Che cosa dicono i nuovi dati sul 2 per mille ai partiti

Il Partito Democratico resta il più scelto e quello che riceve più soldi, ma Fratelli d’Italia sta salendo
ANSA/FABIO FRUSTACI
ANSA/FABIO FRUSTACI
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato i dati del 2 per mille relativi alle dichiarazioni del 2023, basate sui redditi del 2022. Dal 2014 i contribuenti italiani possono indicare ogni anno nella dichiarazione dei redditi a quale partito politico destinare una piccola quota (il 2 per mille, appunto) dell’Irpef che devono versare allo Stato. 

Numeri alla mano, vediamo quali sono i partiti che ricevono più soldi dai contribuenti e come sono cambiate le preferenze rispetto al passato.

La classifica dei partiti

L’anno scorso oltre 1,7 milioni di contribuenti (il 4,2 per cento sul totale) hanno destinato il 2 per mille a un partito. È un numero in aumento rispetto agli oltre 1,4 milioni di contribuenti nel 2022 (il 3,5 per cento sul totale).

Il 30,4 per cento dei contribuenti che hanno messo una preferenza per il 2 per mille ha indicato il Partito Democratico, a cui andranno 8,1 milioni di euro. Al secondo posto c’è Fratelli d’Italia: il partito di Giorgia Meloni è stato scelto dal 19,9 per cento dei contribuenti e riceverà 4,8 milioni di euro, mentre il Movimento 5 Stelle – che per la prima volta ha avuto accesso al 2 per mille – riceverà 1,9 milioni di euro, essendo stato scelto dal 10 per cento. La Lega è stata scelta da circa il 7 per cento dei contribuenti e riceverà poco più di 1 milione di euro. In questa somma abbiamo compreso anche i soldi ricevuti dalla Lega Nord per l’indipendenza della Padania, il partito da cui è nata la Lega e che risulta ancora in attività.

Tra i partiti minori, Europa Verde è stata scelta dal 4,6 per cento e riceverà 870 mila di euro, Sinistra Italiana dal 4,1 per cento con 816 mila di euro, Italia Viva dal 3,3 per cento con 1,4 mila di euro. Seguono Più Europa con il 3,1 per cento di scelte e 717 mila euro, Articolo 1  – che però si è sciolto a giugno 2023 – con il 2,3 per cento e circa 500 mila euro, Azione con il 2,3 per cento e 1 milione di euro, Sud Chiama Nord con il 2,2 per cento e 204 mila euro e infine Forza Italia con il 2 per cento e 618 mila di euro. I 16 partiti rimanenti sono tutti sotto il 2 per cento.

Il valore delle donazioni medie

Un dato interessante da analizzare è quanto arriva in media da ogni contribuente che ha scelto un partito. Questo numero si ottiene dividendo il 2 per mille spettante per il numero di scelte. Nel complesso, in media ogni scelta ha fruttato 13,80 euro. 

Il partito con gli elettori più “benestanti” è quello di Carlo Calenda: ogni 2 per mille andato ad Azione ha fruttato in media 26,40 euro. Seguono Italia Viva con 19,7 euro per scelta e, molto vicina, il Sudtiroler Volkspartei (partito dell’Alto Adige) con 19,6 euro. Ci sono poi Forza Italia (17,80 euro) e il Partito Democratico (15,30 euro).

La donazione media per Fratelli d’Italia è pari a 13,80 euro, quella della Lega a 11,90 euro e quella del Movimento 5 Stelle a 10,60 euro.

I dati del 2 per mille nelle regioni

In Lombardia, Lazio e Emilia-Romagna più del 5 per cento dei contribuenti ha scelto di destinare il 2 per mille a un partito. Tra il 4 e il 5 per cento ci sono sette regioni, tra cui Piemonte, Toscana e Liguria. 

Nella stragrande maggioranza delle regioni il Partito Democratico è stato il partito più scelto. Il partito guidato da Elly Schlein non è stato il più scelto in sei regioni: in Sicilia, dove il partito più scelto è stato Sud chiama Nord; in Trentino-Alto Adige, dove ha prevalso il Sudtiroler Volkspartei; in Friuli-Venezia Giulia e Abruzzo, dove il partito più scelto è stato Fratelli d’Italia; e in Valle d’Aosta, dove al primo posto c’è la Union Valdotaine, partito autonomista valdostano. 

La migliore regione per il Partito Democratico è stata l’Emilia Romagna (dove ha ottenuto il 46 per cento delle scelte), per Fratelli d’Italia il Friuli-Venezia Giulia (28 per cento), per il Movimento 5 Stelle la Basilicata (24 per cento), per la Lega il Veneto (18 per cento) e per Forza Italia la Calabria (4 per cento).

Come cambia il 2 per mille rispetto al 2022

Nelle dichiarazioni del 2023 Fratelli d’Italia è stato l’unico partito tra quelli principali ad aumentare la quota di scelte rispetto al totale. Al partito di Meloni è infatti andato quasi il 20 per cento del totale delle scelte, contro il 16,2 per cento del 2022. Anche Più Europa è leggermente cresciuta, dal 2,9 al 3,1 per cento. Ricordiamo che nel 2023 i contribuenti hanno potuto scegliere per la prima volta il Movimento 5 Stelle.

I partiti ad aver perso di più sono stati Articolo 1, passato dal 4,7 al 2,3 per cento di scelte, la Lega (dal 9,6 al 7,5 per cento) e Forza Italia (dal 2,4 al 2 per cento). Anche il Partito Democratico ha perso quota, passando dal 33,2 al 30,5 per cento delle scelte. 

In generale, da quando esiste il 2 per mille ai partiti, il Partito Democratico ha perso terreno anno dopo anno, mentre Fratelli d’Italia ne ha guadagnato. La Lega è arrivata a valere il 24 per cento delle scelte quando era stata al governo, ma dal 2020 è in calo, così come Forza Italia, che in misura minore segue la strada del Pd. Italia Viva rimane in media intorno al 3,5 per cento delle scelte, mentre Più Europa ha avuto un forte calo tra il 2020 e il 2021, ma ora sembra essere tornata a crescere. Europa Verde e Sinistra Italiana hanno invece un andamento più irregolare.

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