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Sì, la Lega ha sempre votato a favore dell’Ucraina, sanzioni comprese

| 05 settembre 2022
La dichiarazione
«La Lega ha sempre votato, in Italia e in Europa, tutti i provvedimenti a favore dell’Ucraina, sanzioni comprese»
Fonte: Forum di Cernobbio | 4 settembre 2022
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
Verdetto sintetico
Il leader della Lega ha sostanzialmente ragione.
In breve
  • In Italia, i parlamentari della Lega hanno votato a favore dei principali provvedimenti presentati dal governo in relazione alla guerra in Ucraina. TWEET
  • Anche a livello europeo, gli europarlamentari della Lega si sono generalmente espressi a favore delle risoluzioni presentate sul tema. TWEET
Il 4 settembre, ospite al Forum di Cernobbio organizzato dal think tank The European House-Ambrosetti, il leader della Lega Matteo Salvini ha criticato le sanzioni che l’Unione europea ha imposto alla Russia in seguito all’invasione dell’Ucraina, affermando sostanzialmente che queste stanno avvantaggiando la Russia a scapito dei Paesi europei. 

Tra le altre cose, Salvini ha ricordato che la Lega ha «sempre» votato «tutti i provvedimenti a favore dell’Ucraina», comprese le sanzioni contro la Russia, sia a livello italiano che europeo. Il segretario della Lega ha aggiunto che non vorrebbe eliminare le sanzioni, ma introdurre uno «scudo europeo» che protegga i cittadini italiani dalle loro eventuali ricadute economiche.

Al di là delle valutazioni sull’efficacia o meno delle sanzioni, è vero che la Lega ha «sempre» votato a favore dei provvedimenti italiani ed europei riguardanti l’Ucraina, comprese le sanzioni? Abbiamo verificato e Salvini ha sostanzialmente ragione. 

I voti al Parlamento italiano

Fin dall’inizio della guerra in Ucraina, il governo e il Parlamento italiano hanno approvato diversi decreti-legge, risoluzioni e ordini del giorno a favore del Paese aggredito dalla Russia. Uno tra i primi è stato il cosiddetto decreto “Ucraina”, approvato dal governo Draghi il 25 febbraio e poi convertito in legge il 31 marzo. Il testo contiene una serie di misure legate al conflitto, dall’invio di armi all’Ucraina all’accoglienza in Italia dei profughi.

Il testo è stato approvato alla Camera il 17 marzo e al Senato il 31 marzo, quando è stata posta la questione di fiducia. In entrambe le occasioni gli esponenti della Lega avevano votato a favore. 

Il 1° marzo sia la Camera che il Senato avevano approvato a larga maggioranza due risoluzioni per autorizzare fino alla fine dell’anno il Ministero dell’Interno a inviare armi all’Ucraina. Alla Camera, il deputato Paolo Formentini aveva dichiarato che la Lega avrebbe votato a favore della risoluzione, «per un Occidente che mai smetta di credere nella pace, pace e libertà, dall’Ucraina a Taiwan». Al Senato, lo stesso Salvini aveva annunciato il parere favorevole del partito alla risoluzione, affermando che l’Italia ha il «dovere di stare con gli aggrediti, difendendoli e sanzionando gli aggressori». In realtà, nelle settimane successive Salvini ha poi sostanzialmente cambiato idea, criticando in più occasioni l’invio di armi all’Ucraina da parte dell’Italia. 

Il 16 marzo, la Camera ha adottato un ordine del giorno, presentato proprio da un deputato della Lega, che impegnava il governo ad aumentare le spese per la difesa fino a raggiungere la soglia del 2 per cento del Pil italiano. Anche in quell’occasione il partito ha votato a favore. 

Un altro provvedimento rilevante è il decreto “Energia”, approvato dal governo il 21 marzo e diventato legge il 19 maggio, che contiene alcuni provvedimenti urgenti pensati per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina. Sia al Senato, con la questione di fiducia, che alla Camera, la Lega aveva votato a favore.

