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Siri sbaglia, e di parecchio, su chi sceglie di non vaccinarsi e sulla letalità della Covid-19

| 02 settembre 2021
La dichiarazione
«In queste settimane si sono letti titoli di giornali di una violenza inaudita contro venti milioni di cittadini che liberamente e nel pieno rispetto della Costituzione e delle leggi scelgono di non vaccinarsi per una malattia dalla quale si guarisce nel 99,7% dei casi»
Fonte: Facebook | 1 settembre 2021
Ansa
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Verdetto sintetico
Pinocchio andante
Il 1° settembre il senatore della Lega Armando Siri ha affermato, intervistato da Affaritaliani.it, che nelle ultime settimane si sono letti titoli di giornali «di una violenza inaudita contro venti milioni di cittadini» che «scelgono di non vaccinarsi» contro la Covid-19, «malattia dalla quale si guarisce nel 99,7 per cento dei casi».

Al di là del giudizio sul tono dei titoli di giornale, su cui non ci soffermeremo, Siri cita due dati errati e soprattutto manda un messaggio fuorviante. Andiamo a vedere i dettagli.

No, non ci sono «venti milioni di cittadini» che «scelgono» di non vaccinarsi

Per prima cosa, è sbagliato dire che ci siano «venti milioni di cittadini» che «scelgono» di non vaccinarsi contro la Covid-19.

Secondo i dati del governo, qui resi graficamente dal progetto Gedi Visual, al 1° settembre erano circa 40 milioni i residenti in Italia (non necessariamente «cittadini» italiani) che avevano ricevuto almeno una dose di vaccino. Su una popolazione complessiva di poco meno di 60 milioni di individui, restano dunque circa 20 milioni di persone che non si sono ancora vaccinate. Ma è scorretto sostenere che queste abbiano scelto di non vaccinarsi.

In primo luogo fanno parte del totale poco più di 6 milioni di under 12, che in base alle disposizioni attuali non si possono vaccinare contro la Covid-19. In secondo luogo, rientrano nei restanti 14 milioni circa anche molte persone che, anche se non ancora vaccinate, non per forza non vogliono farlo in futuro. Potrebbero ad esempio essere in attesa della prima dose. Nella settimana dal 26 agosto al 1° settembre, ad esempio, sono state fatte più di 750 mila prime dosi (Grafico 1).
Grafico 1. Vaccinazioni per età al 1° settembre – Fonte: Lorenzo Ruffino su dati ufficiali del governo
Grafico 1. Vaccinazioni per età al 1° settembre – Fonte: Lorenzo Ruffino su dati ufficiali del governo
Infine possiamo anche considerare che ci sono persone che – anche volendo – non si possono vaccinare, magari a causa di particolari condizioni di salute, ma è difficile se non impossibile la loro quantificazione.

Un altro modo di guardare alla questione è considerare i risultati di un recente sondaggio – commissionato dal Corriere della Sera a Ipsos e pubblicato il 2 agosto 2021 – sull’esitazione vaccinale, di cui hanno parlato anche i nostri colleghi di Facta. In base a questo sondaggio, coloro che affermano di non voler fare sicuramente il vaccino sono il 7 per cento del campione, gli esitanti un ulteriore 10 per cento.

Se proiettiamo queste percentuali sulla popolazione maggiorenne residente in Italia, quella presa in considerazione dal sondaggio, possiamo dire che sono circa 8,5 milioni gli individui che sono scettici o incerti a proposito della vaccinazione. Quelli che poi sicuramente non vogliono vaccinarsi sarebbero, in base a questo calcolo, poco più di 3,5 milioni di individui (nel calcolo non sono compresi i 12-18enni, che si possono vaccinare ma non sono ricompresi nel campione statistico del sondaggio, e dunque è possibile che il totale sia leggermente più alto).

In ogni caso, affermare che ci siano «venti milioni di cittadini» che «scelgono» di non vaccinarsi contro la Covid-19, come fa Siri, è sicuramente un’esagerazione.

