Gli italiani con un’arma non sono lo 0,02 per cento, come dice Piantedosi

In televisione il ministro dell’Interno ha indicato un dato scorretto sulla percentuale di popolazione maggiorenne che «possiede un’arma»
ANSA/MASSIMO PERCOSSI
ANSA/MASSIMO PERCOSSI
L’11 gennaio, ospite a L’aria che tira su La7, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha smentito (min. 0:59:28) che in Italia ci siano troppe armi. «I dati parlano chiaro», ha detto il ministro, secondo cui nel nostro Paese solo lo 0,02 per cento della popolazione maggiorenne «possiede un’arma».

Al di là della legittima opinione di Piantedosi sulla diffusione delle armi in Italia, la percentuale che ha indicato in tv non è corretta.

Come abbiamo spiegato in un’altra analisi, al momento è impossibile sapere quante armi sono detenute legalmente e illegalmente nel nostro Paese. Mancano infatti i dati relativi al numero effettivo di armi registrate e attualmente in circolazione o presenti nelle case degli italiani. 

Abbiamo però a disposizione i numeri delle licenze per il porto d’armi, ossia l’autorizzazione che permette a un cittadino di tenere un’arma e di trasportarla fuori dalla propria abitazione. Esistono quattro tipi di licenze: il porto d’armi può essere concesso per uso sportivo, per la caccia, per la difesa personale o per il lavoro di guardia giurata. Secondo i dati più aggiornati della Polizia di Stato, pubblicati ad aprile 2023, nel 2022 le licenze valide per il porto di un’arma erano circa un milione e 238 mila. Il 49 per cento delle licenze riguardava il porto d’armi per motivi di caccia, mentre il 46 per cento era per uso sportivo. Solo il 3 per cento delle licenze in corso di validità riguardava le guardie giurate e il rimanente 2 per cento il porto d’armi per difesa personale (Tabella 1).
Tabella 1. Licenze per porto d’armi in corso di validità – Fonte: Polizia di Stato
Tabella 1. Licenze per porto d’armi in corso di validità – Fonte: Polizia di Stato
Nel 2022 in Italia c’erano 49,8 milioni di persone con almeno 18 anni di età. Le oltre 1,2 milioni di licenze corrispondono al 2,5 per cento di questa popolazione, non allo «0,02 per cento» indicato da Piantedosi. La percentuale del ministro è corretta solo se si considerano le licenze per il porto d’armi concesse per la difesa personale. In questo caso l’arma regolarmente detenuta può essere trasportata in modo da essere pronta all’uso, mentre chi ha un’arma per caccia o per uso sportivo deve rispettare una serie di vincoli.

Con tutta probabilità le armi in Italia e le persone con un’arma sono comunque più di 1,2 milioni. Oltre al porto d’armi, esiste infatti il cosiddetto “nulla-osta”, il documento che permette di acquistare una o più armi e trasportarle al proprio domicilio, da dove poi non le si potrà più spostare. Le richieste di nulla-osta, corredate di tutti i documenti necessari, devono essere presentate alla Polizia di Stato, che però non rende pubblici i dati relativi al numero di licenze approvate ogni anno. Non sappiamo quindi quante armi siano state acquistate con questa modalità e siano presenti nelle case degli italiani. 

Un secondo elemento di incertezza sta nel fatto che una singola licenza di porto d’armi dà diritto all’acquisto di molteplici armi, il cui numero varia in base alla tipologia e al tipo di licenza. Con il nulla-osta all’acquisto o con una delle licenze di porto d’armi si possono infatti acquistare e detenere fino a un massimo di tre armi comuni da sparo, sei armi sportive e un numero illimitato di fucili da caccia. 

Negli scorsi anni alcune organizzazioni hanno provato a quantificare le armi detenute legalmente e illegalmente in Italia, stimando numeri ben superiori alle 1,2 milioni di licenze. Tra le armi detenute illegalmente ci sono per esempio quelle ricevute in eredità ma non registrate, quelle per le quali la licenza è scaduta o quelle il cui traffico clandestino è gestito dalle organizzazioni criminali.

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