Le votazioni al Parlamento europeo

A oggi l’Unione europea ha approvato sei pacchetti di sanzioni contro la Russia, con l’obiettivo di indebolirla e indurla a mettere fine alle operazioni militari in Ucraina. Le sanzioni sono state approvate dal Consiglio europeo, l’organo in cui siedono i ministri dei vari Stati membri, senza quindi un voto diretto del Parlamento europeo. Negli ultimi mesi, però, il Parlamento europeo ha adottato diverse risoluzioni che condannano la Russia e sostengono invece l’Ucraina. Vediamo le principali.

La prima, approvata il 1° marzo, condannava fermamente l’aggressione russa e, tra le altre cose, chiedeva alle istituzioni europee di concedere all’Ucraina lo status di Paese candidato all’adesione all’Unione europea. La risoluzione è stata approvata con 637 voti favorevoli, 13 contrari e 26 astenuti. In quell’occasione, gli eurodeputati leghisti (consultabili qui, nel gruppo Identità e democrazia), avevano votato a favore. 

Il 7 aprile, il Parlamento Ue ha poi approvato ad ampia maggioranza (513 voti favorevoli, 22 contrari e 19 astenuti) una risoluzione che, tra le altre cose, chiedeva di imporre «l’embargo totale e immediato sulle importazioni russe di petrolio, carbone e combustibile nucleare e uno per il gas il prima possibile», e sosteneva che la «piena ed efficace attuazione delle sanzioni esistenti in tutta l’Unione europea e da parte degli alleati internazionali» dovesse rappresentare una «priorità». Gli eurodeputati della Lega votarono compattamente a favore. 

Il 23 giugno, gli europarlamentari hanno approvato con 529 voti favorevoli una risoluzione che chiedeva al Consiglio europeo di concedere lo status di Paese candidato a Ucraina, Moldavia e, dopo il verificarsi di alcune riforme, alla Georgia. La Lega era favorevole, e nella stessa occasione gli eurodeputati del partito hanno approvato anche una proposta per stanziare 400 milioni di euro, ricavati dal bilancio dell’Ue, per contribuire a finanziare i costi di prima accoglienza per i profughi ucraini. 

Il 7 luglio, il Parlamento ha poi approvato un nuovo programma di «assistenza macrofinanziaria» a favore dell’Ucraina, proposto dalla Commissione, con 522 voti favorevoli – tra cui quelli dei parlamentari leghisti –, 17 contrari e 25 astenuti. 

In almeno due occasioni, però, gli eurodeputati leghisti si sono astenuti nel corso di votazioni legate all’Ucraina e alla Russia. La prima è stata il 9 marzo, nel corso della votazione sui risultati di un’indagine, condotta da una commissione apposita, relativa alla presenza di ingerenze straniere nella vita politica degli Stati membri (il testo è comunque stato approvato con 552 voti favorevoli, 81 contrari e 60 astenuti). Nell’indagine la commissione ha evidenziato una generale mancanza di consapevolezza rispetto alla gravità dell’ingerenza straniera e della manipolazione delle informazioni, condotte soprattutto dalla Russia e dalla Cina, e ha proposto alcune misure per contrastare questo fenomeno. Tra le altre cose, il documento citava proprio la Lega Nord come esempio di un partito politico che ha «firmato accordi di cooperazione» con il partito del presidente Vladimir Putin, Russia Unita.

I parlamentari europei della Lega si sono astenuti anche sul voto a una risoluzione che esaminava l’impatto della guerra contro l’Ucraina sulle donne, il 5 maggio. Il motivo non è chiaro, ma l’europarlamentare leghista Mara Bizzotto ha dichiarato che il testo presentava «varie criticità».

Il verdetto

Secondo Matteo Salvini, la Lega ha «sempre» votato a favore dei provvedimenti legati all’Ucraina, «sanzioni comprese», sia in Italia che in Europa. L’affermazione è sostanzialmente corretta. 

A livello nazionale, il partito guidato da Matteo Salvini ha approvato i principali decreti-legge presentati dal governo Draghi, insieme alle risoluzioni e agli ordini del giorno legati al conflitto. 

Anche al Parlamento europeo, i rappresentanti della Lega hanno approvato le principali risoluzioni relative al conflitto, compresi i pacchetti di sanzioni contro la Russia. 

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