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Conte esagera: gli utili delle banche non sono triplicati

| 11 maggio 2023
La dichiarazione
«Gli utili delle banche, con il contributo dell’incremento dei tassi, sono aumentati del 200 per cento»
Fonte: Facebook | 10 maggio 2023
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
Verdetto sintetico
Il presidente del Movimento 5 stelle esagera, anche se un forte aumento degli utili c’è stato.
In breve
  • Nei primi tre mesi del 2023 gli utili delle prime cinque banche italiane sono cresciuti in media del 75 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022. TWEET
  • Questa percentuale sale al 173 per cento se si considerano gli utili di Unicredit con l’esposizione della banca verso la Russia. Ma questo è un caso specifico e, in ogni caso, non avrebbe a che fare con l’aumento dei tassi di interesse. TWEET
Il 10 maggio il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte ha proposto sui social di recuperare risorse dagli «enormi extraprofitti» delle banche per aiutare chi fatica a pagare il proprio affitto, come gli studenti universitari. Secondo Conte, infatti, grazie all’aumento dei tassi di interesse gli utili delle banche «sono aumentati del 200 per cento», di fatto triplicando. 

Numeri alla mano, l’ex presidente del Consiglio ha ragione oppure no? Abbiamo verificato: la dichiarazione di Conte è piuttosto generica e non è chiaro a che periodo faccia riferimento e a quante e quali banche. I dati a disposizione dicono comunque che il leader del Movimento 5 stelle esagera, anche se è vero che nei primi mesi di quest’anno c’è stato un forte aumento degli utili delle banche.

Di che cosa stiamo parlando

Gli utili delle banche sono i cosiddetti “profitti”, ossia – semplificando un po’ – la differenza tra i loro ricavi e i loro costi. Tra i costi rientrano voci come le spese operative per la gestione della banca (per esempio i costi per il personale e le spese amministrative e finanziari) e le tasse pagate dalla banca, come l’imposta sul reddito delle società (Ires). I profitti che vengono distribuiti agli azionisti (i cosiddetti “dividendi”) sono poi tassati come plusvalenza finanziaria, con un’aliquota fissa del 26 per cento.

Negli ultimi mesi l’aumento dei tassi di interesse ha portato a un forte aumento della redditività delle banche, e quindi dei loro profitti. La crescita dei tassi di interesse ha infatti provocato un aumento del costo dei mutui, una delle principali fonti di ricavo delle banche italiane e internazionali. Per gli istituti di credito è diventato più costoso prendere soldi a prestito dalla Banca centrale europea (Bce) o da altre banche, per poi concedere mutui, ma il costo dei mutui è aumentato più che proporzionalmente, aumentando così i margini di guadagno per gli istituti finanziari. Le banche possono poi contare su fonti di finanziamento a medio lungo termine, come le obbligazioni, che permettono di raccogliere fondi a costi inferiori perché stipulate quando i tassi erano più bassi.

La crescita degli utili delle banche

Per verificare la dichiarazione di Conte, abbiamo analizzato l’andamento dell’utile netto delle principali banche italiane: Intesa San Paolo, Unicredit, Banca Mediolanum, Fineco e Banco Bpm. È esclusa dall’elenco Mediobanca, che sarebbe la terza banca italiana per capitalizzazione, perché non ha ancora pubblicato i dati finanziari relativi al primo trimestre 2023.

Come mostra il Grafico 1, nei primi tre mesi di quest’anno gli utili delle banche italiane sono cresciuti parecchio rispetto ai primi tre mesi del 2022. Ma nessuna delle grandi banche italiane si è avvicinata al +200 per cento di cui parla il presidente del Movimento 5 stelle, crescita che significherebbe utili triplicati in un solo anno.
È possibile che l’ex presidente del consiglio si riferisca a un dato medio quando parla di una crescita degli utili del «200 per cento»? È implausibile, dato che le cinque banche analizzate rappresentano, sommate insieme, buona parte del mercato italiano.

