Matteo Renzi, in risposta alle critiche mosse da Luigi Di Maio, ha parlato in un post su Facebook dell’elezione di David Ermini a vicepresidente del Consiglio superiore della Magistratura.

In un altro post pubblicato sulla propria pagina Facebook, Di Maio aveva puntato il dito contro l’elezione di Ermini a vicepresidente, definendolo «renzianissimo deputato fiorentino del Pd» e mettendone in dubbio l’imparzialità.

L’ex presidente del Consiglio ha difeso la nomina di Ermini sottolineandone il numero esatto di voti conseguiti (723) e affermando che anche Di Maio e il M5s avevano concorso, con i loro voti, alla sua elezione al Csm.

Verifichiamo.

Il Consiglio Superiore della Magistratura

Il Csm è un organo di rilevanza costituzionale, quindi espressamente previsto dal nostro testo giuridico fondamentale (art. 104-105 della Costituzione). Ha la funzione di garantire l’autonomia e l’indipendenza della magistratura ordinaria. Tutte le decisioni che riguardano la vita professionale del magistrato e alcune di quelle che riguardano l’amministrazione della giustizia sono di competenza del Csm.

Il Consiglio Superiore della Magistratura è composto dal Presidente della Repubblica, che ne è membro di diritto e lo presiede, dal primo presidente della Corte di Cassazione, dal Procuratore generale presso la Corte di Cassazione, da 16 magistrati (i cosiddetti membri “togati”) e da otto professori ordinari in materie giuridiche o avvocati (i cosiddetti membri “laici”) con almeno quindici anni di esercizio della professione.

I membri togati vengono eletti da tutti i magistrati di tutte le categorie, mentre i membri laici vengono eletti dal Parlamento riunito in seduta comune.

I candidati da presentare al Parlamento per l’elezione sono frutto di accordi tra maggioranza e minoranza: e questo è un punto molto importante per capire la polemica Renzi-Di Maio.



Figura 1: Composizione del Consiglio Superiore della Magistratura 2018-2022 – Fonte: Csm

Il vicepresidente

Il vicepresidente, come riporta il Csm, viene eletto da tutti i consiglieri tra i membri laici. Il suo ruolo è quello di sostituire il Presidente della Repubblica in caso di assenze o impedimenti che non ne garantiscano la presenza.

Dunque chi ricopre l’incarico di vicepresidente del Csm, per arrivarvi, deve essere prima eletto dal Parlamento tra gli otto membri laici. Successivamente, poi, i consiglieri del Csm raggiungono un’intesa sulla sua nomina.

Questo è il percorso compiuto anche da David Ermini.

Il 19 luglio 2018, durante una seduta comune del Parlamento – il cui ordine del giorno era “Votazione per l’elezione di otto componenti il Consiglio superiore della magistratura e di un giudice della Corte costituzionale”, David Ermini è stato eletto come membro laico del Csm riportando, a suo favore, 723 voti – il numero indicato da Matteo Renzi.

Come è usuale, i membri laici sono stati designati dalle varie forze che compongono il Parlamento, incluso il M5S. Tra i “laici” eletti durante la seduta sono stati infatti tre quelli vicini al Movimento Cinque Stelle e votati online sulla piattaforma Rousseau (Alberto Maria Benedetti, Filippo Donati e Fuvio Gigliotti), due vicini alla Lega (Stefano Cavanna e Emanuale Basile), due a Forza Italia (Michele Cerabona e Alessio Lanzi) e, infine, David Ermini, l’unico vicino al Partito Democratico.

 

In una nota del 27 settembre il Csm ha poi annunciato l’elezione di David Ermini a vicepresidente, con tredici voti a favore contro gli undici ricevuti dal professor Alberto Maria Benedetti, in orbita M5s.

Matteo Renzi afferma che Ermini è stato eletto «anche coi voti del Movimento Cinque Stelle». La segretezza della votazione impedisce di verificare il dato in positivo, ma un semplice calcolo permette di dire che in effetti così deve essere stato.

Dal resoconto stenografico della seduta comune è infatti possibile consultare l’elenco degli 800 (tra deputati e senatori) presenti alla votazione. Confrontando i presenti con la lista dei deputati e dei senatori eletti dal Movimento Cinque Stelle, possiamo affermare che, in occasione della votazione dei membri laici del Csm, gli esponenti del M5S presenti erano 294. Tra questi figura anche Luigi Di Maio.

Visto il numero totale dei votanti (800), il numero di schede bianche, nulle o di voti dispersi (56) e il totale dei voti raccolti da David Ermini (723) è certo che una buona fetta degli esponenti del Movimento Cinque Stelle presenti (stimato a 294) abbia votato per lui.

Possiamo quindi ritenere che l’affermazione di Matteo Renzi sia corretta.

Il verdetto


Matteo Renzi ha recentemente dichiarato che David Ermini è stato eletto al Csm anche con i voti del Movimento Cinque Stelle e, nello specifico di Luigi Di Maio. In particolare, l’ex segretario del Pd ha affermato che le preferenze per Ermini sono state 723.

L’esponente del Pd riporta un numero corretto. Il resoconto stenografico della seduta comune del Parlamento coincide con quello citato. Per quanto riguarda l’origine dei voti, non è possibile verificare in positivo quanto dichiarato, dal momento che la votazione si è tenuta in segreto. Ma visti i voti favorevoli ottenuti da Ermini (723 su 800 presenti), è certo che una larga parte dei parlamentari del Movimento Cinque Stelle presenti quel giorno in aula (294) abbiano votato a favore. Il singolo voto del vicepresidente del Consiglio Di Maio non è verificabile. “C’eri quasi” per Matteo Renzi.

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2018-10-12 14:13:44 UTC




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Pagella Politica rating logo Pagella Politica Verdetto:
C’eri quasi


«David Ermini è stato eletto al CSM anche coi voti del Movimento Cinque Stelle (723 parlamentari!). Oggi Di Maio grida al complotto, ma in Aula lo ha votato anche lui».




Matteo Renzi

Senatore Partito democratico

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giovedì 27 settembre 2018

2018-09-27