Il 29 agosto il senatore di Forza Italia Enrico Aimi ha scritto su Facebook che l’Italia deve accogliere «chi fugge dalla guerra» e non i «migranti economici», dal momento che il nostro Paese non è il «Bengodi».

A sostegno della sua tesi, Aimi ha anche aggiunto che, in base alle stime della Banca Mondiale, le persone in condizioni di povertà assoluta sono «oltre 5 miliardi» in tutto il mondo. «Esiste una legge fisica, prima ancora che politica, economica e di buon senso, che impone all’Italia di fare i conti con il reale e sconsiglia un approccio lacrimevole al problema che si sta trasformando in un autentico dramma nazionale», ha scritto Aimi.

Al di là della legittima posizione politica, il senatore di Forza Italia sbaglia di parecchio nel citare il dato sui poveri nel mondo. Vediamo perché.

Quanti sono i “poveri estremi” secondo la Banca Mondiale

La Banca mondiale (World Bank in inglese) è un’organizzazione che conta 189 Paesi membri e che ha tra i suoi obiettivi quello di ridurre al 3 per cento, entro il 2030, la percentuale di popolazione mondiale che vive in condizioni di “povertà estrema” in tutto il mondo (è molto probabile che Aimi parlando di «povertà assoluta», espressione usata per esempio in Italia dall’Istat, faccia in realtà riferimento a quella «estrema», visto che è il tipo di povertà di cui si occupa la Banca mondiale).

Da alcuni anni la Banca mondiale ha adottato come soglia di povertà estrema la cifra di 1,90 dollari: chi vive ogni giorno con meno di questa cifra, si trova, secondo i ricercatori della Banca mondiale, in una condizione di povertà estrema. Questo indicatore è stato studiato dai ricercatori per tenere conto del diverso costo della vita nei diversi continenti.

Come spiega il sito della Banca mondiale, le sue stime ufficiali più recenti sulle persone che nel mondo vivono in povertà estrema risalgono al 2017. In quell’anno i poveri secondo quella definizione erano circa 690 milioni (il 9 per cento circa dei 7,5 miliardi di abitanti della Terra al 2017), un dato oltre sette volte più piccolo rispetto ai «5 miliardi» citati da Aimi. Sottolineiamo poi che dal 1980 in poi la percentuale di popolazione mondiale in condizioni di povertà estrema è costantemente scesa, con poche eccezioni. Quarant’anni fa circa quattro abitanti del mondo su dieci erano poveri in senso estremo, oggi meno di uno su dieci.

Esistono comunque delle stime più recenti, che seppure da prendere con molta cautela, cercano di quantificare l’impatto della pandemia di Covid-19 sull’aumento della povertà in tutto il mondo. Secondo queste stime, nel 2019 nel mondo c’erano meno di 650 milioni di persone in povertà estrema, salite al massimo a 750 milioni a causa della recente crisi sanitaria ed economica. Anche in questo caso, siamo comunque di fronte a una cifra parecchio più bassa rispetto a quella citata da Aimi.

Il verdetto

Secondo il senatore di Forza Italia Enrico Aimi, «le persone in condizioni di povertà assoluta, nel mondo, sono oltre 5 miliardi», come dimostrerebbero i dati della Banca mondiale.

Abbiamo verificato e Aimi sbaglia, di parecchio. Secondo il dato da lui citato, sarebbe in una situazione di povertà estrema quasi il 65 per cento della popolazione mondiale. In realtà, secondo la Banca Mondiale, nel 2017 vivevano in condizioni di povertà estrema – ossia con meno di 1,90 dollari al giorno – circa 690 milioni di persone in tutto il mondo. In base alle stime più recenti, e più incerte, a causa della pandemia di Covid-19 i poveri estremi nel mondo sarebbero oggi intorno ai 750 milioni, una cifra quasi sette volte più bassa rispetto a quella indicata dal senatore di Forza Italia.

In conclusione, Aimi si merita una “Panzana pazzesca”.