Il 6 agosto il governo Draghi ha introdotto l’obbligo di green pass per tutto il personale scolastico: a partire da settembre quindi gli insegnanti, ma anche i tecnici o il personale amministrativo, dovranno provare di essere vaccinati contro la Covid-19, oppure mostrare l’esito di un tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti o il certificato di recente guarigione dalla malattia per poter entrare in aula o in ufficio.

La decisione è stata criticata da diversi esponenti politici, che l’hanno definita generalmente come «discriminatoria». In particolare il 24 agosto Bianca Laura Granato, già senatrice per il Movimento 5 stelle e ora nel gruppo Misto, ha scritto su Facebook che «solo in Italia esiste l’obbligo di green pass per le scuole».

Ma le cose stanno davvero così? Abbiamo controllato: se è vero che al momento siamo gli unici ad aver formalmente imposto l’obbligo di mostrare la certificazione verde per il personale scolastico, diversi Paesi hanno adottato regole molto simili per consentire l’accesso agli edifici scolastici, mentre altri non hanno ancora presentato un piano definitivo per l’avvio del nuovo anno scolastico ma starebbero prendendo in considerazione l’ipotesi.

Come funziona in Italia

Nel nostro Paese l’obbligatorietà del green pass per il personale scolastico è stata introdotto dal decreto-legge n. 111 del 6 agosto 2021. All’articolo 9-ter, in particolare, si legge che a partire «dal 1° settembre 2021 e fino al 31 dicembre 2021», quando scadrà ufficialmente lo stato di emergenza, «tutto il personale scolastico del sistema nazionale di istruzione e universitario, nonché gli studenti universitari, devono possedere e sono tenuti a esibire la certificazione verde Covid-19».

Il mancato rispetto della norma verrà considerato come «assenza ingiustificata» per i primi cinque giorni. Successivamente il rapporto di lavoro, e quindi anche la relativa retribuzione, verranno sospesi. Il decreto chiarisce inoltre che i controlli del caso dovranno essere svolti dai dirigenti scolastici e dai responsabili dei servizi educativi.

Ricordiamo che il green pass può essere ottenuto dopo aver ricevuto almeno una dose di vaccino – ma in questo caso rimarrà valido nel tempo solo se si completa il ciclo vaccinale –, presentando un tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti, oppure se si è guariti dalla Covid-19 nel corso degli ultimi sei mesi.

Vediamo ora qual è la situazione negli altri principali Paesi europei.

Le regole nei grandi Paesi europei

In Francia «nessun pass» per studenti o insegnanti

In Francia, il governo ha per ora escluso la possibilità di imporre il green pass (che lì si chiama pass sanitaire) come obbligatorio per il mondo scolastico.

Il 22 agosto infatti il ministro dell’Istruzione Jean-Michel Blanquer ha affermato che «quando si tratta di entrare in un edificio scolastico non ci sarà alcun pass, né per gli studenti né per gli insegnanti». Blanquer ha giustificato la decisione affermando che «il mondo della scuola deve restare accessibile a tutti».

La Francia, comunque, è considerata insieme all’Italia uno dei Paesi più restrittivi per quanto riguarda l’uso della certificazione verde, che è attualmente obbligatoria per accedere ad esempio a bar e ristoranti, ospedali, fiere e saloni, viaggi aerei o ferroviari di lunga percorrenza e centri commerciali. A differenza dell’Italia, al momento in Francia la certificazione è richiesta solo per i maggiorenni, ma a partire dal 30 settembre diventerá obbligatoria anche per i ragazzi tra i 12 e i 17 anni.

La Spagna boccia il “pasaporte Covid”

Situazione differente in Spagna, dove invece il green pass, o “pasaporte Covid”, non è richiesto per entrare nei luoghi pubblici. Alcune Comunità autonome – enti simili alle nostre Regioni ma con un maggior livello di indipendenza rispetto al governo centrale – avevano cercato di imporre l’uso del green pass per accedere a ristoranti o discoteche (è il caso delle Isole Canarie, dell’Andalusia, della Cantabria e della Galizia) ma la decisione è poi stata bocciata dai tribunali locali e nazionali.

La Spagna non ha ancora presentato linee guida specifiche per regolare l’inizio del prossimo anno scolastico e il Ministero dell’Educazione ha in programma di riunirsi il 25 agosto per discuterne. In ogni caso, i nostri colleghi fact-checker di Maldita.es ci hanno confermato che il governo ha per ora escluso la possibilità di imporre la vaccinazione obbligatoria per i docenti, scelta che la ministra dell’Educazione Pilar Alegría ha motivato affermando che «quasi tutti lo hanno fatto volontariamente».

Germania, regole diversi per i länder

Infine in Germania, come per le altre decisioni sul tema prese nel corso della pandemia, anche la riapertura delle scuole è materia di competenza dei vari länder, i 16 Stati federati che costituiscono il Paese.

