Durante un’intervista rilasciata a SkyTg24, la ministra della Salute Giulia Grillo ha dichiarato (min. 5’ 53’’) che i medici e gli infermieri italiani hanno compensi salariali inferiori a quelli ricevuti dai colleghi che esercitano la professione nei «Paesi sviluppati».



Ma è davvero così? Abbiamo verificato – e pare proprio di no.



Non così male



Difficile definire con certezza quali siano i «Paesi sviluppati», ma una buona prima approssimazione è la lista dei 36 Paesi membri dell’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Fondata nel 1960, ne fanno parte quasi tutti i Paesi europei e nordamericani, più altri tra cui Turchia, Giappone e Australia.



Secondo i dati Ocse più aggiornati, i medici italiani del servizio pubblico nazionale hanno ricevuto in media, nel 2017, uno stipendio lordo annuo di 71.715 euro [1].



Sebbene superati in termini assoluti dai colleghi britannici (115.109 sterline nel 2017), francesi (81.369 euro nel 2015) e tedeschi (135.600 euro nel 2016), i medici italiani si trovano davanti a quelli di altri Paesi europei quali Spagna (67.210 nel 2017), Grecia (41.859 euro nel 2015) e Portogallo (44.222 euro nel 2017) [1][2].



Se si tiene conto delle differenze relative al costo della vita e al valore della valuta nazionale [3], i nostri medici si posizionano in quattordicesima posizione su una lista di venticinque Paesi che comprende, oltre alle economie europee, anche Israele, il Cile, l’Islanda, il Messico, la Norvegia, la Turchia e la Nuova Zelanda.



All’interno del rapporto Ocse Health At a Glance 2017 si legge che, nel 2015, in Italia i medici [4] guadagnavano 2,5 volte lo stipendio del lavoratore medio italiano.



Di conseguenza, i medici salariati italiani avevano nel 2015 uno stipendio rispetto alla media che era più alto di quello di Paesi europei altrettanto sviluppati come la Svezia (2,3 volte), la Spagna (2,3 volte), la Norvegia (1,8 volte), e la Francia (2,2 volte), posizionandosi al contempo in decima posizione rispetto ai 25 Paesi per i quali era riportato questo dato.



In definitiva, sebbene ci siano economie avanzate (europee e non) che superano il nostro Paese in termini di remunerazioni erogate ai medici salariati, l’Italia non si trova in fondo alla classifica né in termini assoluti né rispetto al costo della vita o allo stipendio percepito dal lavoratore medio in ciascun Paese.






Grafico 1: Rapporto tra lo stipendio dei medici salariati (blu scuro) e privati (blu chiaro) e lo stipendio medio in 29 Paesi Ocse nel 2015 – Fonte: Ocse, Health at a Glance 2017



Gli infermieri italiani



Passiamo agli infermieri. I dati più recenti Ocse riportano che, in media, gli infermieri ospedalieri italiani hanno percepito 30.361 euro lordi [5] negli ultimi quattro anni. Se li trasformiamo in dollari per fare una comparazione con gli altri Paesi, scopriamo che l’Italia si posizionava diciassettesima, precedendo, quindi, diverse altre economie [2].



Relativamente al costo della vita [2], i nostri infermieri potevano invece permettersi uno standard di vita migliore solamente a quello dei colleghi di altre otto economie avanzate, posizionandosi in ventunesima posizione su ventinove Paesi analizzati.



Nel 2015, gli infermieri degli ospedali italiani ricevevano un compenso rispetto alla media della popolazione pari a 1,06 volte quello di un lavoratore medio italiano. Questo rapporto era più alto di quello di Paesi come Francia (0,95 volte), Gran Bretagna (1,04 volte), Norvegia (parità rispetto alla media) e Finlandia (0,94 volte), i quali però pagavano stipendi più alti in termini assoluti ai propri infermieri.



In altre parole, pur guadagnando meno in termini assoluti, gli infermieri italiani ricevevano uno stipendio rispetto alla media dei lavoratori del proprio Paese migliore di quello degli infermieri delle economie citate.