No, dalla Covid-19 non si guarisce nel 99,7 per cento dei casi

Veniamo ora al secondo dato citato da Siri, secondo cui dalla Covid-19 si guarisce nel 99,7 per cento dei casi. Il dato è errato e, soprattutto, manda un messaggio fuorviante.

Prima di scendere nei dettagli, premettiamo che i numeri in questo ambito sono inevitabilmente incerti. Per prima cosa, il numero delle persone che contraggono il Sars-CoV-2 (il virus responsabile della Covid-19) non è quasi certamente uguale al numero di persone rilevato dai dati ufficiali come contagiate: si pensi a chi si contagia in forma asintomatica e, non sapendo di essere infetto, non si sottopone ad alcun tampone. In secondo luogo è poi possibile che, soprattutto durante la prima ondata, un certo numero di persone decedute per Covid-19 non siano state registrate come vittime del nuovo coronavirus, considerata la fase emergenziale che attraversava il Paese e il sistema sanitario.

Premesso questo, se guardiamo alla letalità della Covid-19 in Italia – cioè il numero di persone positive al virus che sono poi decedute rispetto al totale ufficiale dei contagiati – il dato complessivo è pari al 2,8 per cento, quasi dieci volte più di quanto affermato da Siri.

Ma guardare al dato complessivo non dà il quadro corretto della pericolosità del nuovo coronavirus. Guardiamo allora ai dati suddivisi per fascia d’età. Per gli over 90 la letalità è al 27,8 per cento, cioè più di un contagiato su quattro è morto per la Covid-19. Per gli 80-89enni è al 19,9 per cento, cioè un decesso ogni cinque contagiati. Per i 70-79enni è al 9,3 per cento, circa un decesso ogni dieci contagiati. Per i 60-69enni la letalità è 2,7 per cento, cioè più di un decesso ogni quaranta contagiati. Per le altre fasce d’età si scende poi sotto l’un per cento e, generalmente, col diminuire dell’età diminuisce anche la letalità della Covid-19.

Se consideriamo che gli over 60 ancora non vaccinati sono quasi 2 milioni, una nuova ondata di contagi in autunno potrebbe causare migliaia di decessi tra di loro. Il messaggio di Siri dunque oltre che fondato su dati errati è anche pericoloso.

Prima di concludere possiamo anche notare che chi viene contagiato dalla Covid-19, anche se non muore, rischia di avere conseguenze di lungo periodo (long Covid) che rendono il termine «guarigione» usato da Siri decisamente fuori luogo. Inoltre, chi viene ricoverato in terapia intensiva (di media poche settimane, ma in alcuni casi anche per mesi) spesso si porta dietro conseguenze di medio e lungo periodo, tra cui possibili cicatrici, atrofia dei muscoli, depressione e problemi all’apparato circolatorio e respiratorio.

Il verdetto

Il 1° settembre il senatore della Lega Armando Siri ha sostenuto che ci sono «venti milioni di cittadini» che «scelgono di non vaccinarsi» contro la Covid-19, «malattia dalla quale si guarisce nel 99,7 per cento dei casi».

I due dati riportati sono scorretti. Venti milioni sono al massimo i residenti in Italia ancora non vaccinati ma è fuorviante dire che queste persone hanno scelto di non vaccinarsi: sei milioni sono under 12 che non si possono vaccinare e tra i 14 milioni restanti ci sono molti individui che probabilmente si vaccineranno nelle prossime settimane (nella settimana precedente alla dichiarazione di Siri le prime dosi inoculate sono state oltre 750 mila).

Per quanto riguarda la letalità del virus, questa non è pari allo 0,3 per cento – come afferma Siri – ma al 2,8 per cento a livello complessivo, e se guardiamo alle fasce d’età più anziane (dove pure ci sono milioni di persone ancora non vaccinate) le percentuali si alzano. Per loro la “scelta” di non vaccinarsi sarebbe molto rischiosa a fronte di un possibile aumento dei casi nel prossimo futuro.

Per Siri, nel complesso, un “Pinocchio andante”.

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