Luigi Marattin ha recentemente commentato le stime di crescita del Prodotto interno lordo per il 2019 riportate dall’Unione europea.



Secondo il deputato, capogruppo del Pd alla Commissione bilancio della Camera, rispetto a tre mesi fa le stime hanno visto un generale calo: 31,5 per cento per l’area euro, 39 per cento per la Germania, 19 per cento per la Francia e 4,5 per cento per la Spagna. Il nostro Paese vedrebbe una decrescita, per il 2019, dell’83 per cento che, oltre ad avvicinarlo a una stima di crescita pari a zero, lo allontanerebbe dai restanti Paesi europei.



Le informazioni riportate sono corrette? Abbiamo verificato.



Il contesto europeo



La Commissione europea pubblica periodicamente i European Economy Institutional Papers, relazioni che analizzano la realtà economica negli Stati membri. I documenti sono redatti dal personale della Direzione generale per gli affari economici e finanziari (Dg Ecfin) e da esperti che collaborano con essa.



Per verificare la revisione a cui fa riferimento Marattin, confrontiamo il documento sulle stime di crescita economica pubblicato a ottobre dello scorso anno (le cosiddette previsioni d’autunno, Autumn 2018 forecast) con quello condiviso a inizio febbraio 2019 (le previsioni d’inverno, Winter 2019 forecast).



Luigi Marattin sottolinea come l’Unione europea abbia ridotto le stime di crescita del Pil «dappertutto».



In realtà ci sono tre casi in cui le stime relative al Prodotto interno lordo per il 2019 non hanno visto un calo rispetto a quanto ipotizzato a fine 2018. Per Malta, ad esempio, la stima del Pil è passata dal 4,9 per cento al 5,2 per cento, registrando quindi un incremento di 0,3 punti percentuali. Situazione simile anche per la Grecia le cui stime sono passate dal 2 per cento al 2,2 per cento. Altro caso di crescita è quello che riguarda il Regno Unito che ha visto, nonostante la delicata situazione politica legata alla Brexit, un aumento della stima del proprio Pil per il 2019 di un decimo di punto percentuale, passando dall’1,2 per cento all’1,3 per cento.



Per altri quattro Stati membri, la stima non è stata rivista, mantenendo lo stesso valore ipotizzato a fine 2018: si tratta della Slovacchia (4,1 per cento), della Repubblica Ceca (2,9 per cento), dell’Ungheria (3,4 per cento) e della Romania (3,8 per cento).



L’esponente del Partito democratico ha anche dichiarato che, nell’eurozona, le stime di crescita del Prodotto interno lordo si sono ridotte del 31,5 per cento.



Guardiamo ai dati.






Tab. 1: Previsioni invernali Pil eurozona – Fonte: Commissione europea



La tabella evidenzia come, al 1° febbraio 2019 e all’interno dell’area euro cui fa riferimento Luigi Marattin, sia stimata una crescita, per il 2019, pari all’1,3 per cento. Questo valore è in calo rispetto all’1,9 per cento stimato nell’autunno 2018. Si tratta, in effetti, di una variazione di 0,6 punti percentuali, pari a circa il 31,5 per cento, come dice Marattin.




Le stime di crescita di Germania, Francia e Spagna



Guardiamo ora, nello specifico, ai tre Paesi citati da Luigi Marattin.



Per quanto riguarda la Germania, l’esponente del Partito democratico parla di un calo della crescita del Pil prevista pari al 39 per cento. Le previsioni pubblicate lo scorso autunno dall’Unione europea stimavano una crescita del Pil per il 2019 pari all’1,8 per cento, rivista poi all’1,1 per cento. Si tratta di una variazione, in percentuale, del 38,8 per cento.



Passiamo ora alla Francia. Alla fine del 2018 si stimava che la crescita del Pil fosse pari all’1,6 per cento. Le previsioni diffuse ad inizio 2019, invece, stimano una crescita pari all’1,3 per cento. La revisione al ribasso di circa 0,3 punti percentuali è un calo pari a circa il 18,75 per cento, come dice Marattin.



Infine, per quanto riguarda la Spagna, Luigi Marattin parla di una riduzione della stima del Pil pari al 4,5 per cento. Le previsione dell’Unione europea sono passate dal 2,2 per cento al 2,1 per cento, segnando quindi una variazione di 0,4 punti e un calo percentuale pari in effetti proprio al 4,5 per cento.



Dunque, i dati ufficiali sono in linea con quelli riportati dal capogruppo PD della Commissione bilancio della Camera.



L’Italia



Luigi Marattin sottolinea, infine, parlando del nostro Paese, due aspetti: un calo della stima relativa alla crescita del Pil pari all’83 per cento per arrivare vicino allo zero, e una notevole distanza rispetto al resto dell’Europa.



Per quanto riguarda la crescita del Prodotto interno lordo italiano, l’Unione europea ha ridotto le sue stime passando dall’1,2 per cento del rapporto autunnale allo 0,2 per cento (e, raggiungendo, quindi, un valore prossimo allo zero come riporta l’esponente del Pd). La variazione della stima, pari a un punto percentuale, è in effetti un calo pari all’83 per cento, stessa cifra riportata da Marattin.



Passiamo ora al confronto con il «resto d’Europa». Supponendo che Luigi Marattin faccia riferimento ai diversi Stati attualmente membri dell’Unione europea, utilizziamo la tabella riassuntiva sotto riportata e, nello specifico, guardiamo ancora una volta alle stime autunnali (2018) e quelle invernali (2019).






Tab. 2: Prodotto interno lordo previsione autunnale 2018 e invernale 2019 – Fonte: Commissione europea



Notiamo, in primis, come il nostro Paese – nel confronto con gli altri membri Ue – sia ultimo per crescita stimata per il 2019 (0,2 per cento).



Nello specifico, Luigi Marattin sottolinea come vi sia «un divario molto allargato» tra le stime per il 2019 relative alla crescita italiana e quelle delle altre nazioni. In effetti, nessun altro membro Ue ha visto, tra la stima autunnale e quella invernale, ridursi di un punto percentuale la crescita del proprio Pil nel 2019.



Il verdetto



Luigi Marattin ha parlato delle stime dell’Unione europea relative al Pil per il 2019. Secondo l’esponente del Partito Democratico, le previsioni hanno visto ovunque una riduzione e, in particolare, si è assistito ad un calo pari al 39 per cento per quanto riguarda la Germania, del 19 per cento per la Francia e del 4,5 per cento per la Spagna. L’Italia, oltre ad un calo dell’83 per cento e ad una stima vicina allo zero, riporterebbe anche «un divario molto allargato rispetto al resto d’Europa».



I dati riportati da Marattin sono tutti corretti, fatta eccezione per un unico aspetto: il calo delle stime non vale per tutti i Paesi Ue. Alcuni hanno visto le previsioni restare stabili, mentre per un gruppo di tre Paesi (Malta, Grecia e Regno Unito) i documenti condivisi a febbraio 2019 stimano una crescita più alta rispetto a quanto fatto alla fine del 2018. Luigi Marattin merita un “C’eri quasi”.