Tutte le volte che Azione e Italia viva hanno votato «con la destra»

Conte ha accusato i due partiti di aver votato alcune volte in Parlamento insieme al governo. Secondo Calenda questa accusa è «falsa, Ucraina a parte». Abbiamo verificato chi ha ragione
Pagella Politica
Il 16 marzo il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte e il segretario di Azione Carlo Calenda si sono confrontati al Congresso nazionale della Cgil, insieme con i leader degli altri partiti di opposizione. Durante l’incontro Conte ha accusato (min. 46:15) Calenda e il suo alleato e leader di Italia viva Matteo Renzi di aver votato «con la destra» in Parlamento, per esempio su «alcune mozioni». «Noi con la destra non abbiamo mai votato», ha subito replicato (min. 46:47) Calenda, citando come unica eccezione i provvedimenti sulla guerra in Ucraina. Il giorno dopo il leader di Azione ha ribadito nella sua newsletter che l’accusa di Conte è «falsa, Ucraina a parte».

Tra Conte e Calenda chi ha ragione? Abbiamo verificato che cosa hanno votato i partiti in Parlamento in questa legislatura: in almeno cinque occasioni il gruppo di Azione e Italia viva ha votato allo stesso modo dei partiti che sostengono il governo di Giorgia Meloni.

Il voto sul decreto “Aiuti-ter”

Il 10 novembre, per esempio, i deputati di Azione e Italia viva hanno votato a favore della conversione in legge del decreto “Aiuti-ter” insieme a Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi moderati. Questo provvedimento era stato però presentato a settembre in Parlamento dal governo dimissionario di Mario Draghi, sostenuto sia da Azione sia da Italia viva, e prevedeva una serie di misure contro l’aumento dei prezzi dell’energia. In quell’occasione i deputati del Partito democratico e del Movimento 5 stelle, che pure avevano sostenuto il governo Draghi, si erano astenuti, mentre quelli di Alleanza Verdi-Sinistra avevano votato contro. Il decreto-legge è stato convertito definitivamente in legge dal Senato il 16 novembre. Anche in questo caso i senatori del centrodestra e quelli di Azione-Italia viva hanno votato a favore, quelli del Partito democratico e del Movimento 5 stelle si sono astenuti, mentre quelli di Alleanza Verdi-Sinistra hanno votato contro. 

L’emendamento sul “merito”

Quasi un mese dopo, a dicembre, il Parlamento ha approvato la conversione in legge del decreto-legge con cui il governo Meloni ha cambiato i nomi e le competenze di alcuni ministeri. Il 5 dicembre, prima della votazione del provvedimento alla Camera, i deputati di Azione e Italia viva hanno votato [1], insieme alla maggioranza di centrodestra, contro gli emendamenti identici del Partito democratico, del Movimento 5 stelle e di Alleanza Verdi-Sinistra che proponevano di eliminare la parola “merito” dalla nuova denominazione del Ministero dell’Istruzione, che ha assunto il nome di “Ministero dell’Istruzione e del Merito”. 

«Il concetto di merito è intrinsecamente e ontologicamente inscindibile dal concetto di pari opportunità. Ma allora perché non avete proposto nell’emendamento che al merito si accoppiasse il concetto di “pari opportunità”? Ve lo avrei firmato subito», aveva affermato il deputato di Azione-Italia viva Luigi Marattin durante la discussione in aula. Il 6 dicembre i deputati di Azione-Italia viva hanno comunque votato contro la conversione in legge del provvedimento e lo stesso hanno fatto nella votazione finale al Senato il 14 dicembre.

La relazione di Nordio

A gennaio 2023, sia al Senato [2] che alla Camera [3], il gruppo di Azione-Italia viva ha votato a favore delle risoluzioni dei partiti al governo sulla relazione del ministro della Giustizia Carlo Nordio sullo stato dell’amministrazione della giustizia. A loro volta le risoluzioni sulla giustizia presentate dai parlamentari di Azione-Italia viva sono state approvate con il voto favorevole dei partiti del centrodestra. 

«Signor ministro, voteremo “sì” alla sua relazione. Sono membro di questo Parlamento da tanti anni, da quasi 17 anni, e quasi mai ho visto intorno alle posizioni di un Guardasigilli un tale calore, consenso e condivisione da parte di quest’aula», aveva dichiarato il deputato di Azione-Italia viva Enrico Costa dopo la relazione di Nordio. «Abbiamo alcuni punti che sono inseriti nel suo programma e sono assolutamente complementari con le cose che lei ha detto». Tra questi ci sono la separazione delle carriere dei magistrati e la modifica dell’abuso di ufficio.

I voti sull’Ucraina

L’11 gennaio il gruppo parlamentare di Azione e Italia viva ha votato in Senato a favore del decreto “Ucraina”, con cui il governo Meloni ha prorogato fino alla fine del 2023 l’invio di armi al Paese invaso dalla Russia. Due settimane dopo, il 24 gennaio, i deputati di Azione-Italia viva hanno confermato il voto favorevole al provvedimento alla Camera. Tra i favorevoli al decreto “Ucraina” c’è stato anche il Partito democratico, mentre il Movimento 5 stelle e Alleanza Verdi-Sinistra hanno votato contro. 

A dicembre le due aule del Parlamento avevano già approvato due risoluzioni sulla proroga dell’invio delle armi, e anche in quel caso il Partito democratico e Azione-Italia viva hanno votato con il governo.

Le mozioni sul processo penale

L’ultima volta in ordine temporale che Azione e Italia viva hanno votato in accordo con la maggioranza risale al 15 marzo, quando la Camera ha approvato due mozioni, una dei partiti al governo [4] e una del gruppo parlamentare di Calenda [5], sulla riforma del processo penale. Entrambe le mozioni sono state approvate con il voto favorevole dei deputati del centrodestra e dei deputati di Azione-Italia viva, mentre quelli degli altri partiti di opposizione hanno votato contro.

Tiriamo le somme

Ricapitolando: su 17 leggi approvate finora in questa legislatura, Azione e Italia viva hanno votato come il governo in cinque occasioni. Tra queste, oltre ai già citati decreto “Aiuti-ter” e decreto “Ucraina”, ci sono il decreto-legge che ha esteso le operazioni di voto in occasione delle elezioni nel 2023, la proposta di legge che ha istituito la Commissione parlamentare di inchiesta sulle mafie e quella che ha istituito la Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio. In questi ultimi tre casi il voto favorevole è stato unanime da parte di tutti partiti, sia della maggioranza sia dell’opposizione. Il 7 marzo alcuni deputati di Azione-Italia viva hanno votato a favore del decreto-legge che ha introdotto una serie di misure sugli eventi calamitosi, mentre altri non hanno partecipato alla votazione. In quel caso, Partito democratico, Movimento 5 stelle e Alleanza Verdi-sinistra si sono astenuti. 
***

[1] La votazione è la numero 16. 

[2] La votazione è la numero 1.

[3] La votazione è la numero 30.

[4] La votazione è la numero 1.

[5] La votazione è la numero 19.

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