In questi giorni si sta parlando molto di una proposta fatta dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini per regolarizzare le piccole difformità e le irregolarità strutturali che riguardano gli immobili italiani. Al momento i dettagli della proposta non sono ancora stati definiti, ma alcuni alleati di governo di Salvini, tra cui il leader di Forza Italia Antonio Tajani, si sono già detti contrari a eventuali nuovi condoni. 

Dal Sole 24 Ore a La Stampa, passando per il Fatto Quotidiano, il manifesto e Il Giornale, molti tra i principali quotidiani hanno scritto che quasi l’80 per cento del patrimonio immobiliare in Italia ha difformità o irregolarità edilizie, e che quindi potrebbe beneficiare della misura annunciata da Salvini, se sarà approvata. Il 7 aprile la percentuale dell’80 per cento è stata citata su RTL 102.5 dal leader della Lega, che ha chiarito di non voler introdurre «nessun premio per chi ha la villa abusiva». Tre giorni prima, il 4 aprile la stessa statistica è stata rilanciata in un comunicato stampa dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che come fonte ha indicato uno «studio» del Consiglio nazionale degli ingegneri (CNI), un organismo nazionale che rappresenta a livello istituzionale gli interessi della categoria professionale degli ingegneri.

In realtà non ci sono prove che quasi otto immobili su dieci nel nostro Paese abbiano una qualche forma di irregolarità edilizia: questa statistica è frutto di un errore di interpretazione. L’Ufficio comunicazione del Consiglio nazionale degli ingegneri ha spiegato infatti a Pagella Politica che in questi giorni si è assistito a una «tempesta mediatica» basata su un «piccolo equivoco» di una stima fatta ormai tre anni fa, nel 2021. 

A luglio di quell’anno, durante il governo Draghi, è stato convertito in legge il decreto “Semplificazioni” che, tra le altre cose, aveva semplificato le regole per poter usufruire del Superbonus 110 per cento, introdotto l’anno precedente. In particolare il decreto aveva stabilito che anche le abitazioni con difformità edilizie potessero usufruire del bonus edilizio, a patto di rispettare alcune condizioni. 

L’Ufficio comunicazione del Consiglio nazionale degli ingegneri ha spiegato a Pagella Politica, così come a Il Foglio, che in quel periodo il loro Centro studi aveva stimato che il 76 per cento degli immobili che avevano chiesto fino a quel momento l’accesso al bonus edilizio presentava piccole irregolarità. Questa stima era stata fatta consultando un campione di ingegneri che stavano seguendo nei cantieri i lavori interessati dal Superbonus. 

Prendendola per buona, stiamo dunque parlando di una stima fatta anni fa, su un insieme ristretto di immobili, non rappresentativi di tutto il patrimonio immobiliare italiano. All’epoca poi il Superbonus era soltanto agli inizi e nei mesi successivi il numero degli immobili beneficiari è aumentato di molto. Nel complesso l’incentivo fiscale ha riguardato comunque meno del 4 per cento di tutti gli immobili presenti in Italia. 

Sulla base di queste premesse, è dunque scorretto generalizzare la stima del Consiglio nazionale degli ingegneri per dire che oggi quasi l’80 per cento degli immobili nel nostro Paese ha difformità o irregolarità edilizie. Vista la natura del fenomeno, al momento non ci sono stime aggiornate e precise su quale sia la percentuale corretta. E visto che la proposta di Salvini è ancora in corso definizione, è impossibile a oggi dire chi e come sarà interessato dalla misura.