Il 9 marzo mattina, ospite di Agorà su Rai3, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha commentato il ritorno nella sua regione di centinaia di cittadini pugliesi presenti al Nord Italia, in seguito alle misure restrittive adottate l’8 marzo dal governo per la Lombardia e altre 14 province italiane (e poi estese a tutto il Paese il giorno seguente) per il contenimento del contagio da nuovo coronavirus.

In primo luogo, Emiliano ha detto (min. 0:03) che «i moduli di autosegnalazione dei pugliesi rientrati dal Nord, tra ieri [8 marzo, ndr] e oggi [9 marzo, ndr] sono diventati da 2 mila 9.362», stigmatizzando il comportamento dei suoi concittadini.

In seguito, per difendere la sua regione, Emiliano ha dichiarato (min. 0:26) che «più di un terzo delle forze armate italiane è fatta da pugliesi, quindi noi sappiamo obbedire». Dopo pochi secondi, il presidente della Regione Puglia ha aggiunto (min. 0:35) in un inciso: «E credo anche da campani».

I dati sui pugliesi rientrati e su quelli nell’esercito sono corretti, o no? Abbiamo verificato.

Quanti pugliesi sono tornati a casa?

Il 28 febbraio 2020 la Regione Puglia ha messo online un modulo di autosegnalazione per le «persone asintomatiche» che sono transitate o hanno avuto contatti con chi proveniva dalle «aree a rischio», ossia i due focolai in Lombardia e Veneto.

Nella notte dell’8 marzo, Emiliano ha poi annunciato su Facebook di aver firmato una nuova ordinanza (qui il testo integrale) che obbligava chi era tornato in Puglia dal 7 marzo, provenendo dall’intera Lombardia e dalle 14 province interessate dal decreto del governo dell’8 marzo, a comunicare il suo ritorno al proprio medico e di rimanere in «isolamento fiduciario» per 14 giorni.

Secondo i dati citati da Emiliano ad Agorà durante la mattinata del 9 marzo, nel weekend i pugliesi che avevano firmato i moduli di auto-segnalazione sarebbero passati da «2 mila» a «9.362»: un aumento di oltre 7.300 unità. Ma questi numeri sono imprecisi e fuorvianti, per due motivi.

In primo luogo, in un comunicato stampa aggiornato alle ore 9 del 9 marzo (pochi minuti prima dell’ospitata di Emiliano in tv) la Regione Puglia ha chiarito che nella giornata precedente erano state «2.545» le persone che avevano compilato il nuovo modulo di autosegnalazione, e non più di 7 mila come lascia intendere il presidente della Regione.

In secondo luogo, la cifra di 9.362 moduli sembra nascere dalla somma di due cose diverse: un conto era chiedere di compilare i moduli a chi era stato, o aveva avuto contatti con persone che erano state, nel lodigiano e a Vo’ (paesino del Veneto), un altro è chiedere che li compili chiunque è stato, o ha avuto contatti con persone che sono state, in tutta Lombardia e altre 14 province. Un aumento del numero, che è andato crescendo in questo caso è fisiologico.

Infatti, alle ore 19 del 9 marzo, i moduli compilati in totale dal 29 febbraio sono poi saliti a 11.468, di cui 4.651 compilati a partire dall’8 marzo.

Ricapitolando: da fine febbraio alla mattina del 9 marzo, hanno segnalato il loro ritorno in Puglia – prima dalle aree a rischio, poi dal Nord – oltre 9.300 persone, di cui oltre 2.500 – e non oltre 7 mila – nella giornata di domenica 8 marzo.

Il numero complessivo è poi salito nelle ore successive a quasi 11.500, di cui oltre 4.600 dall’8 marzo.

Emiliano non solo esagera la “fuga” dei pugliesi, ma non chiarisce che l’aumento dei numeri dei moduli è detto anche dal fatto che sono cambiati i criteri per la loro compilazione, ampliando l’area di provenienza.

No, un terzo delle forze armate non è pugliese

Guardiamo adesso i numeri sulle forze armate, intese come componenti dell’esercito italiano, per i quali abbiamo le statistiche sulle regioni di provenienza.

Secondo i dati più aggiornati del Ministero della Difesa (anno 2019), l’esercito del nostro Paese conta oltre 99.040 unità. Il 9,4 per cento è nato al Nord (9.307), il 16,5 per cento al Centro (16.287), il 50,8 per cento al Sud (50.352) e il 20,7 per cento nelle Isole (20.541). Ci sono poi 2.555 militari italiani (il 2,6 per cento) che sono nati all’estero.

Dai dati non risulta che «più di un terzo delle forze armate italiane è fatta da pugliesi». Della Puglia sono originari 16.116 militari, ossia il 16,3 per cento: meno di un sesto, dunque la metà rispetto a quanto indicato da Emiliano.

La Puglia resta comunque la seconda regione da cui provengono più militari italiani. Al primo posto troviamo la Campania, con 26.841 soldati (27,1 per cento).

Se sommiamo questi a quelli pugliesi, si scopre che il 43,4 per cento (42.957) delle forze armate viene da queste due regioni: molto più di un terzo, addirittura quasi la metà.

Il verdetto

Il 9 marzo mattina, il presidente della Regione Michele Emiliano è andato in tv, facendo un po’ di confusione sui numeri dei pugliesi tornati al Sud nelle ultime ore («diventati da 2 mila 9.362» secondo Emiliano) e sulla loro presenza nell’esercito («più di un terzo delle forze armate italiane è fatta da pugliesi», secondo Emiliano, che ha anche aggiunto: «E credo anche da campani»).

Da un lato, non è vero che dai moduli di autosegnalazione si evince che l’8 marzo sono rientrati in Puglia oltre 7 mila pugliesi. Il numero corretto, al 9 marzo mattina, era di oltre 2.500.

Dall’altro lato, i militari italiani originari della Puglia non sono un terzo, ma il 16,3 cento, anche se è vero che se sommati ai campani (27,1 per cento) si raggiunge la percentuale del 43,4 per cento.

Nel complesso, un “Nì” per Emiliano.