Dopo il via libera della Camera dei deputati, il disegno di legge di Bilancio per il 2023 sarà presto approvato anche dal Senato ed, entro il 31 dicembre, diventerà ufficialmente legge. Stiamo parlando della legge più importante dell’anno, perché stabilisce nel dettaglio per quali misure saranno impiegate le risorse pubbliche nei prossimi anni. E visto che i soldi a disposizione dello Stato non sono infiniti, il governo Meloni, così come i suoi predecessori, ha dovuto dare la precedenza ad alcuni provvedimenti, accantonandone altri.

Numeri alla mano, quanto costano le misure più importanti contenute nel disegno di legge di Bilancio? Una risposta a questa domanda è contenuta nei dossier che il Parlamento realizza per analizzare e commentare le relazioni tecniche allegate al disegno di legge, che contengono le stime sui costi (e sui risparmi) generati dalle misure approvate.

9 miliardi e 846 milioni di euro

È il costo delle misure per ripagare, attraverso i crediti di imposta, una parte della spesa sostenuta dalle imprese per acquistare energia elettrica e gas. 

2 miliardi e 515 milioni di euro

È il costo per i primi tre mesi del 2023 del rafforzamento del “bonus sociale”, che aiuta a ridurre la spesa sostenuta dalle famiglie in disagio economico per gas ed elettricità.

Un miliardo e 75 milioni di euro

È il costo, previsto tra il 2023 e il 2025 in termini di minori entrate per lo Stato, dell’estensione del regime forfetario al 15 per cento (quello che la Lega chiama erroneamente “flat tax”) per le partite Iva con ricavi fino a 85 mila euro. 

810 milioni di euro

È il costo stimato per il 2024 della cosiddetta “flat tax incrementale”. Le partite Iva che nel 2023 hanno registrato un aumento di reddito rispetto ai tre anni precedenti vedranno tassarsi questo aumento con un’imposta fissa del 15 per cento.

215 milioni di euro 

È il costo annuo della riduzione dell’Iva al 5 per cento sui prodotti dell’infanzia e per quelli dell’igiene intima femminile. Più nel dettaglio, la prima misura costa ogni anno 178,2 milioni di euro, la seconda 36,9 milioni.

Un miliardo e 585 milioni di euro 

È il costo, stimato in minori entrate tra il 2023 e il 2030, di una delle misure della cosiddetta “tregua fiscale”, il condono con cui il governo ha deciso di fare uno sconto sulle sanzioni a chi ha debiti con il fisco.

889 milioni di euro

È il costo, in termini di versamenti sospesi, dell’emendamento “Salva sport”, ribattezzato anche “Salva calcio” perché permette alle federazioni e alle società sportive, in particolari a quelle calcistiche professionistiche, di riprendere a pagare le imposte, sospese con la pandemia di Covid-19, in 60 rate, più una maggiorazione del 3 per cento. Lo Stato conta dunque di recuperare tutti i versamenti sospesi entro il 2027.

5 miliardi di euro 

È il costo per il 2023 del taglio del cuneo fiscale, ossia della differenza tra il lordo e il netto in busta paga. Il governo Meloni ha deciso di confermare il taglio del 2 per cento introdotto temporaneamente dal governo Draghi per i redditi fino a 35 mila euro e ha alzato al 3 per cento il taglio per chi guadagna fino a 25 mila euro l’anno.

2 miliardi e 158 milioni di euro 

È il costo stimato, tra gli anni 2023 e 2025, della cosiddetta “quota 103”, che permetterà, con una serie di vincoli, di andare in pensione anticipata a chi ha almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi versati.

859 milioni di euro

È il costo stimato dell’aumento delle pensioni minime, nel 2023 e nel 2024, da circa 525 euro a circa 564 euro. Il governo ha deciso di aumentare per le pensioni minime l’adeguamento previsto per la crescita dell’inflazione, che coinvolgerà con percentuali diverse tutte le pensioni. In più, nel 2023 le pensioni minime per le persone con più di 75 anni di età saranno portate a 600 euro.