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Tra le misure annunciate dal governo per la legge di Bilancio per il 2024 c’è il rinvio dell’entrata in vigore della plastic tax e della sugar tax. Sia la tassa sui prodotti in plastica monouso sia quella sulle bevande analcoliche zuccherate sono state introdotte nel 2020 dal secondo governo Conte, quello formato da Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali, ma la loro entrata in vigore è stata più volte rinviata, da ultimo fino al 1° gennaio 2024. 

Ora il governo Meloni punta a rinviare di nuovo l’entrata in vigore delle due tasse, almeno fino al 1° luglio 2024. Nelle scorse settimane l’idea di rinviare la plastic tax era stata celebrata dal vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini. «Anche quest’anno abbiamo rinviato una tassa che invece di aiutare l’ambiente avrebbe portato le aziende a chiudere e ridurre la circolarità del loro processo economico», aveva dichiarato il leader della Lega il 3 ottobre, anticipando le intenzioni del governo. 

Alcuni anni fa, quando era all’opposizione, Salvini aveva però un’idea diversa sulla possibilità di rinviare l’entrata in vigore delle due tasse. A dicembre 2019, quando la Lega era all’opposizione, Salvini aveva criticato la scelta del secondo governo Conte di posticipare di alcuni mesi l’effettiva entrata in vigore della plastic tax e della sugar tax, chiedendo direttamente la non introduzione delle due tasse.

In origine il secondo governo Conte aveva pensato infatti di introdurre la plastic tax con la legge di Bilancio per il 2020, facendola entrare in vigore dal 1° giugno dello stesso anno. Insieme alla tassa sulla plastica il governo aveva poi annunciato l’introduzione della sugar tax. All’epoca la proposta aveva diviso i partiti di maggioranza, con Italia Viva contraria, il Movimento 5 Stelle favorevole e il Partito Democratico con opinioni diverse al suo interno. Dopo una serie di trattative tra i partiti, il 5 dicembre 2019 il governo aveva trovato un’intesa, stabilendo che l’importo della plastic tax sarebbe stato abbassato e la tassa sarebbe entrata in vigore un mese più tardi, a luglio 2020, mentre la sugar tax sarebbe stata rinviata a novembre. Il 7 dicembre, commentando l’intesa del governo, Salvini aveva criticato il fatto che le due tasse fossero state solo rimandate. «Questo è il governo delle tasse, leggete un giornale qualunque oggi. Se le rinvii di tre mesi, sempre tasse sono», aveva detto Salvini in visita a un gazebo della Lega a Milano, aggiungendo che «non si scherza con la gente». 

La plastic tax e la sugar tax sono state dunque introdotte con la legge di Bilancio per il 2020. L’importo della tassa sulla plastica è di 0,45 centesimi di euro per ogni chilogrammo di prodotto, mentre quello della tassa sulle bevande zuccherate è di 10 euro per ogni ettolitro di bevanda e di 0,25 centesimi di euro per ogni chilogrammo nel caso dei preparati da diluire in acqua.

Dopo lo scoppio della pandemia da Covid-19 sia il secondo governo Conte sia il governo Draghi hanno più volte rinviato l’entrata in vigore di queste due tasse. Durante il governo Draghi, sostenuto tra gli altri dalla Lega, Salvini ha più volte celebrato sui social network le decisioni di rinviare la tassa sulla plastica e quella sulle bevande zuccherate. «Niente sugar tax e plastic tax nel 2022. Grazie all’impegno della Lega e alle sensibilità del premier (Mario Draghi, ndr), il governo ha deciso di non bastonare famiglie e imprese. Ora lavoreremo per cancellare queste tasse una volta per tutte», aveva scritto su Twitter (ora X) Salvini a ottobre 2021 dopo l’annuncio dell’esecutivo di rinviare le due tasse al 2023. Al momento la promessa di cancellare queste misure non è però stata mantenuta. Lo scorso anno con la legge di Bilancio per il 2023 il governo Meloni, di cui Salvini è uno dei principali esponenti, non ha cancellato le due imposte ma ne ha solo rinviato ulteriormente l’entrata in vigore al 1° gennaio 2024. 

La scelta del governo Meloni di rinviare plastic tax e sugar tax per altri sei mesi nel 2024 non è definitiva. Il testo del disegno di legge di bilancio per il prossimo anno non è ancora stato pubblicato e depositato in Parlamento, e al momento stanno circolando solo delle bozze. In più, una volta presentato, il testo dovrà essere esaminato e approvato sia dalla Camera sia dal Senato, e potrebbe subire modifiche. In ogni caso, come spiegato nel Documento programmatico di bilancio (Dpb) per il 2024, con cui il governo ha presentato la manovra alla Commissione europea, l’eventuale nuovo rinvio delle due tasse comporterebbe delle mancate entrate per lo Stato, che dovrebbero dunque essere compensate.

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