Il ministro della Salute Roberto Speranza (LeU) è intervenuto in Senato il 2 settembre per fare le sue comunicazioni sul contenuto dei provvedimenti di attuazione delle misure di contenimento per evitare la diffusione del virus Covid-19.

Tra le varie cose, ha parlato anche di scuola e in particolare ha fornito tre numeri sui fondi stanziati, sugli insegnanti assunti e sui banchi acquistati. Li abbiamo verificati e i numeri forniti da Speranza sono corretti, anche se è necessario dare qualche informazione di contorno.

I fondi stanziati

Secondo Speranza, tra le misure adottate dal governo per far fronte all’emergenza creata dall’epidemia di nuovo coronavirus, ci sono «2,9 miliardi di euro messi a disposizione della ripartenza delle nostre scuole».

Questa cifra è stata citata anche dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina il 28 luglio in un’informativa alla Camera – all’epoca riferita alle «risorse già stanziate e le prossime in arrivo» – ed è ribadita anche in comunicato pubblicato sul sito congiunto del Ministero dell’Istruzione e del Ministero dell’Università e della ricerca (Miur).

Nel comunicato si specifica che i 2,9 miliardi servono per «lavori di edilizia scolastica, affitto di nuovi spazi, acquisto di nuovi arredi […], incremento di docenti e Ata, formazione del personale, acquisto di strumenti tecnologici».

Ma vediamo più nel dettaglio da dove arriva questo stanziamento.

I 2,9 miliardi sono la somma dei 1,6 miliardi stanziati con il decreto “Rilancio” e dei 1,3 miliardi stanziati con il decreto “Agosto”.

Decreto “Rilancio”

Con il decreto “Rilancio” (n. 34 del 19 maggio 2020, convertito dalla legge n.77 del 17 luglio 2020), secondo quanto riporta un comunicato pubblicato sul sito del Miur, sono stati stanziati «oltre 1,6 miliardi per far ripartire la scuola a settembre».

Questa cifra si compone di varie voci. In primo luogo di 977,6 milioni di euro, stanziati dall’art. 235 del decreto (come convertito in legge) per la creazione di un nuovo «Fondo per l’emergenza epidemiologica da Covid-19» presso il Miur (377,6 milioni nel 2020 e 600 milioni nel 2021), che ha lo scopo di finanziare varie misure di contenimento del rischio epidemiologico.

Le risorse sono state già reperite – verranno prese a debito, come stabilito dall’art. 265 del decreto – e, secondo quanto ci hanno riferito dall’ufficio stampa del Miur, sono anche già state ripartite con i relativi decreti ministeriali (che siamo in attesa ci vengano trasmessi dal Ministero).

In secondo luogo è stato aumentato (art. 231) per il 2020 di 331 milioni di euro il fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche, in particolare per acquistare materiali e servizi che consentano di garantire igiene, sicurezza, spazi adeguati, supporto agli studenti disabili, insegnamento a distanza e via dicendo durante il periodo di emergenza epidemica.

Sono stati poi attribuiti (art. 233) 300 milioni di euro alle scuole paritarie per il 2020, in particolare «a titolo di sostegno economico in relazione alla riduzione o al mancato versamento delle rette».

Queste risorse, sommate, ammontano già a circa 1,6 miliardi di euro. Ci sono inoltre una serie di altri stanziamenti di minore entità, come ad esempio 39 milioni per la gestione in sicurezza degli esami di maturità (che si sono svolti in presenza), o 30 milioni di incremento del Fondo per l’edilizia scolastica, o ancora 15 milioni di incremento del Fondo nazionale per il Sistema integrato di educazione e d’istruzione da 0 a 6 anni.

Decreto “Agosto”

Il decreto “Agosto” (n.104 del 14 agosto 2020), non ancora convertito in legge e attualmente in discussione al Senato, prevede – secondo quanto riporta un comunicato pubblicato sul sito del Miur – «1,3 miliardi aggiuntivi per la ripresa di settembre».

