Le cose da sapere oggi sulla politica italiana

La maggioranza è andata sotto al Senato e le altre notizie principali di mercoledì 21 giugno
Ansa
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La maggioranza non è riuscita ad approvare una serie di  emendamenti di Fratelli d’Italia al decreto “Lavoro” in Commissione Bilancio al Senato. Gli emendamenti della relatrice Paola Mancini (Fratelli d’Italia) riguardavano tra le altre cose il rifinanziamento di un fondo per le famiglie delle vittime di infortuni sul lavoro. La votazione è terminata in pareggio con 10 voti favorevoli e 10 contrari e ora dovrà essere convocata la conferenza dei capigruppo per decidere come proseguire i lavori. Secondo fonti stampa, a mancare sarebbero stati i voti di Forza Italia. Per Mancini si è trattato di «un incidente che non doveva accadere, ma rimedieremo anche a questo» (Il Messaggero).
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha negato di aver legittimato l’evasione fiscale. «È una cosa semplice: le leggi devono essere chiare, il più possibile poche e coerenti. Questo in Italia non c’è, non c’è nel codice negli appalti, non c’è nel diritto tributario», ha detto Nordio all’assemblea annuale dell’Associazione nazionale dei costruttori edili (Ance). Ieri, ospite di un convegno alla Milano Luiss Hub, il ministro aveva detto che «anche un imprenditore onesto con queste leggi non potrebbe pagare tutte le tasse» (Open).
«Con la delega fiscale vogliamo creare un fisco alleato di chi fa impresa e produce ricchezza, non un fisco nemico e quasi vessatore, questa è la nostra visione». Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un videomessaggio all’assemblea dell’Ance. «Non si può partire da un principio di colpevolezza verso tutti, come è stato per troppe volte, in cui grava sulle spalle delle imprese e delle persone per bene l’onere di dimostrare di essere tali», ha aggiunto Meloni. Oggi la presidente del Consiglio incontrerà il presidente brasiliano Lula (Sky TG24).
La ratifica della riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) non comporta «nuovi o maggiori oneri» per lo Stato. È quanto si legge in un parere del Ministero dell’Economia e delle Finanze sulla ratifica della riforma del trattato europeo, che l’Italia deve ancora approvare. Al momento la Commissione Esteri alla Camera sta esaminando il disegno di legge di ratifica della riforma. In base al calendario dei lavori della Camera, il testo dovrà essere esaminato dall’aula entro il 30 giugno ma gli esponenti della maggioranza hanno chiesto di sospenderlo per approfondire il parere del ministero (la Repubblica).
Il governo ha posto la questione di fiducia sul disegno di legge di conversione del decreto “Enti pubblici” all’esame della Camera. Il testo contiene misure urgenti sull’amministrazione di enti pubblici, su alcuni termini legislativi e per iniziative di solidarietà sociale. Dopo l’eventuale via libera della Camera, per essere convertito in legge in via definitiva il provvedimento dovrà essere approvato dal Senato nello stesso testo (Camera dei deputati).
Il parlamentare europeo del Partito Democratico Andrea Cozzolino, indagato nell’inchiesta sul cosiddetto “Qatargate”, è uscito dal carcere. Il parlamentare era stato arrestato il 10 febbraio 2023. Secondo l’accusa, Cozzolino e altri parlamentari europei avrebbero ricevuto denaro in cambio della difesa di interessi del Qatar (Ansa).
L’ex ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha criticato una delle tracce della prima prova della maturità, iniziata oggi. La traccia del tema d’attualità ha ripreso una lettera inviata a Bianchi dal mondo accademico e culturale nel 2021 – durante la pandemia da Covid-19 – per invitarlo a reintrodurre le prove scritte alla maturità. «Trovo inaudito che si faccia commentare ai ragazzi un testo che non si sa chi ha scritto, con una frase che dice “abbiamo letto sui giornali che lei sarebbe intenzionato a…”. Ma ci vogliamo attenere ai fatti?» ha commentato Bianchi (Adnkronos).
Il governo ha ritirato l’emendamento al disegno di legge delega di riforma del fisco che prevedeva una serie di restrizioni alla vendita della cannabis light. L’emendamento prevedeva tra le altre cose che la vendita sarebbe potuta avvenire solo in «rivendite di generi di monopolio» o in punti di vendita specializzati con patentino (La Stampa).
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