Infine, bisogna ricordare che per questa professione è stato di recente approvato in Italia un piano di aumenti salariali di alcune centinaia di euro che varia a seconda delle diverse categorie di specializzazione. È dunque possibile che nei prossimi anni gli italiani scalino alcune posizioni nella classifica delle remunerazioni degli infermieri nei Paesi sviluppati.






Grafico 2: Remunerazione degli infermieri ospedalieri in proporzione al reddito medio per 29 Paesi Ocse nel 2015 – Fonte: OCSE, Health at a Glance 2017



Il verdetto



La ministra della Salute Giulia Grillo ha dichiarato che i medici e gli infermieri italiani sono i meno pagati, se messi a confronto con i Paesi sviluppati.



Guardando ai dati relativi ai Paesi Ocse, i cui membri costituiscono diverse tra le economie più sviluppate del pianeta, la dichiarazione dell’esponente del Movimento Cinque Stelle sembra infondata. Sia in termini assoluti, sia pesando gli stipendi per il costo della vita e per gli stipendi medi del nostro Paese, i medici italiani si piazzano intorno a metà classifica.



Anche se sono più in basso nella classifica rispetto ai colleghi medici, neppure gli infermieri italiani sono i meno pagati dei Paesi sviluppati. Almeno otto Paesi si trovano dietro di noi (dieci in termini assoluti). In alcuni Paesi invece, gli infermieri, pur ricevendo uno salario che permette loro di avere uno standard di vita più alto di quello di quelli italiani, hanno un rapporto tra il loro stipendio e quello medio del Paese che è inferiore a quello degli infermieri in Italia.



Giulia Grillo si merita un “Pinocchio andante”.





[1] Selezionare sulla sinistra Health Care resources > Remuneration of Health ProfessionalsCustomise > year (2014-2017), measure (Salaried, (annual) income, NCU, US$ PPP, US$ exchange rate), variable (Remuneration of Specialists).



[2] Il motivo per cui attuiamo una comparazione tra anni diversi è dovuta dal fatto che in Italia, a causa del blocco degli stipendi, le remunerazioni sono rimaste identiche negli ultimi anni. Tuttavia, quando si tratterà di utilizzare i dati in termini relativi faremo sempre riferimento all’anno 2015, poiché esso è quello per il quale vi è un maggior numero di dati.



[3] Il metodo utilizzato dall’Ocse è il PPP (Purchasing Power Parity) un meccanismo di conversione che, tenendo conto del differente prezzo dei beni nei vari Paesi, riesce a mettere in relazione il valore degli stipendi espressi in valute diverse e il costo della vita. In questo modo si ha una stima di quanto vale un determinato stipendio in tutti i vari Paesi considerati.



[4] Sebbene l’Ocse utilizzi il termine “specialized”, non vi è alcun dubbio che quando si tratta dell’Italia i dati si riferiscano a tutte le categorie di medici. Infatti, incrociando questi dati con quelli dell’Istat risulta che il numero di “specialized” (selezionare sulla sinistra Health Care resources > Physicians) definito dall’Ocse per, ad esempio, il 2016 è uguale al valore “totale medici (generici e specialisti)” utilizzato dal nostro istituto di statistica (239,642 in entrambi i casi). Non ci sono dati per quanto riguarda invece i medici privati, anche se sembra intuitivo che la ministra si stesse riferendo a quelli pagati dallo Stato.



[5] Selezionare sulla sinistra Health Care resources > Remuneration of Health Professionals – Costumise > year (2014-2017), measure (Salaried, (annual) income, NCU, US$ PPP, US$ exchange rate), variable (Remuneration of Hospital Nurses).



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2018-12-04 14:36:44 UTC
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Pinocchio andante
«I nostri medici e i nostri infermieri sono tra i Paesi sviluppati i meno pagati»
Giulia Grillo
Ministro della Salute
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mercoledì 28 novembre 2018
2018-11-28