Il 9 aprile, ospite a Radio anche io su Rai Radio1, il senatore del Movimento 5 stelle Vito Petrocelli ha detto (min. 40:27) che prima della guerra civile del 2011 la Libia era il Paese con «il miglior welfare dell’Africa».



È davvero così? Abbiamo verificato.



Misurare il benessere di un Paese



Vediamo, per prima cosa, che cosa intendere con «welfare». Partiamo da una definizione che lo intenda come “benessere”. Esistono vari modi di misurare il benessere di una nazione: analizzeremo la situazione della Libia nel 2011 sotto diversi aspetti.



Il più comune è il Prodotto interno lordo (Pil) e, in particolare, quello pro capite. Il Pil misura il valore dei beni e servizi prodotti in un’economia in un dato periodo di tempo. Il Pil pro capite divide il valore ottenuto per il numero di cittadini del Paese: più grande è la popolazione, più piccolo è il valore del Pil pro capite (a parità di Pil).



Nonostante la sua vasta applicazione, il Pil viene talvolta considerato una misura inadatta per quantificare il benessere dei cittadini di una nazione. Economisti ed istituzioni internazionali chiedono da tempo la sua sostituzione con indicatori che tengano conto anche di aspetti che non siano prettamente di carattere economico-produttivo.



Per questa ragione, non ci limiteremo ad esaminare il livello del Pil pro capite libico, ma utilizzeremo anche il principale indicatore alternativo al Pil: l’indice di sviluppo umano (Human Development Index o Hdi). Oltre a questo indicatore non è stato possibile utilizzarne di alternativi (come, ad esempio, il World Happiness Report e il Coefficiente di Gini, per mancanza di dati relativi al periodo preso in esame).



Torniamo all’indice di sviluppo umano. Ideato dal programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (Undp), lo strumento tiene in considerazioni tre aspetti del benessere: avere una vita lunga e sana, godere di uno standard di vita decente e, infine, di un buon livello di istruzione/conoscenze. Per valutare ognuna di queste componenti, l’Hdi misura l’aspettativa di vita alla nascita, il reddito nazionale lordo pro capite – che, contrariamente al Pil, misura anche i redditi dei cittadini generati all’estero e riportati nel Paese – e due misure inerenti agli anni di educazione scolastica degli abitanti. Il risultato può così variare da 0 (per niente sviluppato) a 1 (completamente sviluppato).



Il Pil reale della Libia di Gheddafi



Nel 2010, anno prima della caduta di Gheddafi, il Pil pro capite reale (calcolato prendendo in considerazione un anno di riferimento e ricalcolando i prezzi come se fossero rimasti invariati) era pari a 12.120 dollari annui. Ciò faceva della Libia il secondo Paese più ricco del continente africano, preceduto solamente dalla Guinea Equatoriale (17.136 dollari pro capite). La Guinea Equatoriale aveva però una popolazione di soli 951 mila abitanti, contro i circa 6,2 milioni di abitanti del Paese libico.



La Libia si trovava poi in settima posizione in termini di Pil reale totale (74.770 miliardi di dollari), precedendo Paesi africani nettamente più popolosi come Tunisia (1,7 volte la popolazione libica), il Kenya (6,7 volte la popolazione libica ) e il Sudan (5,6 volte la popolazione libica).



Nel 2017 il Paese si piazzava invece in settima posizione per Pil pro capite reale (7.314 dollari annui) e in tredicesima posizione in termine di Pil reale (46.628 miliardi di dollari).



L’indice di sviluppo umano nella Libia pre-guerra civile



Per quanto riguarda l’indice di sviluppo umano, la Libia aveva nel 2010 un Hdi del valore di 0,755. L’aspettativa di vita era di 74,5 anni, gli anni medi di istruzione della popolazione erano 7,3 e il reddito lordo nazionale pro capite reale era di 17.068 dollari annui.



La Libia risultava quindi essere il primo Paese in Africa e il 53° al mondo per indice di sviluppo umano.



Nel 2017, al contrario, il Paese era scivolato alla 108° posizione. L’Hdi ha registrato un valore pari 0,706 (-4,9 per cento). Il calo è dovuto a un peggioramento di tutte e tre le componenti principali: l’aspettativa di vita è scesa a 72,1 anni (-3,2 per cento), l’istruzione media della popolazione è rimasta inalterata, ma gli anni attesi di istruzione per i bambini che hanno iniziato la scuola nel 2017 sono calati del 18,8 per cento (dai 16,5 anni del 2010 ai 13,4 anni del 2017). Infine, anche il reddito lordo nazionale pro capite si è abbassato, toccando gli 11.100 dollari annui.



La Libia è passata così ad essere il 6° Paese del continente africano in termini di sviluppo umano, sorpassata da Seychelles (62° posizione), Mauritius (65° posizione), Algeria (85° posizione), Tunisia (95° posizione) e Botswana (101° posizione).



Sebbene non la pongano sempre in prima posizione, altri dati confermano come il livello di benessere della Libia fosse uno dei più alti del continente.



Secondo l’Undp, il 97 per cento della popolazione libica aveva accesso a servizi igienico-sanitari (primo tra i Paesi africani). Oltre a farla svettare tra i Paesi nordafricani, questo dato tracciava una linea netta tra la Libia e i Paesi del resto del continente, quasi tutti con un livello di copertura igienico-sanitaria inferiore all’80 per cento.



In termine di alfabetizzazione, la Libia si posizionava invece in sesta posizione tra i Paesi africani: l’88,4 per cento della popolazione sapeva leggere e scrivere. Il Paese era preceduto solamente dalla Guinea Equatoriale (93 per cento) dalle Seychelles (91,8 per cento), dallo Zimbabwe (91,4 per cento), dal Lesotho (89,5 per cento) e dal Sudafrica (89 percento). Allo stesso tempo, la Libia era la prima tra i Paesi africani per la percentuale di persone iscritte all’università sul totale della popolazione in età universitaria (55,7 per cento).



Infine, il report dell’indice di sviluppo umano ricorda come la Libia fosse il quarto Paese al mondo per i progressi non-economici fatti dal 1970 e come, nonostante la non-democraticità delle sue istituzioni, fosse riuscita a garantire servizi essenziali alle fasce medio-povere della società.






Tabella 1: Paesi con i maggiori progressi (economici e non-economici) nel livello di sviluppo umano dal 1970 al 2010 – Fonte: Human Development Report 2010



La libertà in Libia



Dunque, due dei più importanti indici di benessere confermano quanto detto dal senatore Petrocelli.



Bisogna però ricordare che la Libia nel 2010 si trovava in 158° posizione nel Democracy Index dell’Economist e tra i 9 Paesi peggiori al mondo in termini di libertà civili e politici secondo la classifica della Ong Freedom House.



Il verdetto



Vito Petrocelli ha dichiarato che prima del 2011 la Libia godeva di un welfare superiore a quello di tutti gli altri Stati africani.



Sia il Pil pro capite reale sia l’indice dello sviluppo umano sembrano dare ragione al senatore. La Libia nel 2010 godeva di un livello di benessere unico in Africa: la Guinea Equatoriale, il solo Paese con un Pil pro capite reale superiore a quello libico, aveva però un numero nettamente inferiore di abitanti (951 mila contro 6.170 milioni). La Libia era anche prima in Africa per indice di sviluppo umano (Hdi). Bisogna però ricordare come la Libia era (ed è) in fondo alle classifiche per quanto riguarda le libertà civili e politiche godute dai suoi cittadini.



Vito Petrocelli merita un “Vero”.