Vi abbiamo raccontato tutte le “Panzane pazzesche” dei due vicepremier del governo Conte, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, ma spesso le dichiarazioni degli esponenti dell’esecutivo giallo-verde che abbiamo verificato erano sbagliate, sì, ma non così assurde da meritarsi il marchio di “Panzane”.

Abbiamo allora raccolto qui il meglio dei “Pinocchio andante” – il nostro verdetto per le dichiarazioni vaghe o esagerate che giungono a conclusioni scorrette – del governo Conte. Buona lettura!

Gli errori di Salvini su migranti e rom

L’8 agosto 2019, quando già covava la crisi di governo nella speranza di portare il Paese alle urne, il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha sostenuto in un comizio a Pescara che fino all’anno scorso sbarcassero 200 mila immigrati all’anno, che chi li faceva sbarcare si prendeva 35 euro al giorno e «si portava a casa 6 miliardi di euro».

Come abbiamo verificato, non si è mai raggiunta la cifra di 200 mila sbarchi negli ultimi anni. Nel 2016 si è toccato il record di 180 mila sbarchi, ma nel 2017 – complice l’accordo con le fazioni libiche siglato dal precedente ministro dell’Interno Marco Minniti – era già sceso a meno di 120 mila e nel 2018 a meno di 25 mila.

Inoltre i 35 euro non sono quanto guadagna chi si occupa di accoglienza dei migranti ma la spesa per lo Stato, peraltro tenendo conto il margine alto della media nazionale.

Infine, 6 miliardi è una cifra imprecisa. Nel 2017, per esempio, sono stati stanziati 4,3 miliardi di euro per la crisi dei migranti, ma per l’accoglienza è stato destinato circa il 68 per cento di queste risorse. Il resto è andato in soccorso in mare e istruzione e sanità.

Salvini, sempre sul tema migranti, aveva poi sostenuto a inizio 2019 che «in Italia i profughi veri arrivano in aereo». Anche questa affermazione è sbagliata: i migranti arrivati in Italia che hanno visto riconosciuto il proprio status di rifugiati negli ultimi anni sono arrivati in prevalenza via mare, con i cosiddetti “barconi”. Via aereo, con i corridoi umanitari, è arrivata solo una esigua minoranza.

Infine, ad aprile 2019 il leader della Lega aveva affermato che «i campi rom non esistono da nessun’altra parte d’Europa, non vedo perché debbano esistere in Italia». È falso.

Come abbiamo verificato, non è vero che i campi rom siano una peculiarità italiana. Esistono campi in molti altri Paesi europei, sia occidentali che orientali, sia del nord che del sud, sia legali – e magari attrezzati con certi servizi – sia illegali, periodicamente demoliti dalla polizia.

Di Maio triplica gli evasori

Anche il capo politico del M5s Luigi Di Maio ha collezionato a sua volta diversi “Pinocchio andante”, con affermazioni che hanno spaziato dal reddito di cittadinanza allo spazio in tv dato a maggioranza e opposizione.

Qui riportiamo però una sua dichiarazione, secondo cui in Italia l’evasione fiscale sarebbe pari a 300 miliardi di euro. Il dato è sbagliato del 200 per cento: secondo le elaborazioni della commissione del Ministero dell’economia che si occupa proprio di questa materia l’evasione nel 2016 (ultimo dato disponibile) è stata pari a 96 miliardi di euro.

Dai soldi all’università alle assenza dei ministri in Europa

Ma tra i membri dell’esecutivo non sono stati solo i due vicepremier a meritarsi i nostri “Pinocchio andante”.

Possiamo citare il sottosegretario all’Istruzione Lorenzo Fioramonti (M5s), convinto che questo governo sia stato il primo ad aumentare i fondi per l’università: un aumento c’è stato, ma non è davvero un inedito. Negli ultimi 12 anni, quelli con una riduzione del fondo per le spese universitarie sono stati solo tre – tra cui uno molto consistente, all’inizio della crisi, di oltre 800 milioni di euro. Ma la norma degli ultimi anni è stato un leggero aumento.

Un errore simile è stato commesso anche dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che il 28 febbraio 2019 aveva sostenuto che «ProteggItalia è il più grande piano di messa in sicurezza, lotta al dissesto idrogeologico e prevenzione del nostro Paese». Come abbiamo scritto, non è vero. È un investimento non troppo dissimile da quelli dei precedenti governi Gentiloni e Renzi attraverso il progetto ItaliaSicura.

Possiamo infine citare il sottosegretario al Ministero degli Affari esteri Manlio Di Stefano, che a fine luglio ha accusato Salvini di non andare ai consigli europei di sua competenza, cosa che al contrario farebbero «sempre» i ministri del Movimento. È un’affermazione scorretta. Fatta eccezione per la ministra Trenta e la ministra Lezzi, i ministri del (o vicini al) M5s sono stati assenti a più di una riunione del Consiglio dell’Ue. Come, del resto, anche quelli della Lega e indipendenti. Inoltre, i ministri del M5s hanno avuto un tasso di partecipazione piuttosto simile a quello dei ministri della Lega.