Quanti e dove sono i detenuti al 41-bis in Italia

Alla fine dello scorso ottobre erano 728, quasi tutti uomini e quasi tutti in carcere per legami con associazioni mafiose
ANSA
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Nelle ultime settimane il cosiddetto “carcere duro”, previsto dall’articolo 41-bis della legge sull’ordinamento penitenziario, è tornato al centro del dibattito politico. Dallo scorso 19 ottobre l’anarchico Alfredo Cospito è in sciopero della fame contro il regime del 41-bis, che prevede restrizioni più severe rispetto agli altri detenuti. Per esempio, un detenuto sotto il “carcere duro” deve stare da solo in una cella, isolato da tutti gli altri detenuti, e non ha la possibilità di accedere a spazi comuni. Al massimo si possono trascorrere due ore al giorno negli spazi all’aperto dell’istituto penitenziario (la cosiddetta “ora d’aria”). Esistono limitazioni anche per i colloqui: in persona ne è concesso solo uno al mese e solo con i familiari, senza la possibilità di passarsi oggetti, mentre per via telefonica si può fare al massimo una chiamata di dieci minuti al mese, registrata.

Quanti sono i detenuti che si trovano al 41-bis? E in quali carceri? I dati più aggiornati sul “carcere duro” sono contenuti nell’ultima “Relazione sull’amministrazione della giustizia” pubblicata dal Ministero della Giustizia il 25 gennaio 2022. Secondo i dati del ministero, al 31 ottobre 2022 i detenuti sottoposti al 41-bis erano 728, l’1,3 per cento sugli oltre 56 mila detenuti presenti negli istituti penitenziari. Le donne al 41-bis erano 12, gli uomini 716. 

Il carcere con il maggior numero di detenuti al 41-bis (143) è quello dell’Aquila, in Abruzzo (qui è al momento rinchiuso, sotto il regime del “carcere duro”, Matteo Messina Denaro, arrestato lo scorso 16 gennaio). Al secondo posto su 12 istituti c’è il carcere Opera di Milano, in Lombardia, con 95 detenuti, seguito da quello di Sassari, in Sardegna, con 86 detenuti, tra cui c’è Cospito.
Secondo i dati del Ministero della Giustizia, 242 tra i 728 detenuti al 41-bis al 31 ottobre 2022 si trovavano al “carcere duro” per legami con la Camorra, 195 per legami con la ‘Ndrangheta e 232 per legami con Cosa nostra. Altri 55 detenuti al 41-bis erano in carcere per reati legati ad altre associazioni mafiose, mentre in quattro per reati di terrorismo interno e internazionale (tra questi viene conteggiato anche Cospito). 
Durante il 2022 si è raggiunto un picco massimo di 748 persone detenute al “carcere duro”, un numero più basso dei 760 registrato nel 2021. I detenuti per cui è stata emessa una nuova applicazione del 41-bis sono stati 16, mentre per altri 84 è stato prorogato il regime del “carcere duro”, che di norma dura quattro anni. I detenuti al 41-bis scarcerati sono stati invece 26, quelli deceduti cinque. 

Nel 2022 l’età media dei detenuti al “carcere duro” è cresciuta rispetto all’anno precedente. «L’età anagrafica media risulta in crescita e, allo stesso tempo, è cresciuto il numero dei ristretti di età pari o superiore a 60 anni», sottolinea la relazione del Ministero della Giustizia. «In particolare: l’età anagrafica media è di 58 anni (nel 2021 era 56 anni); i detenuti di età pari o superiore a 60 anni sono 340 (circa il 46,7 per cento del totale; nel 2021 erano 299, circa il 40 per cento)».

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