I vaccini hanno evitato 150 mila morti in Italia, dice l’Iss

I risultati sono contenuti in una nuova analisi che ha preso in considerazione l’efficacia vaccinale, la popolazione vaccinale, le regioni e le diverse fasce d’età
ANSA/FABIO FRUSTACI
ANSA/FABIO FRUSTACI
L’Italia è uno dei Paesi in Europa e nel mondo con la copertura vaccinale più alta, in particolare tra i più anziani, anche se una parte della popolazione resta ancora scoperta dalla protezione data dai vaccini contro la Covid-19. Ad oggi ha ricevuto almeno una dose di vaccino l’85,7 per cento della popolazione totale, mentre l’84,1 per cento ha ricevuto due dosi e il 66,2 per cento tre. La scorsa settimana sono inoltre iniziate le somministrazioni della quarta dose per le persone sopra gli 80 anni.

Numeri alla mano, quali sono stati gli effetti concreti dei vaccini sulla riduzione di ricoveri e morti nel nostro Paese? Di recente, l’Istituto superiore di sanità (Iss) ha risposto a questa domanda, pubblicando un’analisi che esamina il periodo tra l’11 gennaio 2021 e il 31 gennaio 2022.

Come è stata condotta l’analisi

Lo studio condotto dall’Iss si basa sull’assunto secondo cui l’impatto della campagna vaccinale su contagi, ricoveri e decessi possa essere stimato combinando i dati a disposizione dell’efficacia vaccinale, la copertura vaccinale e il numero di contagi, ricoveri e decessi osservati. 

I calcoli dell’Iss partono dall’11 gennaio 2021, data scelta per tenere conto delle prime due settimane dall’avvio della campagna vaccinale, necessarie perché si vedessero i primi effetti delle prime somministrazioni. L’Iss ha preso poi in considerazione solo i ricoveri e i decessi avvenuti 30 giorni dopo le diagnosi di infezione.

Il numero di contagi, ricoveri e morti evitati è stato calcolato in sostanza partendo dalla media settimanale degli eventi osservati e della copertura vaccinale settimanale, differenziando per regione, stime mensili sull’efficacia vaccinale e fasce di età.

Quali sono i risultati

Nel corso del 2021 in Italia sono stati notificati 3,7 milioni di casi di infezione da coronavirus, 212 mila ospedalizzazioni, 28.400 ricoveri in terapia intensiva e 44 mila decessi tra chi ha più di 12 anni. 

Grazie ai vaccini, tra gennaio e dicembre 2021, secondo le stime dell’Iss, sono stati evitati 2,8 milioni di contagi, 290 mila ospedalizzazioni, 37.700 ricoveri e 77.700 decessi. È stato quindi evitato il 43 per cento delle infezioni, il 58 per cento dei ricoveri ospedalieri e in terapia intensiva e il 64 per cento dei decessi che ci si sarebbe attesi senza la campagna di vaccinazione. 

Nel solo mese di gennaio 2022, quando l’Italia è stata colpita dalla variante omicron, l’effetto dei vaccini è stato nel complesso ancora maggiore. In quel mese sono stati registrati 4,3 milioni di casi, 47.400 ospedalizzazioni, 3.200 ricoveri e 10.600 decessi. I vaccini hanno così evitato 5,2 milioni di casi (il 55 per cento di quanto atteso), 227 mila (83 per cento) ospedalizzazioni, 19.200 ricoveri in rianimazione (86 per cento) e 73.900 decessi (87 per cento), una cifra da sola molto vicina a tutti i decessi evitati nel 2021.

«Complessivamente, durante il periodo analizzato, sono stati evitati circa 8 milioni di infezioni, oltre 500 mila ricoveri, oltre 55 mila ricoveri in terapia intensiva e circa 150 mila decessi», ha scritto l’Iss nella sua analisi.

Nel 2021 l’impatto della vaccinazione è stato complessivamente limitato nei primi sei mesi dell’anno, per via della bassa copertura vaccinale, e poi nei tre mesi successivi, per via della bassa incidenza della diffusione del coronavirus in estate. Il vero effetto della vaccinazione si è iniziato a vedere da ottobre in poi, quando l’Italia è stata colpita dalla quarta ondata dell’epidemia, prima alimentata dalla variante delta e poi da quella omicron

I dati per età mostrano che i vaccini hanno evitato il 56 per cento dei decessi attesi sotto i 60 anni, il 64 per cento tra i 60 e i 69 anni, il 67 per cento tra i 70 e i 79 anni e il 78 per cento tra gli over 80. Bisogna sempre tenere presente che la Covid-19 è una malattia che colpisce in modo grave principalmente le persone più anziane: per dare un’idea, rispetto a una persona di 30 anni, una di 50 anni ha otto volte in più la probabilità di morire se contrae la Covid-19, uno di 60 anni 19 volte, uno di 70 anni 68 volte e uno di 80 anni 320 volte.

La maggiore copertura vaccinale nell’Italia settentrionale e centrale rispetto a quella meridionale ha fatto sì che la differenza tra i tassi attesi senza vaccini e quelli realmente osservati siano stati maggiori al Sud. A dicembre 2021, per esempio, il tasso di mortalità nel Sud è stato pari al 14 per cento di quanto ci si sarebbe attesi senza vaccini, nel Centro dell’8 per cento e nel Nord del 9 per cento. Questo può essere anche visto come uno dei motivi per cui l’Italia meridionale ha registrato una mortalità maggiore di quella settentrionale nel corso dell’anno passato.

Quali sono i limiti dell’analisi

L’Iss spiega però che la sua analisi presenta comunque alcuni limiti. Quello principale risiede nel fatto che il metodo usato permette solo di stimare gli effetti diretti, non tenendo in considerazione i suoi potenziali effetti indiretti, come l’impatto sulla trasmissibilità complessiva. Allo stesso tempo, l’approccio utilizzato dai ricercatori non si basa su un modello in grado di prevedere i cambiamenti comportamentali della popolazione a seguito dell’avvio della campagna vaccinale.

Il report evidenzia anche che ci sono limiti nelle stime dell’efficacia vaccinale: per esempio, nei calcoli non è stato possibile differenziare le diverse tipologie di vaccino e tenere conto della diversa fragilità dei soggetti vaccinati. Secondo l’Iss, i valori di efficacia vaccinale stimati sono comunque in linea sia con quelli stimati con altre metodologie sia con quelli stimati in altri Paesi.

In conclusione

L’elevata copertura vaccinale italiana raggiunta nella seconda metà del 2021 ha permesso di affrontare l’ondata autunnale e invernale con un numero di casi gravi di Covid-19 sensibilmente minore di quello che si avrebbe avuto senza vaccini. A fronte di un’elevata diffusione del coronavirus la pressione ospedaliera è rimasta molto più bassa che in passato.

Complessivamente, tra gennaio 2021 e gennaio 2022 sono stati evitati circa 8 milioni di casi, oltre 500 mila ricoveri, 55 mila ricoveri in terapia intensiva e circa 150 mila decessi.

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