In 10 anni la giustizia è stata “riformata” più di una volta l’anno

Il disegno di legge presentato dal governo Meloni è solo l’ultimo di una lunga serie
Ansa
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Nella serata di giovedì 15 giugno il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge di riforma della giustizia presentato dal ministro Carlo Nordio. Il testo ufficiale della riforma non è ancora stato pubblicato, ma il governo Meloni ne ha riassunto i contenuti in un comunicato stampa e in una conferenza stampa. Tra le altre cose, il provvedimento punta ad abolire il reato di abuso di ufficio e a riformare le regole sulle intercettazioni. Il testo passa ora all’esame del Parlamento: per diventare legge a tutti gli effetti dovrà essere infatti approvato sia dalla Camera sia dal Senato nella stessa versione.   

La riforma presentata dal governo è solo l’ultima di una lunga serie. In base alle verifiche di Pagella Politica, dal 2013 a oggi i governi hanno approvato più di dieci riforme della giustizia, dal processo penale a quello civile, modificando più volte le norme approvate dai loro predecessori.

Da Letta a Gentiloni

Partendo dal 2013, il primo governo a intervenire sulla giustizia è stato quello di Enrico Letta (Partito Democratico). Nel cosiddetto “decreto Fare”, convertito in legge ad agosto 2013, il governo Letta ha modificato alcune regole del processo civile, le norme sui tirocini formativi nei tribunali, sull’organico dei magistrati e sul percorso per diventare avvocato. 

Durante il governo Renzi, subentrato a Letta a febbraio del 2014, sono stati approvati almeno sei provvedimenti di riforma della giustizia. A novembre 2014 il Parlamento ha convertito un decreto-legge per smaltire le cause arretrate dei processi civili, mentre un anno dopo, ad agosto 2015, è stato convertito il decreto di riforma della giustizia civile, voluto dall’allora ministro della Giustizia Andrea Orlando (Partito Democratico). Il governo Renzi non è intervenuto solo sul processo civile: a giugno 2014 ha presentato un decreto-legge per migliorare il funzionamento dei tribunali, approvato dal Parlamento nel mese di agosto. A dicembre 2014 Orlando ha poi presentato un disegno di legge di riforma complessiva del processo penale, che è stato approvato in via definitiva solo nel 2017, durante il governo di Paolo Gentiloni, di cui Orlando era ancora una volta ministro della Giustizia. Durante il governo Gentiloni è stato approvato anche un decreto-legge di riforma della giustizia amministrativa, presentato da Orlando durante il governo Renzi.

Da Conte a Draghi

La principale riforma della giustizia approvata dal primo governo Conte, sostenuto dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle, è stata la cosiddetta “legge Spazzacorrotti”, approvata a dicembre 2018. La novità più rilevante introdotta da questa legge ha riguardato la prescrizione, ossia il tempo entro il quale un reato si estingue. Questa riforma prevedeva che lo scorrere della prescrizione fosse sospeso dopo la sentenza di primo grado e fino al pronunciamento della sentenza definitiva. In precedenza il corso della prescrizione (la cui durata era calcolata in base alla pena massima prevista per il reato) continuava anche durante il secondo e terzo grado di giudizio. A febbraio 2020 la legge “Spazzacorrotti” è stata ritenuta incostituzionale. 

Bonafede ha mantenuto il ruolo di ministro della Giustizia nel secondo governo Conte, quello sostenuto da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Liberi e Uguali e Italia Viva. A gennaio 2020 Bonafede ha presentato un decreto di riforma delle regole sulle intercettazioni, convertito in legge dal Parlamento alla fine di febbraio. Bonafede ha poi presentato un disegno di legge delega per la riforma della giustizia penale e uno per la riforma della giustizia civile. Un disegno di legge delega stabilisce la serie di principi che il governo deve seguire per approvare determinate misure, attraverso i cosiddetti “decreti legislativi”. In questo caso, approvata una legge delega, i provvedimenti presi dal governo non devono più passare per l’approvazione del Parlamento. 

Complice la caduta del secondo governo Conte, i due disegni di legge delega sono stati approvati dal Parlamento durante il governo di Mario Draghi, rispettivamente il 23 settembre e il 25 novembre 2021. Durante l’esame parlamentare i testi hanno subito varie modifiche apportate dall’allora ministra della Giustizia Marta Cartabia. Per quanto riguarda il processo penale, la delega al governo ha modificato le norme volute da Bonafede sulla prescrizione, sospendendola dopo una sentenza di primo grado solo in caso di condanna. A ottobre 2022 Cartabia ha approvato i due decreti legislativi per attuare le riforme, che rientrano tra gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), finanziato dall’Unione europea con oltre 191 miliardi di euro. Il governo Draghi ha poi approvato un’altra riforma del sistema giudiziario presente tra gli obiettivi del Pnrr, ossia quella della giustizia tributaria.

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