Nella serata di martedì 28 febbraio il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, guidato da Gilberto Pichetto Fratin (Forza Italia), ha annunciato che il giorno dopo, mercoledì 1° marzo, l’Italia avrebbe espresso a Bruxelles una «posizione contraria» al regolamento europeo che propone di vietare la vendita di auto a benzina e diesel nell’Unione europea a partire dal 2035. Con questa scelta però il governo di Giorgia Meloni ha fatto marcia indietro rispetto alle decisioni prese nelle scorse settimane. 

Lo scorso 14 febbraio il Parlamento europeo ha approvato la proposta di regolamento sullo stop a partire dal 2035, che per entrare definitivamente in vigore ha bisogno di un’ultima conferma da parte del Consiglio dell’Unione europea, un organo che rappresenta i 27 governi dell’Ue. Il 1° marzo era in programma a Bruxelles un incontro del Comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper), un organismo che coordina i lavori del Consiglio dell’Ue, ma dopo l’annuncio della posizione contraria dell’Italia e dei dubbi della Germania sull’approvazione del regolamento, il dibattito nel Coreper è stato rinviato a venerdì 3 marzo. 

Nelle scorse settimane questo organismo era già stato chiamato in causa proprio sul regolamento che propone di vietare la vendita di auto a benzina o diesel nell’Ue dal 2035, senza che l’Italia manifestasse la propria opposizione. Da marzo 2021 il rappresentante permanente italiano al Coreper è l’ambasciatore Pietro Benassi: il suo ruolo, come suggerisce il nome, è quello di rappresentare le istanze italiane durante le trattative condotte dal Consiglio. Il 16 novembre 2022, quando in carica c’era già il governo Meloni, il Coreper aveva approvato il testo dell’intesa sul regolamento raggiunto nei mesi prima dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Ue, i due organismi che detengono il potere legislativo nell’Ue. Fonti stampa, nel dare la notizia, non avevano riportato un’eventuale opposizione italiana. 

Alcuni giorni prima, il 27 ottobre 2022, il Consiglio dell’Ue si era riunito, mettendo a confronto i ministri dell’Energia dei Paesi Ue, per confermare l’intesa con il Parlamento Ue. Da pochi giorni il ministro incaricato di rappresentare il governo italiano di Meloni era Pichetto Fratin. «Gli obiettivi climatici sono imprescindibili, tuttavia come ha detto la premier, la sostenibilità ambientale deve andare di pari passo con quella sociale ed economica. Già da viceministro dello Sviluppo, nel precedente governo, mi sono occupato di favorire scelte che tenessero conto delle esigenze di competitività della seconda manifattura d’Europa», aveva dichiarato il ministro il giorno dopo al Corriere della Sera, senza manifestare una posizione contraria del governo all’accordo.

Ora Pichetto Fratin e il governo sembrano aver cambiato idea. «L’utilizzo di carburanti rinnovabili, compatibili con i motori termici (quelli che consumano benzina e diesel, ndr) contribuirà a una riduzione delle emissioni senza richiedere inattuabili sacrifici economici ai cittadini», ha dichiarato il 28 febbraio Pichetto Fratin nel comunicato stampa con cui il suo ministero ha annunciato il parere contrario dell’Italia nel Coreper. 

Il percorso del regolamento di cui si sta discutendo è stato lungo e articolato. La proposta di vietare la vendita di auto a benzina e diesel nell’Ue dal 2035 è stata avanzata a luglio 2021 dalla Commissione europea per ridurre le emissioni di CO2. La proposta è stata poi analizzata e votata varie volte nel Parlamento europeo, dove i partiti di centrodestra (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia) hanno manifestato la loro opposizione.