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Giudici, pm, personale: in Italia sono la metà rispetto alla media Ue

| 04 agosto 2021
La dichiarazione
«L'Italia oggi ha un rapporto tra personale della giustizia e popolazione che è al 50 per cento rispetto alla media europea»
Fonte: Camera.it | 2 agosto 2021
Ansa
Ansa
Verdetto sintetico
C'eri quasi
Il 2 agosto il deputato di Fratelli d’Italia Ciro Maschio è intervenuto alla Camera per commentare la riforma della giustizia proposta dalla ministra Marta Cartabia. Maschio – rispettando la posizione generale del suo partito, all’opposizione – ha criticato la proposta, affermando che questa «cerca di mettere insieme tutto e il contrario di tutto» senza risolvere i reali punti critici.

Tra le altre cose, il deputato ha sostenuto che nel nostro Paese il rapporto tra «personale della giustizia» e popolazione è la metà rispetto alla media europea. Abbiamo verificato e l’affermazione di Maschio è in molti casi corretta. Vediamo come stanno le cose.

Il numeri del rapporto Cepej

I dati comparati sui sistemi giudiziari nei vari Paesi europei sono forniti da uno studio dettagliato curato dalla Commissione per l’efficienza della giustizia del Consiglio d’Europa (Cepej), che – lo ricordiamo – non è un’istituzione dell’Unione europea e non va confuso con il Consiglio dell’Ue. Lo studio è stato pubblicato nel 2020 e analizza i dati relativi al 2018 per 45 Paesi tra i quali, oltre ai membri dell’Unione europea, troviamo anche altri Stati del continente come Albania, Ucraina, o Bosnia-Erzegovina.

Come si legge nelle premesse dello studio, lo scopo dello studio della Cepej non è stilare una classifica dei migliori o peggiori sistemi giudiziari in Europa, un’operazione che sarebbe «scientificamente poco accurata» considerate le peculiarità di ogni singolo ordinamento giudiziario, quanto piuttosto «permettere di comparare i diversi Paesi, o gruppi di Paesi, e metterne in evidenza le tendenze».

Il rapporto tiene in considerazione una serie di fattori tra cui anche il numero di giudici, o pubblici ministeri presenti in ogni Paese. Andiamo con ordine.
Il numero dei giudici è quasi la metà rispetto alla media Ue

In Italia nel 2018 erano presenti 7.015 giudici togati (ci torneremo), che corrispondono a circa 11,6 ogni 100 mila abitanti: una quota notevolmente inferiore alla media dei 45 Paesi considerati, che era di 21,4. Non cambia molto se guardiamo alla media dei soli 27 Paesi dell’Unione europea, pari a 21,5 [1].

Se comparato a quello degli altri grandi Paesi europei il dato italiano è in linea con quello della Francia (10,9) e della Spagna (11,5) e inferiore invece a quello della Germania (24,5) (Grafico 1).

Come accennato, ricordiamo che questi valori – viene specificato anche dal rapporto – considerano solo i giudici che in Italia sono detti “togati”, quindi coloro che «esercitano le funzioni giudiziarie professionalmente» e vengono regolarmente assunti a tempo indeterminato a seguito di un concorso pubblico. Non vengono considerati invece i giudici “onorari” (che il rapporto chiama «non professionisti»), i quali in Italia vengono selezionati con modalità diverse ma svolgono comunque la funzione di giudice, generalmente per casi di minore rilevanza.

Dato però che i giudici non professionisti seguono percorsi formativi e svolgono compiti anche molto diversi a seconda dell’ordinamento, è difficile fare un confronto equo tra i vari Paesi europei.