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No, Fratelli d’Italia non chiede più spese militari dalla «sua nascita»

| 14 aprile 2022
La dichiarazione
«Fratelli d’Italia è l’unico partito che l’aumento delle spese militari ce l’ha nel programma dall’inizio della sua nascita» (min. 10:08)
Fonte: Fuori dal coro – Rete 4 | 12 aprile 2022
ANSA/CLAUDIO MARTINELLI
ANSA/CLAUDIO MARTINELLI
Verdetto sintetico
La leader di Fratelli d’Italia si sbaglia.
In breve
  • Fdi ha inserito per la prima volta l’aumento delle spese militari nel programma delle elezioni politiche del 2018, sei anni dopo la sua nascita. TWEET
Il 12 aprile, ospite a Fuori dal coro su Rete 4, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni è tornata ad affrontare il tema dell’aumento delle spese militari, al centro del dibattito politico delle ultime settimane. «Fratelli d’Italia è l’unico partito che l’aumento delle spese militari ce l’ha nel programma dall’inizio della sua nascita, ben sapendo che è un tema impopolare», ha dichiarato (min. 10:08) Meloni nel corso della trasmissione.

Abbiamo verificato e le cose non stanno così: il primo programma elettorale di Fdi, quello delle elezioni politiche del 2013, non chiedeva un aumento delle spese militari. Questa proposta è comparsa per la prima volta nel programma delle politiche per il 2018. 

Che cosa c’era nel primo programma di Fdi

Fratelli d’Italia è un partito nato nel 2012 e si è presentato per la prima volta alle elezioni politiche nel 2013, all’interno della coalizione di centrodestra insieme alla Lega Nord e al Popolo delle libertà. 

All’epoca, Fdi non aveva presentato un vero e proprio programma, ma aveva pubblicato una serie di proposte dal titolo “Sfide per l’Italia”. Qui non c’era alcun riferimento a un «aumento delle spese militari», come dichiarato da Meloni, ma al massimo la richiesta di «incrementare e formare le forze dell’ordine». 

In vista delle elezioni, Fdi ha poi sottoscritto un programma condiviso con gli altri partiti della coalizione di centrodestra, ossia la Lega e il Popolo delle libertà. L’aumento delle spese militari non compare neppure in questo programma.

Stesso discorso vale per le elezioni europee del 2014: anche in quell’occasione, il programma di Fdi non affrontava il tema delle spese per la difesa. 

Il primo accenno e gli anni recenti 

L’aumento delle spese militari è poi comparso per la prima volta in occasione delle elezioni del 2018. In questa occasione, Fdi ha pubblicato prima un proprio programma elettorale e in seguito ha sottoscritto quello della coalizione di centrodestra, insieme a Lega e Forza Italia. Sia nel programma di Fdi che in quello della coalizione di centrodestra si proponeva di adeguare gli «stanziamenti per la difesa» ai «parametri medi occidentali». 

Nel 2019, in occasione delle elezioni europee, Fdi ha poi proposto un maggiore «sostegno delle forze dell’ordine e delle forze armate per adeguarle agli standard europei». 

Dunque, stando ai programmi pubblicamente disponibili, Fdi ha iniziato a menzionare esplicitamente la questione delle spese militari a partire dalle elezioni politiche del 2018, e non «dall’inizio della sua nascita», come dichiarato da Meloni.

Il verdetto

Secondo Giorgia Meloni, il suo è l’«unico partito» che ha sin dalla sua nascita l’aumento dello spese militari nel proprio programma. Abbiamo verificato e la leader di Fdi sbaglia.

In base ai programmi elettorali pubblicamente disponibili, Fdi, nato nel 2012, ha iniziato ad affrontare la questione delle spese per la difesa in occasione delle elezioni politiche del 2018, sei anni dopo la sua nascita. Il partito di Meloni ha partecipato per la prima volta alle elezioni politiche nel 2013, ma in quella occasione non ha affrontato il tema delle spese militari, che non era menzionato nemmeno nel programma di coalizione con la Lega e il Popolo delle libertà.

 

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