Il 1° settembre, ospite a Zona Bianca su Rete4, il capogruppo alla Camera di Forza Italia e candidato alla presidenza della Calabria Roberto Occhiuto ha dichiarato (min. 00:32:20) che se dovesse diventare presidente della regione Calabria proporrebbe test per la Covid-19 gratuiti per tutti, dal momento che oggi «un tampone antigenico costa 0,75 euro e un tampone molecolare costa 2,50 euro». Secondo Occhiuto, la sua proposta permetterebbe di evitare i ricoveri ospedalieri per la Covid-19, che invece costano «tra 1.200 e 15.000 euro al giorno per le terapie intensive e le cure speciali».

Abbiamo controllato le cifre citate da Occhiuto e sono imprecise, per una serie di motivi.

Quanto costa un tampone?

Partiamo dal costo dei test. Innanzitutto non è chiaro se Occhiuto, quando parla di tamponi antigenici a 0,75 euro e molecolari a 2,50 euro, faccia riferimento al loro costo per il privato cittadino o per la sanità pubblica. In entrambi i casi però le cifre non tornano. Procediamo con ordine.

Tamponi antigenici

Il 5 agosto è stato siglato un protocollo che garantisce la somministrazione dei test antigenici rapidi in farmacia a prezzi calmierati: 8 euro per la fascia 12-18 anni e 15 euro per gli over 18. Quando parla di tamponi antigenici a 0,75 euro, Occhiuto potrebbe fare invece riferimento ai tamponi “fai da te”, che non prevedono la presenza di un operatore sanitario per essere eseguiti e che si trovano in vendita in farmacia, su internet e nella zona dedicata ai farmaci da banco di alcuni supermercati.

A questo proposito, l’8 luglio 2021 l’europarlamentare della Lega Antonio Maria Rinaldi aveva diffuso un video in cui acquistava, presso un supermercato tedesco, una confezione da 5 tamponi “fai da te” al prezzo di 3,75 euro, ossia 0,75 euro l’uno. Occhiuto forse si riferisce a questi dispositivi: in questo caso però il politico di Forza Italia non specifica che il tampone antigenico fai da te non è affidabile quanto gli altri, non è valido per ottenere il green pass e soprattutto non certifica la negatività al coronavirus.

Tamponi molecolari

Per quanto riguarda i tamponi molecolari, non ne esistono versioni “fai da te”, dal momento che per essere analizzati hanno bisogno di analisi in laboratori specializzati.

Il costo dei tamponi molecolari, in riferimento alla sanità pubblica, è più elevato rispetto a quanto indicato da Occhiuto. Fare valutazioni economiche sulla spesa statale per singolo tampone è molto difficile, per almeno due ragioni. La prima è che oltre al costo, di per sé contenuto, del tampone-oggetto, vanno aggiunte necessariamente altre spese difficili da calcolare, come l’uso dei macchinari in grado di compiere i test e la spesa relativa al personale sanitario impiegato nelle analisi. La seconda ragione riguarda la grande differenza di costi, prezzi e prestazioni tra le diverse sanità regionali italiane e, a monte, tra settore pubblico e privato.

Non esiste un report ufficiale del Sistema sanitario nazionale (Ssn) che attesti il prezzo dei tamponi a livello nazionale. Uno studio più volte citato da diverse testate giornalistiche è quello dell’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems) dell’Università Cattolica di Roma. La ricerca, intitolata Analisi dei modelli organizzativi di risposta al Covid-19, report#18 e pubblicata a settembre 2020, parte dalla premessa che «il costo medio per la realizzazione di un tampone (raccolta campione, testing, refertazione) è di 35 euro. Il costo comprende i materiali di consumo (reagenti) che varia tra i 18 euro e i 25 euro e il costo del personale».

Da questo assunto, Altems individua che la spesa media in tamponi per ogni caso testato (tra antigenici e molecolari) sia di 59 euro su tutto il territorio nazionale. La regione con la spesa più alta è il Veneto (89 euro), mentre quella con la spesa più bassa è proprio la Calabria di Occhiuto (35 euro), comunque molto lontana dalle cifre dichiarate dal candidato presidente.

Ricapitolando: l’affermazione di Occhiuto è molto vaga, non si capisce bene se si riferisca al costo dei tamponi per il cittadino o per lo Stato. L’unica parte della dichiarazione che può essere vera è quella relativa al tampone antigenico, che solo nel caso di quello “fai da te” può costare 0,75 euro al pubblico. Così facendo però, Occhiuto omette di dire che questi test sono meno affidabili degli altri e non possono essere usati per richiedere il green pass. Il tampone molecolare invece ha costi, per lo Stato e per il cittadino, ben oltre i 2,50 euro della dichiarazione.

Quanto costa un ricovero da Covid-19?

Passiamo ora alla seconda parte della frase. Occhiuto dichiara che «un giorno in ospedale per Covid-19 costa tra 1.200 e 15.000 euro al giorno per le terapie intensive e le cure speciali», numeri che però non sembrano avere riscontro con i dati disponibili.

Quanto costa allora un ricovero per Covid-19? Anche per questa domanda non esiste una risposta univoca. La definizione di spesa giornaliera per un episodio di ricovero dovrebbe essere tale da includere tutti i costi sostenuti dall’ospedale nella presa in carico del paziente. Oltre ai costi diretti di prestazioni specialistiche, esami, interventi chirurgici, bisogna infatti aggiungere altri costi indiretti come quelli del personale, costi di ristorazione e lavanderia, costi comuni (pulizia, energia elettrica) e costi generali (amministrativi, gestionali e informatici). Il Ssn non ha diffuso dati ufficiali a riguardo, ma i dipartimenti economici di alcune università italiane hanno sviluppato, in collaborazione con le aziende ospedaliere locali, delle analisi utili a farsi un’idea sul tema.

