Perché in Lombardia vincerà il centrodestra

I risultati degli ultimi 30 anni e quelli delle elezioni politiche di quattro mesi fa dicono che, salvo grandi sorprese, per gli avversari non c’è partita
ANSA
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Domenica 12 e lunedì 13 febbraio gli elettori della Lombardia saranno chiamati al voto per rinnovare il presidente e il Consiglio regionale. In totale i candidati alla presidenza sono quattro: il presidente uscente della Lega Attilio Fontana, supportato dal centrodestra; il parlamentare europeo Pierfrancesco Majorino, supportato dal Partito democratico e dal Movimento 5 stelle; l’ex assessora al Welfare ed ex ministra Letizia Moratti, candidata di Azione e Italia viva; e Mara Ghidorzi, sostenuta da Unione Popolare.

Dal 1994 in poi la Lombardia è guidata dal centrodestra e, salvo grandi sorprese, lo sarà anche in futuro. A meno di due settimane dal voto i risultati dei sondaggi non possono più essere divulgati, ma i numeri delle elezioni politiche più recenti e quelli delle elezioni regionali passate dicono che la regione è ancora molto difficile da contendere.

I voti alle elezioni del 25 settembre

Le elezioni regionali e quelle politiche per rinnovare il Parlamento hanno dinamiche diverse tra loro, ma i numeri sulle elezioni dello scorso 25 settembre sono comunque utili per avere un’idea sugli ultimi consensi raccolti dai partiti a livello regionale.

Per l’elezione del Senato, il 25 settembre 2022 la coalizione di centrodestra – composta da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi moderati – ha ottenuto oltre 2,5 milioni di voti in Lombardia, pari al 50,4 per cento del totale dei voti. Il centrosinistra, con quasi 1,4 milioni di voti, si è fermato al 27,1 per cento, Azione e Italia viva hanno ottenuto 513 mila voti (10,2 per cento), mentre il Movimento 5 Stelle 370 mila (il 7,3 per cento). All’interno della coalizione di centrodestra, Fratelli d’Italia ha ottenuto il 27,6 per cento, la Lega il 13,9 per cento, Forza Italia il 7,9 per cento e Noi moderati l’1 per cento.

Il centrodestra ha prevalso in tutte le province lombarde ottenendo ovunque più del 50 per cento dei voti, tranne a Milano, dove ha prevalso per circa 5 punti percentuali il centrosinistra e dove Azione e Italia viva hanno ottenuto il 15 per cento. Le province dove il centrodestra ha raccolto più voti sono state quelle di Sondrio (oltre il 60 per cento) e quelle di Bergamo e Brescia (57 per cento). Per il centrosinistra le province migliori, dopo il 33 per cento registrato nella provincia di Milano, sono state quelle di Mantova e Monza (entrambe al 27 per cento). Per Azione-Italia viva, invece, sono state Milano (11,7 per cento), Monza (1o per cento) e Lecco (11 per cento). Il Movimento 5 Stelle ha superato l’8 per cento solo in provincia di Milano e Mantova e si è fermato al 4,5 per cento a Sondrio.

Come è andata in passato

Il centrodestra ha sempre vinto le elezioni regionali in Lombardia dal 1995 in poi, cioè da quando i cittadini votano direttamente il presidente della regione. Nei venticinque anni precedenti il presidente veniva nominato dal Consiglio regionale. Negli ultimi trent’anni è stato eletto presidente per quattro volte consecutive Roberto Formigoni, poi Roberto Maroni e Attilio Fontana: tutti esponenti del centrodestra.

Nel 2018 il centrodestra ha ottenuto il 49,9 per cento, oltre 20 punti in più del centrosinistra. Il margine di vittoria conta molto visto che in Lombardia basta prendere la maggioranza semplice dei voti, ossia anche solo un voto in più degli avversari, per eleggere il presidente della regione e avere la maggioranza al Consiglio regionale. Nel 2013, in un periodo di particolare debolezza per il centrodestra, Maroni vinse con il 42,8 per cento, con un vantaggio inferiore ai cinque punti rispetto all’avvocato Umberto Ambrosoli candidato con il centrosinistra. 

Alle elezioni del 2010 il centrodestra di Formigoni ottenne il 56,2 per cento, 23 punti in più del centrosinistra, nel 2005 il 53,9 per cento con 10 punti di vantaggio, nel 2000 il 62,4 per cento con 30 punti di vantaggio e nel 1995 il 41,1 per cento con 14 punti di vantaggio. Va considerato che nel 1995 la Lega Nord correva da sola e ottenne il 18,7 per cento. 

In generale, il centrodestra ha sempre vinto senza difficoltà in Lombardia, con l’eccezione del 2013 quando prevalse per soli 263 mila voti.

Qual è stata l’affluenza in passato

A livello nazionale, l’affluenza alle elezioni politiche è in calo costante da tempo: alle ultime elezioni per il rinnovo del Parlamento ha votato il 64 per cento degli elettori, uno dei dati più bassi tra i grandi paesi europei. In quell’occasione in Lombardia ha votato il 70,1 per cento degli aventi diritto, dunque un dato più alto della media nazionale.

L’affluenza alle elezioni regionali in Lombardia ha avuto un andamento irregolare. Nel 1995 votò l’84,2 per cento dei lombardi, nel 2000 il 75,6 per cento, nel 2003 si scese al 73 per cento e poi crollò al 64,6 per cento nel 2010. Alle elezioni del 2013 fu però pari al 76,7 per cento e nel 2018 al 73,1 per cento.

L’aumento registrato nel 2013 e 2018 può essere spiegato in parte dal fatto che quelle due volte si è votato in contemporanea con le elezioni politiche. Alle elezioni per il Parlamento l’affluenza è generalmente più alta e, quando accoppiate, le elezioni regionali ne beneficiano. Sulla base di questi numeri, è realistico aspettarsi che quest’anno alle elezioni regionali in Lombardia voteranno meno persone rispetto a cinque anni fa.

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