No, Bologna non ha messo il limite dei 30 km orari per “sentire il canto degli uccellini”

Abbiamo verificato che cosa non torna nell’accusa ripetuta in questi giorni dalla Lega e da Salvini
Pagella Politica
Da alcuni giorni la Lega e il suo segretario Matteo Salvini stanno criticando l’introduzione del limite di velocità a 30 chilometri orari nella maggior parte delle strade di Bologna. Secondo loro, il comune e il suo sindaco di centrosinistra Matteo Lepore hanno giustificato il nuovo limite dicendo che così i cittadini potranno «sentire il canto degli uccellini». 

Abbiamo controllato che cosa c’è di vero, e che cosa no, in questa dichiarazione. In breve: al di là delle legittime critiche all’iniziativa del Comune di Bologna, l’accusa della Lega è fuorviante.

Che cosa è successo a Bologna

Il 13 giugno 2023 la giunta guidata da Lepore ha approvato il Piano particolareggiato del traffico urbano “Bologna Città 30”, che a partire da gennaio 2024 ha previsto l’estensione sulla maggior parte delle strade comunali del limite di velocità a 30 chilometri orari. In una minoranza delle strade, quelle considerate a maggiore scorrimento, il limite di velocità è rimasto a 50 chilometri orari (Mappa 1). 
Mappa 1. Come sono cambiati i limiti di velocità a Bologna – Fonte: Comune di Bologna
Mappa 1. Come sono cambiati i limiti di velocità a Bologna – Fonte: Comune di Bologna
La transizione è iniziata il 1° luglio dello scorso anno: nei sei mesi successivi il comune ha installato la segnaletica e i cartelli stradali per indicare il nuovo limite di velocità, ha adottato le ordinanze per renderlo operativo (entrate ufficialmente in vigore il 16 gennaio) e ha avviato una campagna di sensibilizzazione e informazione della cittadinanza.

Nella delibera comunale con cui è stato approvato il piano non c’è scritto da nessuna parte che il nuovo limite è stato introdotto per permettere ai cittadini di «sentire il canto degli uccellini». L’obiettivo principale dell’iniziativa, si legge nella delibera, è quello di ridurre i morti e i feriti negli incidenti stradali. In un passaggio si cita una relazione di marzo 2023 pubblicata dalla Commissione europea, secondo cui la riduzione della velocità dei mezzi di trasporto nelle strade urbane è uno dei fattori principali che può contribuire alla riduzione dell’inquinamento acustico nelle città. 

Alla delibera che ha approvato il piano “Bologna città 30” sono stati allegati alcuni documenti e in nessuno di questi si dice che il nuovo limite di velocità ai 30 chilometri orari va imposto per consentire di ascoltare «il canto degli uccellini».

Che cosa dice l’analisi costi-benefici

Tra questi documenti c’è anche un’analisi costi-benefici realizzata da Polinomia, una società di ingegneria specializzata nel settore della mobilità, per valutare le conseguenze dell’introduzione del limite dei 30 chilometri orari. Nella realizzazione di questa analisi sono state seguite le linee guida del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. 

Più nel dettaglio, l’analisi costi-benefici ha valutato (pag. 6) il piano “Bologna 30” considerando la riduzione delle velocità dei veicoli; l’aumento dei tempi di percorrenza delle auto private, dei veicoli commerciali e del trasporto pubblico; la riduzione del numero degli incidenti; la riduzione del traffico automobilistico; e l’aumento della cosiddetta “mobilità attiva” (per esempio la scelta di andare a piedi o usare la bicicletta per fare spostamenti abituali). 

Non sono invece stati valutati gli effetti positivi sulla riduzione del rumore in città. «L’effetto di riduzione del rumore è principalmente legato a due fattori: il primo è l’abbassamento delle velocità, che se ha un impatto trascurabile durante l’arco diurno date le già modeste velocità medie misurate, è più rilevante nelle più sensibili ore serali e notturne; il secondo è la regolarizzazione dei comportamenti, con accelerazioni e decelerazioni meno accentuate», si legge nell’analisi costi-benefici. «Si tratta di effetti potenzialmente importanti ma che non è stato possibile quantificare in modo sufficientemente robusto nel contesto del lavoro qui svolto e che si è pertanto scelto di non valutare in favore di sicurezza».

In breve, senza entrare troppo nei dettagli tecnici, secondo l’analisi i benefici del piano “Bologna città 30” superano i costi se il limite di velocità più severo è implementato nella maggior parte delle strade della città, escludendo la rete principale. Qui le velocità sono più elevate e di conseguenza un limite di 30 chilometri orari aumenterebbe i tempi di percorrenza, facendo sì che i costi complessivi dell’iniziativa superebbero di fatto i benefici, seppure di poco (Grafico 1).
Grafico 1. Andamento dei benefici netti in funzione dell’estensione del piano “Bologna città 30” – Fonte: Polinomia
Grafico 1. Andamento dei benefici netti in funzione dell’estensione del piano “Bologna città 30” – Fonte: Polinomia
Senza entrare nella valutazioni di questa analisi costi-benefici, nelle conclusioni il documento ribadisce che i benefici maggiori del nuovo limite di velocità sono dati dalla «riduzione degli incidenti e dei relativi morti e feriti». Anche in questo documento «il canto degli uccellini» non compare.

Il sito del comune

Da dove nasce quindi l’accusa della Lega? Nell’estate del 2023 il Comune di Bologna ha realizzato il sito www.bolognacitta30.it per sensibilizzare e informare sull’introduzione del nuovo limite di velocità. Per esempio una sezione del sito è dedicata alle strade che sono interessate dal nuovo piano urbano, mentre un’altra alle domande più frequenti sull’iniziativa.

In una sezione sono elencati i potenziali vantaggi di avere un limite di velocità fissato a 30 chilometri orari. Il primo vantaggio della lista è «salvaguardare la vita delle persone e azzerare le morti in strada nelle aree urbane». Questo «è l’obiettivo principale» di “Bologna città 30”, si legge sul sito. 

Tra gli altri vantaggi, seguono nella lista la riduzione dell’inquinamento e dei consumi di carburante, l’aumento della mobilità attiva e la riduzione del rumore. “Bologna città 30”, spiega il sito, «è una misura importante per ridurre l’inquinamento acustico e per proteggere la salute e il benessere di tutte le persone». In questo modo si darebbe «più spazio ad altri suoni della città, come per esempio il canto degli uccellini». È qui che compare la frase usata in questi giorni dalla Lega per criticare il Comune di Bologna, omettendo però di elencare tutte le altre motivazioni che hanno spinto la giunta ad approvare il nuovo piano urbano.

Ricapitolando: Salvini e la Lega accusano il Comune di Bologna di avere esteso il limite di velocità alla maggior parte delle strade della città dicendo che in questo modo si potrà «sentire il canto degli uccellini». Ma questa giustificazione non compare nei documenti ufficiali con cui il comune ha approvato il nuovo piano urbano e nemmeno nell’analisi costi-benefici realizzata per valutare l’iniziativa. Il riferimento al «canto degli uccellini» compare in un sito realizzato dal comune per elencare i potenziali vantaggi del nuovo limite di velocità. La frase è un inciso, nella sezione dedicata più in generale alla riduzione dell’inquinamento acustico, che nella lista dei vantaggi non è tra le prime posizioni.

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