Un portavoce del Ministero della Salute tedesco ha confermato a Pagella Politica che i singoli Stati «possono regolare in modo indipendente» le restrizioni e gli obblighi imposti agli studenti e al personale scolastico per contenere il diffondersi del nuovo coronavirus, e ha aggiunto che il Ministero al momento non ha a disposizione un report complessivo che riassuma la situazione in tutti i 16 länder.

Sembra però che almeno alcuni abbiano adottato misure simili a quelle italiane. A Berlino per esempio a partire dal 30 agosto 2021 sia gli insegnanti che gli studenti non vaccinati e non guariti dalla Covid-19 dovranno sottoporsi a due tamponi a settimana: una misura che, anche se formulata in modo diverso, non si discosta troppo dalla normativa italiana secondo cui è possibile ottenere il green pass senza immunizzarsi presentando l’esito di un nuovo tampone negativo ogni 48 ore. La stessa misura è stata adottata in varie altre regioni tedesche come per esempio quella di Schleswig-Holstein, in Saarland, nella Sassonia-Anhalt o in Brandeburgo.

In molti casi però le scuole tedesche hanno deciso di utilizzare dei test antigenici rapidi eseguibili autonomamente in casa, senza bisogno di supporto medico. In Italia questi kit non sono validi per ottenere il green pass.

Regno Unito: test volontari

Il Regno Unito invece consiglia al personale scolastico di effettuare due test a settimana almeno fino a fine settembre, quando le linee guida verranno riviste, ma la procedura non è obbligatoria.

Se quindi al momento in Francia, Spagna e Inghilterra l’accesso agli edifici scolastici rimane sostanzialmente libero anche per chi è sprovvisto di green pass – con le dovute limitazioni –, diversi Stati federali in Germania hanno invece di fatto adottato misure simili a quelle italiane: se non sono vaccinati o guariti dalla Covid-19, studenti e insegnanti devono sottoporsi al tampone due volte a settimana per poter accedere agli edifici scolastici. Al netto della differenza sopra evidenziata sull’utilizzabilità dei test rapidi, si tratta sostanzialmente degli stessi requisiti con con cui nel nostro Paese si può ottenere il green pass e, appunto, entrare a scuola.

Vediamo ora com’è la situazione in alcuni degli altri Paesi europei che presentano casi interessanti.

Il resto d’Europa

Come confermato dai nostri colleghi fact-checker di Ellinika Hoaxes, la Grecia ha adottato un modello simile a quello già visto per alcuni länder tedeschi: gli insegnanti non vaccinati o sprovvisti di certificato di recente guarigione dovranno presentare due tamponi negativi a settimana, a loro spese. Lo stesso vale per gli studenti, che però potranno svolgere il test gratuitamente.

Nei Paesi Bassi lo staff scolastico ancora non vaccinato può decidere di sottoporsi a un test due volte a settimana, «come precauzione», mentre in Danimarca al momento non sono richiesti né il vaccino né il tampone negativo o il certificato di guarigione per accedere a scuola. In Irlanda il governo, pur consigliando la vaccinazione, ha confermato che gli insegnanti non saranno tenuti a mostrare alcuna prova a riguardo. Le linee guida per il ritorno a scuola pubblicate lo scorso 20 agosto non menzionano nemmeno la necessità di effettuare tamponi con cadenza regolare o di presentare prova di guarigione dalla malattia.

Infine, diversi Stati europei non hanno ancora rilasciato linee guida definitive per quanto riguarda la ripresa delle lezioni: è il caso per esempio – oltre alla Spagna, come detto – dell’Estonia o del Portogallo, ma secondo la stampa locale in entrambi i Paesi si sta discutendo riguardo alla possibilità di imporre test anti-Covid molto frequenti come alternativa alla vaccinazione obbligatoria per il personale scolastico.

In conclusione

A partire dal 1° settembre e almeno fino al 31 dicembre 2021 sarà obbligatorio per tutto il personale scolastico e per gli studenti universitari mostrare il green pass per entrare in aula o in ufficio. La decisione, presa dal governo Draghi, è stata criticata da diversi esponenti politici che l’hanno definita “discriminatoria”. Abbiamo analizzato qual è la situazione in diversi Stati dell’Ue e l’Italia risulta avere tra le norme più severe.

Tra i grandi Paesi europei Francia e Spagna non hanno imposto né la vaccinazione, né l’obbligo di tampone negativo o di certificato di guarigione per il personale scolastico. Al contrario diversi länder tedeschi richiederanno sia al personale scolastico che agli studenti non vaccinati di presentare l’esito di un test anti-Covid negativo due volte a settimana per poter accedere agli edifici.

Questo di fatto è possibile anche in Italia, dove per ottenere il green pass i non-vaccinati devono presentare un tampone negativo ogni 48 ore. La stessa soluzione è stata adottata anche dalla Grecia e sembra che anche altri Stati europei si stiano orientando in questa direzione.