri – una lista di 15 Paesi al di fuori dell’Ue e dell’Area Schengen i cui voli saranno gradualmente riammessi in Europa. Al momento sia gli Stati Uniti che la Russia non sono presenti in questa lista.

In teoria, l’Italia potrebbe aprire i confini a tutti i turisti, dal momento che la raccomandazione dell’Ue non è vincolante, ma così facendo potrebbe mettere a rischio anche gli altri Paesi Ue, vista la mancanza di frontiere all’interno dell’Area Schengen. Ad oggi nessun Paese europeo ha aperto i confini anche a Paesi esclusi dalla lista del Consiglio dell’Ue.

Secondo i dati della Banca d’Italia, è vero che nel 2019 4,4 milioni di turisti statunitensi hanno visitato l’Italia, spendendo circa 5,5 miliardi di euro. I dati della Russia non sono presenti. In conclusione, “C’eri quasi” per il deputato di Italia Viva.