La parte più consistente di questo stanziamento dipende dall’articolo 32 del decreto “Agosto”, che dispone un incremento di un miliardo di euro (400 milioni per il 2020 e 600 milioni per il 2021) del «Fondo per l’emergenza epidemiologica da Covid-19» creato dal decreto “Rilancio”, allo scopo di affittare spazi esterni alle scuole per lo svolgimento delle lezioni e soprattutto di assumere nuovo personale. In particolare, secondo quanto dichiarato dalla ministra Azzolina il 26 agosto durante l’incontro tra governo e regioni, verranno assunti 70 mila tra docenti e personale Ata “extra”, a tempo determinato, che serviranno in particolare per la gestione delle classi e degli alunni – in ottica di prevenzione dell’epidemia – durante il prossimo anno scolastico. Secondo quanto ci hanno riferito dall’ufficio stampa del Miur, anche queste risorse del decreto “Agosto” sono già state ripartite tra le scuole. Come vedremo più avanti queste 70 mila assunzioni non fanno parte delle 97 mila citate dal ministro Speranza.

Gli altri 300 milioni che mancano per arrivare a 1,3 miliardi sono probabilmente la parte dedicata agli anni 2020 e 2021 (quelli coperti dal prossimo anno scolastico, che inizierà il 14 settembre) del «finanziamento degli interventi di manutenzione straordinaria e incremento dell’efficienza energetica delle scuole di province e città metropolitane» stabilito dall’articolo 48, pari rispettivamente a 90 e 215 milioni di euro.

In conclusione possiamo quindi dire che sia vero che sono stati «messi a disposizione della ripartenza delle nostre scuole» 2,9 miliardi di euro per l’anno scolastico 2020/2021.

Le assunzioni di docenti, personale Ata e altri

Un comunicato pubblicato sul sito del Miur l’8 agosto menziona anche «l’assunzione a tempo indeterminato di 97.223 unità tra docenti, personale educativo, Ata e dirigenti scolastici», a cui ha fatto riferimento Speranza nel corso delle sue comunicazioni in Senato.

In particolare, per l’anno scolastico 2020/21 è stata autorizzata con i relativi decreti ministeriali l’assunzione a tempo indeterminato di 84.808 unità di «personale docente per la scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado». Il numero di posti su cui possono essere disposte le assunzioni a tempo indeterminato è assegnato per il 50 per cento alle graduatorie dei concorsi per titoli ed esami attualmente vigenti e, per il restante 50 per cento, alle graduatorie ad esaurimento. Oltre al personale docente sono state assunte11.323 unità di personale amministrativo, tecnico e ausiliario (Ata); 529 dirigenti scolastici; 472 insegnanti di religione cattolica e 91 unità di personale educativo.

Dunque la cifra riportata dal ministro Speranza è corretta ma bisogna specificare che si tratta di assunzioni che sono state autorizzate, non ancora concluse.

Come riporta la testata di settore OrizzonteScuola, che cita una elaborazione della Cisl Scuola, le assunzioni di personale docente fatte finora, secondo la procedura normale (entro il 26 agosto) o tramite la “chiamata veloce” – una possibilità accelerata di immissione in ruolo, creata con la legge 159 del 20 dicembre 2019, art. 1 co. 17 bis e ss., e valida fino alla mezzanotte del 2 settembre – (entro il 2 settembre), dovrebbero costituire circa il 30 per cento del totale di quelle autorizzate dal Miur.

Sui posti non assegnati (i dati definitivi saranno pubblicati entro il 7 settembre dagli Uffici scolastici) si renderà necessario nominare i supplenti da graduatorie provinciali per le supplenze (Gps) e graduatorie d’istituto (Gi).

In ogni caso Speranza, usando l’espressione «sono in corso», fa un’affermazione corretta.

Le 70 mila assunzioni straordinarie, di cui abbiamo parlato in precedenza, sono ulteriori rispetto a queste 97 mila e avverranno solo dopo che sarà terminata la fase di assunzione dei supplenti, attingendo dalle graduatorie d’istituto.

I banchi, a rotelle e non

Veniamo infine alla questione dei «2,4 milioni di nuovi banchi» per le scuole, rivendicati da Speranza.