Il primo studio risale a luglio 2020 e porta la firma dell’Hd Healthcare Datascience Lab (Hd-Lab) dell’Università Carlo Cattaneo-Liuc di Castellanza, che, in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera Nazionale SS. Antonio e Biagio e C. Arrigo di Alessandria e In.Ge.San (Associazione Ingegneri Gestionali in Sanità), ha condotto una valutazione pilota sui costi correlati al percorso ospedaliero del paziente affetto da Covid-19, all’interno di un orizzonte temporale tra il 28 febbraio e il 15 aprile 2020.

La ricerca assume il punto di vista dell’azienda sanitaria che prende a carico il paziente e delinea le risorse economiche destinate alla cura del malato, diversificando la spesa giornaliera sulla base di diversi fattori – gravità della patologia, condizione clinica del paziente, durata della degenza ospedaliera – e dividendo l’intensità (e quindi il costo) delle cure necessarie in tre livelli: bassa, media e alta intensità di cura. Il 75 per cento dei pazienti ricoverati ad Alessandria tra il 28 febbraio e il 15 aprile 2020 è stato ospedalizzato in aree a media intensità di cura (degenza media 11,7 giorni), il 14 per cento degli utenti ha richiesto un intervento a bassa intensità (7 giorni di ospedalizzazione) mentre il restante 11 per cento è stato ricoverato in terapia intensiva, con una durata media di 10,7 giorni di degenza. Il percorso del paziente è stato scomposto in due fasi (diagnosi e degenza) per le quali sono state esaminate diverse voci di costo: risorse umane coinvolte, apparecchiature utilizzate, prestazioni di laboratorio e diagnostiche, farmaci somministrati, servizi di pulizia e pasti, costi generali di struttura.

Considerate tutte le voci esaminate, il Datascience Lab della Liuc ha stabilito che il costo della singola giornata di degenza all’interno di un’area a bassa intensità di cura sia pari a 427,77 euro, a 582,38 euro per media intensità di cura e 1.278,50 euro per la terapia intensiva (alta intensità). Cifre dunque più basse di quelle citate da Occhiuto, secondo cui un ricovero costa «dai 1.200 ai 15.000 euro al giorno».

Un altro metodo che permette di classificare le risorse impegnate da un ospedale al momento della dimissione di un paziente (anche in caso di decesso) è il sistema Diagnosis related group (Drg), ideato nel 1967 alla Yale University. Questo sistema, che nasce come strumento di controllo delle aziende sanitarie, predetermina una tariffa media per tutte le prestazioni sanitarie erogate. Utilizzando – in percentuali diverse – i Drg di condizioni cliniche simili all’infezione da Covid-19 (infezioni e infiammazioni respiratorie, malattie virali e diagnosi relative all’apparato respiratorio con respirazione assistita), a giugno 2020 l’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (Altems) dell’Università Cattolica di Roma ha stilato un report in cui propone una stima della tariffa Drg media dei pazienti Covid in Italia. Secondo Altems, questa spesa si attesta a 8.476 euro per chi viene dimesso dopo 30 giorni di degenza e 9.796 euro per i dimessi causa decesso. Anche in questo caso, facendo una media tra le due cifre e dividendo per i 30 giorni di degenza medi individuati dallo studio, il risultato è di 304,53 euro giornalieri per paziente da Covid-19, molto meno di quanto detto da Occhiuto.

Se i dati rilevati smentiscono quindi Occhiuto, per il quale un giorno in ospedale per Covid-19 costa minimo 1.200 euro, gli stessi dati non escludono che, in condizioni particolari, tali ricoveri possano arrivare a costare quasi 15.000 euro al giorno, dando quindi ragione, in parte, al deputato di Forza Italia.

Infatti, come risulta anche dal report di Altems, nel caso in cui per un paziente Covid-19 sia necessario un trattamento di «ossigenazione extracorporea con ventilazione meccanica ≥ 96 ore con intervento chirurgico maggiore», si può arrivare a spendere quasi 13 mila euro giornalieri di cure.

Il verdetto

Il 1° settembre il capogruppo alla Camera di Forza Italia e candidato alla presidenza della Calabria Roberto Occhiuto ha dichiarato che «un tampone antigenico costa 0,75 euro, un tampone molecolare costa 2,50 euro, un giorno in ospedale per Covid-19 costa tra 1.200 e 15.000 euro al giorno per le terapie intensive e le cure speciali».

I dati sui tamponi sono vaghi e Occhiuto non specifica a che cosa si riferisca la spesa, se al privato cittadino o alla sanità statale. In entrambi casi le cifre non trovano riscontro nei dati disponibili, a eccezione del tampone antigenico “fai da te”, che può effettivamente costare 0,75 euro ma che non è valido ai fini del green pass.

Anche quanto sostenuto sul costo dei ricoveri è impreciso. Un paziente ospedalizzato per Covid-19 pesa in media, sulle casse dello Stato, una cifra giornaliera ben al di sotto dei 1.200 euro che Occhiuto ha sostenuto essere la soglia minima. Diverso il discorso per quella massima: per «cure speciali» come quelle stabilite dal Drg-541 il costo giornaliero di una prestazione medica può arrivare a costare anche quasi 13 mila euro giornalieri, una cifra tutto sommato vicina a quella espressa dal deputato di Forza Italia.

In conclusione, Occhiuto si merita un “Pinocchio andante”.