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Il Regolamento di Dublino è responsabilità del centrodestra?

| 19 dicembre 2022
La dichiarazione
«Lo sa chi è che ha voluto che l’Italia diventasse un unico porto in Europa? Siete stati voi, la vostra maggioranza, che ha approvato quel Trattato di Dublino»
Fonte: Camera dei deputati | 13 dicembre 2022
ANSA
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Verdetto sintetico
Il co-portavoce di Europa verde omette alcuni passaggi.
In breve
  • L’attuale Regolamento di Dublino è stato approvato nel 2013, quando in Italia era in carica il governo di larghe intese guidato da Enrico Letta (Pd), sostenuto anche da Forza Italia. TWEET
  • La prima versione del testo, che conteneva già il criterio di “primo ingresso”, è stata però approvata nel 1990 con il sesto governo Andreotti, mentre la seconda nel 2003, con il secondo governo Berlusconi. TWEET
  • Le responsabilità sono quindi condivise e le negoziazioni tra i Paesi dell’Ue per stabilire i criteri di accoglienza proseguono da oltre trent’anni. TWEET
Il 13 dicembre, in un intervento alla Camera, il deputato e co-portavoce di Europa verde Angelo Bonelli ha criticato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dicendo che in passato è stata la sua «maggioranza» di centrodestra ad approvare il «Trattato di Dublino», secondo cui il Paese europeo di primo ingresso dei migranti deve farsi carico delle loro richieste d’asilo.

Negli ultimi anni questo principio è stato criticato da molti politici nel nostro Paese dato che, nei periodi in cui il flusso migratorio si concentra sulla rotta Mediterranea, svantaggia un gruppo ristretto di Stati, di cui fanno parte Italia, Spagna e Grecia, che per la loro collocazione geografica sono il punto d’approdo via mare principale dei migranti. 

Ma davvero il «Trattato di Dublino» è stato approvato dai partiti oggi al governo? Abbiamo verificato: nella sua accusa, Bonelli ha omesso alcuni passaggi importanti.

Di che cosa stiamo parlando

Nel suo discorso alla Camera, con tutta probabilità Bonelli ha fatto riferimento al Regolamento di Dublino III, un provvedimento approvato dagli Stati membri dell’Ue nel 2013 ed entrato in vigore il 1° gennaio 2014. Questo testo stabilisce i criteri e i meccanismi con cui individuare gli Stati membri responsabili per l’esame delle domande di protezione internazionale presentate dai migranti che arrivano in territorio europeo. L’attuale Regolamento di Dublino è la terza versione del testo: la prima versione, detta Convenzione di Dublino, è stata approvata nel 1990 ed è entrata in vigore nel 1997, mentre il secondo Regolamento di Dublino è stato adottato nel 2003. 

Nel complesso, i criteri per la gestione delle domande d’asilo presentate dai migranti non sono cambiati radicalmente nel passaggio da un documento all’altro, salvo una differenza importante. La Convenzione e il secondo Regolamento di Dublino riguardavano solo i richiedenti asilo, quindi le persone che hanno presentato domanda per ottenere lo status di rifugiato. Secondo la Convenzione di Ginevra, questo status può essere riconosciuto a coloro che nel Paese di origine potrebbero essere perseguitati «per la razza, la religione, la cittadinanza, l’appartenenza a un determinato gruppo sociale o le opinioni politiche». Solo a partire dal Regolamento di Dublino III, l’ultimo approvato e quello attualmente in vigore, l’applicazione dei provvedimenti è stata estesa anche ai richiedenti “protezione internazionale”, quindi a coloro che richiedono sia lo status di rifugiato che la protezione sussidiaria, concessa a chi non possiede i requisiti per lo status di rifugiato ma che tornando nel Paese d’origine potrebbe comunque  correre rischi di un grave danno. Il Regolamento comunque non si applica ai richiedenti di protezione speciale – introdotta in Italia nel 2018 dai “decreti sicurezza” voluti dall’allora ministro Salvini, in sostituzione della “protezione umanitaria” abolita contestualmente, e ampliata nel 2020 – che viene riconosciuta in casi particolari ai migranti per i quali non può essere riconosciuto lo status di rifugiato o la protezione sussidiaria. 

In ogni caso, sia la prima Convenzione che i due successivi Regolamenti (II, III) contengono il principio secondo cui lo Stato d’arrivo del migrante è quello che deve farsi carico della sua domanda d’asilo (e poi anche di protezione internazionale), salvo alcune eccezioni, come la presenza di un familiare in altri Paesi Ue. 

Quali governi italiani sono responsabili dell’approvazione di questi testi?

I governi coinvolti

Come detto, la prima Convenzione di Dublino è stata approvata nel 1990 da 12 Stati della Comunità economica europea: Spagna, Danimarca, Germania, Regno Unito, Francia, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Irlanda, Belgio e Lussemburgo. Per quanto riguarda l’Italia, al tempo era in carica il sesto governo guidato dal democristiano Giulio Andreotti. La Convezione è poi stata ratificata dal Parlamento alla fine del 1992, durante il primo governo guidato da Giuliano Amato.

Il Regolamento di Dublino II, valido in tutti i Paesi membri dell’Ue tranne la Danimarca, è stato adottato nel 2003 dal secondo governo Berlusconi, già al tempo leader di Forza Italia e oggi parte della maggioranza di governo, di cui faceva parte anche la Lega Nord, anch’essa oggi al governo con il nome di “Lega”. Il Regolamento di Dublino III in vigore è stato approvato nel 2013, quando il presidente del Consiglio era Enrico Letta, leader del Partito democratico, che guidava un governo di larghe intese sostenuto anche da Forza Italia.

È difficile quindi attribuire la responsabilità per l’approvazione del Regolamento di Dublino a un solo schieramento politico, in questo caso il centrodestra, considerando che la storia di questo documento è iniziata oltre trent’anni fa, e che i negoziati relativi alle varie modifiche hanno coinvolto diversi governi. 

Il verdetto

Il deputato e co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli ha detto che l’attuale maggioranza di governo, formata da Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega, ha approvato il «Trattato di Dublino», rendendo l’Italia l’«unico porto in Europa» per i migranti. 

L’affermazione è fuorviante: l’attuale Regolamento (e non «trattato») di Dublino è stato approvato nel 2013, quando in Italia era in carico il governo di larghe intese guidato da Enrico Letta e sostenuto anche da Forza Italia. La prima versione del testo, però, è stata approvata nel 1990 dal sesto governo Andreotti e ratificata nel 1992 durante il primo governo Amato, mentre la seconda nel 2003, dal secondo governo Berlusconi. Le responsabilità sono quindi condivise e le negoziazioni tra i Paesi dell’Ue per stabilire i criteri di accoglienza proseguono da oltre trent’anni.

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