Il 20 luglio, come si legge sul sito del Miur, il commissario straordinario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri – su richiesta della ministra dell’Istruzione Azzolina – ha indetto una gara per l’acquisto di massimo tre milioni di banchi «per garantire la riapertura dell’anno scolastico in sicurezza»: fino a 1,5 milioni di banchi monoposto tradizionali e fino a 1,5 milioni di sedute attrezzate di tipo innovativo (cioè i famosi banchi con le rotelle).

Le quantità indicate per ciascuna tipologia, specifica però il bando, «hanno un valore puramente indicativo nell’ambito del complessivo fabbisogno di tre milioni di banchi/sedute attrezzate innovative e saranno esattamente definite in sede di contratto». E infatti, come vedremo tra poco, il limite per tipo di 1,5 milioni di unità è stato superato dalle richieste di banchi tradizionali.

Successivamente in due occasioni, il 24 e il 28 luglio, il bando è stato rettificato per modificare i requisiti e poi i termini per partecipare alla gara.

Il massimo previsto di 3 milioni di banchi non è stato raggiunto. Secondo quanto ha riferito alla Camera la ministra Azzolina, ancora il 28 luglio 2020, nel corso di un’informativa urgente del Governo sulle iniziative per l’apertura dell’anno scolastico, le scuole hanno fatto richieste per «2,4 milioni di banchi», di cui «oltre 750 mila sono per la scuola primaria, dunque necessariamente banchi di tipo tradizionale, più adatti per i piccoli, mentre 1,7 milioni sono stati i banchi richiesti per le secondarie, di cui oltre uno su quattro di tipo innovativo».

Il 12 agosto in un comunicato del commissario straordinario per l’emergenza Covid è stato specificato che, al termine delle procedure di gara, sono stati definiti 11 contratti di affidamento «per la fornitura di banchi tradizionali e di sedute innovative, in grado di superare complessivamente l’intero fabbisogno richiesto dai dirigenti scolastici italiani, che era di 2.013.656 banchi tradizionali e di 435.118 sedute innovative». C’è tuttavia una polemica in corso su chi siano i vincitori (la loro identità, come lamentato il 24 agosto anche dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi, non sarebbe infatti ancora stata svelata) e se i contratti siano stati firmati.

Dati che sono in linea con quanto dichiarato dalla ministra Azzolina il 28 luglio e che in ogni caso confermano il numero di 2,4 milioni citato da Speranza (ribadito ancora il 22 agosto da un comunicato pubblicato sul sito del Miur, in cui si legge che «2,4 milioni di banchi monoposto saranno distribuiti nelle scuole»).

Il verdetto

Il ministro della Salute Roberto Speranza, intervenendo in Senato il 2 settembre, ha citato diverse cifre sulla scuola, che abbiamo verificato.

In primo luogo è vero che il governo abbia messo a disposizione – il che significa che non sono risorse già spese – della scuola 2,9 miliardi di euro, in particolare 1,6 miliardi con il decreto “Rilancio” e 1,3 miliardi con il decreto “Agosto”. Serviranno soprattutto a finanziare le assunzioni, l’affitto di spazi e la messa in sicurezza delle scuole.

In secondo luogo è vero che siano state autorizzate più di 97 mila assunzioni tra docenti, dirigenti scolastici e personale Ata e che le immissioni in ruolo siano in corso, ma in misura che potrebbe essere insufficiente. Secondo i sindacati infatti – ma dati definitivi si sapranno solo dopo il 7 settembre – sarebbe stato assunto circa il 30 per cento del totale autorizzato. C’è quindi il rischio (aspetto su cui Speranza non si è espresso) che non tutte le immissioni in ruolo autorizzate vengano effettivamente fatte e che per coprire i buchi sia necessario ricorrere alle supplenze.

Infine è vero che siano stati finalizzati 11 contratti per la fornitura di oltre 2,4 milioni di banchi nuovi: poco più di 2 milioni di banchi tradizionali e più di 4oo mila “sedute innovative”.

Nel complesso per Speranza un “Vero”.