Il 30 ottobre il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta (Forza Italia) ha condiviso sui social un articolo uscito quel giorno su Il Sole 24 Ore, intitolato: “Il Pil oltre le attese, ora punta al 7 per cento”.

Il pezzo presenta le nuove stime Istat, pubblicate il 29 ottobre, sull’andamento dell’economia italiana nel 2021, che parlano di un aumento di almeno il 6,1 per cento del Pil quest’anno. Secondo Brunetta, lui stesso è stato il «primo» a prevedere una crescita del Pil italiano «oltre il 6 per cento» nel 2021, «grazie allo stop allo smart working nella pubblica amministrazione».

In base a questi dati, però, il ministro si è preso dei meriti che non ha. Le stime dell’Istat fanno riferimento al terzo trimestre del 2021, dunque arrivano fino a fine settembre, mentre le nuove misure sul lavoro in presenza nella pubblica amministrazione sono entrate in vigore il 15 ottobre: due settimane dopo.

Che cosa ha scritto Istat

Il 29 ottobre l’Istat ha pubblicato le sue stime preliminari sull’andamento del Pil italiano nel 2021. Secondo l’istituto di statistica, la ricchezza prodotta in Italia nel terzo trimestre di quest’anno – ossia tra luglio e settembre – è cresciuta del 2,6 per cento rispetto ai tre mesi precedenti e del 3,8 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Nel complesso in questo 2021 la variazione registrata è di un +6,1 per cento rispetto al 2020.


«Dopo un secondo trimestre del 2021 in forte recupero, nel terzo trimestre dell’anno l’economia italiana ha registrato una crescita ancora molto sostenuta», ha scritto Istat. «Il risultato ha beneficiato, per il secondo trimestre consecutivo, di un forte recupero del settore dei servizi di mercato, il più penalizzato dalla crisi, e di una crescita dell’industria».

Secondo Il Sole 24 Ore, questa ripresa potrà continuare – salvo peggioramenti dell’epidemia – anche negli ultimi tre mesi dell’anno, dal momento che il settore dei servizi, basato su «commercio, ristorazione e alberghi», è «molto dinamico» nella «fase finale dell’anno». Né l’Istat né Il Sole 24 Ore collegano però il buon andamento dell’economia italiana con le novità arrivate di recente sullo smart working della pubblica amministrazione, come invece fatto da Brunetta sui social.

Le stime sulla crescita del Pil dell’Istat – al momento ancora preliminari – arrivano fino alla fine di settembre. Il 23 settembre il presidente del Consiglio Mario Draghi, su proposta del ministro per la Pubblica amministrazione Brunetta, ha firmato un decreto con cui, tra le altre cose, è stato stabilito che dal 15 ottobre la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nelle pubbliche amministrazioni è quella svolta in presenza (il cosiddetto «stop allo smart working», come l’ha chiamato Brunetta).

È dunque impossibile che sulla crescita del Pil finora registrata dal nostro Paese abbia pesato una misura entrata in vigore due settimane dopo il limite preso in considerazione da Istat per i suoi conti.

Più in generale, come spiegato anche dallo stesso Sole 24 Ore a settembre, ci sono comunque dubbi sul fatto che lo «stop» allo smart working per i circa 3,2 milioni di dipendenti pubblici possa davvero contribuire a far crescere il Pil in modo consistente. E va inoltre ricordato che secondo le stime della Fondazione studi dei consulenti del lavoro – che si occupa di formazione e comunicazione sul mondo del lavoro – non tutti i dipendenti pubblici hanno utilizzato questa modalità di lavoro da quando è iniziata la pandemia, anzi. A marzo 2020 erano in smart working 1,8 milioni di dipendenti pubblici, scesi a 1,5 milioni a settembre e a 1,2 milioni a maggio 2021.

Vedremo nei prossimi mesi se e quanto questo provvedimento avrà avuto un effetto sull’andamento del Pil italiano. Al momento non ci sono studi in merito

In conclusione

Secondo il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta, i nuovi dati Istat sull’andamento del Pil italiano mostrano una crescita oltre alle attese, grazie anche allo stop dello smart working per i dipendenti della pubblica amministrazione.

Brunetta si prende però dei meriti che non ha. Le stime Istat sul Pil italiano parlano di un aumento del Pil del 6,1 per cento rispetto all’anno scorso, ma questo dato arriva fino al terzo trimestre dell’anno, ossia fino alla fine di settembre.

Il ritorno al lavoro in presenza per i dipendenti della pubblica amministrazione, come modalità ordinaria di svolgimento delle attività lavorative, è stato disposto a partire dal 15 ottobre. Due settimane dopo il periodo analizzato da Istat.