Gli europarlamentari italiani hanno il primato di cambi di casacca

Dall’inizio della legislatura, che si concluderà nel 2024, oltre il 20 per cento degli eletti del nostro Paese ha cambiato gruppo, il dato più alto nel Parlamento europeo
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Gli europarlamentari italiani sono quelli che finora hanno cambiato gruppo più volte in questa legislatura del Parlamento europeo, che si concluderà con le elezioni europee previste a giugno del 2024. In base alle verifiche di Pagella Politica, dal 2 luglio 2019, giorno di inizio della nona legislatura europea, al 13 ottobre 2023 gli eurodeputati in carica che hanno cambiato gruppo sono 41 sui 705 totali, il 6 per cento. Gli europarlamentari eletti in Italia sono 76: quelli che hanno “cambiato casacca” – così è chiamato in gergo politico e giornalistico il passaggio da un gruppo parlamentare a un altro – sono finora 17, il 22 per cento, il dato più alto tra tutte le nazionalità. Nel Parlamento europeo i gruppi politici sono sette e rappresentano le varie famiglie politiche europee e ogni partito nazionale fa parte di un gruppo specifico. 

Per conteggiare i vari cambi di casacca abbiamo considerato solo gli spostamenti individuali e non quelli di interi partiti. Per esempio a marzo 2021 tutti i parlamentari europei di Fidesz, il partito del primo ministro ungherese Viktor Orbán, sono passati al gruppo dei non iscritti lasciando quello del Partito Popolare Europeo (PPE), che stava preparando la loro espulsione.

Nessuno tra i vari Paesi europei si avvicina al numero di cambi di casacca registrato per gli europarlamentari italiani. In termini percentuali, al secondo posto ci sono la Grecia e la Slovacchia, con il 14 per cento di deputati che hanno cambiato gruppo: tre su 21 per la Grecia e due su 14 per la Slovacchia. Al terzo posto c’è la Lettonia, con il 13 per cento di europarlamentari che hanno cambiato gruppo, ossia uno sugli 8 totali.

Il primato italiano è ancora più evidente nel confronto con le delegazioni nazionali più numerose. La Germania, il Paese più rappresentato al Parlamento europeo, ha 96 deputati e quelli che finora hanno cambiato gruppo sono tre, circa il 3 per cento. Tra i 79 eurodeputati francesi, quelli con una collocazione diversa rispetto all’inizio sono sette, pari al 9 per cento. La maggior parte dei cambi di gruppo francesi ha riguardato il Rassemblement National, il partito di estrema destra guidato da Marine Le Pen, che insieme alla Lega fa parte di Identità e Democrazia (ID). Finora quattro europarlamentari francesi sono usciti da ID per passare a Reconquête, un partito di estrema destra i cui rappresentanti siedono invece nel gruppo dei non iscritti. 

Tra le delegazioni più grandi nel Parlamento europeo, la Spagna non ha finora registrato nessun cambio di casacca tra i suoi 59 europarlamentari. E lo stesso vale per altri 14 Paesi membri.
Gli spostamenti degli europarlamentari italiani hanno avvantaggiato alcuni gruppi politici. Tra questi c’è quello dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR), di cui fa parte Fratelli d’Italia. In origine la delegazione italiana in ECR contava sei europarlamentari ed è cresciuta del 50 per cento, con l’entrata di tre europarlamentari: tra di loro c’è l’ex leghista Vincenzo Sofo, marito della vicepresidente di Reconquête Marion Maréchal, nipote di Marine Le Pen. È aumentata anche la rappresentanza italiana all’interno del PPE, di cui fanno parte Forza Italia e gli autonomisti del Südtiroler Volkspartei, che è passata da otto a 11 europarlamentari. All’inizio della legislatura non c’erano rappresentanti italiani tra i Verdi europei e Renew Europe. In seguito ai cambi di casacca, al momento entrambe le delegazioni contano al loro interno tre europarlamentari italiani. Tutti i Verdi italiani provengono dal Movimento 5 Stelle, mentre tra i membri italiani di Renew Europe Marco Zullo è stato eletto con il Movimento 5 Stelle, Nicola Danti (oggi Italia Viva) e Giuseppe Ferrandino (Azione) con il PD.

Le perdite più consistenti riguardano la Lega e il Movimento 5 Stelle, due tra i partiti che nei sondaggi hanno perso più consensi dal 2019 a oggi. Alle elezioni europee del 26 maggio 2019 la Lega aveva ottenuto il maggior numero di europarlamentari italiani (29) e finora ne ha persi sei: tra questi c’è la fondatrice di “Progetto Eurexit” Francesca Donato, oggi tra i non iscritti. Il Movimento 5 Stelle aveva eletto invece 14 parlamentari europei. Il partito di Giuseppe Conte non ha una famiglia politica europea di riferimento e i suoi rappresentanti siedono quindi tra i non iscritti. All’inizio della legislatura tutti gli italiani appartenenti al gruppo dei non iscritti erano membri del Movimento 5 Stelle, mentre tra gli attuali 11 non iscritti i rappresentanti del partito di Conte sono scesi a sei: tra di loro è rimasto l’ex vicepresidente del Parlamento europeo Fabio Massimo Castaldo, mentre è fuoriuscito dal partito l’ex inviato del programma Le Iene Dino Giarrusso. Il gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D), di cui fa parte il Partito Democratico, ha perso finora tre europarlamentari italiani sui 19 di inizio legislatura.

Tra i 17 cambi di casacca italiani nel Parlamento europeo, sette sono avvenuti negli ultimi 12 mesi. In termini di confronto, nell’ultimo anno alla Camera e al Senato hanno cambiato gruppo quattro parlamentari su 600. Tra i passaggi recenti più discussi al Parlamento europeo ci sono i casi di Andrea Cozzolino e Caterina Chinnici. A gennaio 2023 Cozzolino si è autosospeso dal gruppo di S&D in seguito al coinvolgimento nello scandalo “Qatargate”, e da allora siede tra i non iscritti. A maggio Chinnici si è spostata dal gruppo di S&D a quello del PPE, dopo il suo passaggio dal Partito Democratico a Forza Italia.

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