Forse l’ex presidente del Consiglio ha fatto riferimento ai profitti di Unicredit includendo anche la perdita dovuta all’interruzione delle sue attività in Russia a causa delle sanzioni. Questa decisione ha avuto conseguenze negative sui conti della banca. La prima trimestrale del 2022 di Unicredit ha infatti risentito di questa scelta: nei primi tre mesi dello scorso anno (gennaio-marzo 2022) la banca ha registrato un utile di 247 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2021, quando è iniziata la guerra in Ucraina. Ma gli utili sarebbero stati pari a circa 1,2 miliardi di euro se non si fossero considerate le perdite in Russia. La stessa Unicredit, nel riportare i risultati del primo trimestre di quest’anno, non ha indicato una variazione del +735 per cento dei suoi utili visto che non avrebbe senso fare un confronto di questo tipo (not meaningful, in italiano “non significativo”, è l’espressione presente nella trimestrale abbreviato con “n.m.”).

Se si considerano le banche selezionate per la nostra analisi, la crescita media degli utili è stata del 75 per cento considerando i profitti di Unicredit al netto della Russia, mentre del 173 per cento considerando l’utile che conteggia anche l’esposizione verso la Russia. Questa percentuale si avvicina di più al +200 per cento di cui parla Conte, che potrebbe essersi basato anche su un’analisi riportata il 10 maggio dal programma Focus economia di Radio 24, sulle principali banche italiane che hanno già pubblicato i conti relativi al primo trimestre.

Come detto, questo tipo di confronto ha poco senso sia a livello generale sia per sostenere l’argomentazione di Conte. Il leader del Movimento 5 Stelle lamenta la crescita eccessiva dei profitti delle banche, che in effetti hanno registrato conti straordinari nell’ultimo trimestre, indicando la causa nell’aumento dei tassi. Ma il 200 per cento da lui citato, come abbiamo visto, non dipende in larga parte dalla crescita del tasso di interesse.

Il confronto internazionale

Anche i dati nel contesto internazionale dicono che Conte esagera. Per esempio nella crescita dei profitti delle maggiori banche statunitensi non sembra esserci una tendenza molto diversa da quella italiana: i profitti sono cresciuti e di molto, ma sono lontani dall’essere triplicati nel corso di un anno. 

Nel primo trimestre del 2023 Jp Morgan Chase, la più grande banca statunitense, ha registrato una crescita dei profitti del 52 per cento. Dato lontano dal +200 per cento anche per Bank of America (+15 per cento) e Citigroup (+7 per cento). Secondo un’analisi pubblicata il 10 maggio dal Financial Times, nei primi tre mesi di quest’anno il settore bancario statunitense ha raccolto profitti del 33 per cento più alti rispetto allo stesso periodo del 2022. 

Le banche statunitensi hanno registrato profitti più bassi di quelle italiane soprattutto per un motivo. Come detto, l’aumento dei tassi di interesse ha reso particolarmente redditizi i mutui e quasi tutte le banche del mondo hanno tra le attività principali la concessione dei mutui. Ma questa tendenza è particolarmente accentuata per le banche italiane, mentre quelle statunitensi operano di più sui mercati finanziari. Anche loro hanno beneficiato dei rialzi sui tassi, ma meno rispetto alle banche nel nostro Paese.

Il verdetto

Secondo Giuseppe Conte, «gli utili delle banche, con il contributo dell’incremento dei tassi, sono aumentati del 200 per cento». La dichiarazione è piuttosto vaga, ma i dati a disposizione dicono comunque che il leader del Movimento 5 stelle esagera, anche se è vero che nei primi mesi di quest’anno c’è stato un forte aumento degli utili delle banche.

Nei primi tre mesi del 2023 gli utili delle prime cinque banche italiane sono cresciuti in media del 75 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022. Questa percentuale sale al 173 per cento se si considerano gli utili di Unicredit con l’esposizione della banca verso la Russia. Ma questo è un caso specifico e, in ogni caso, non avrebbe a che fare con l’aumento dei tassi di interesse.

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