Il 5 luglio il senatore del Partito democratico Bruno Astorre, a sostegno della proposta del suo partito di portare il congedo di paternità a 90 giorni, ha scritto su Facebook che attualmente l’Italia è «tra i Paesi europei con il congedo di paternità più breve».

Abbiamo verificato e Astorre ha ragione: l’Italia è tra i Paesi messi peggio in Europa. Inoltre, mentre diversi Stati (in particolare dell’Europa occidentale) che erano in una situazione simile alla nostra hanno impresso una forte accelerazione negli ultimi anni, l’Italia si è finora limitata a fare il minimo imposto dall’Unione europea. Vediamo i dettagli.

Minimo 10 giorni, in tutta la Ue

L’Unione europea ha approvato a giugno 2019 una direttiva in base alla quale tutti gli Stati membri devono portare (o istituire) il congedo di paternità retribuito a un minimo di 10 giorni lavorativi entro l’agosto 2022.

La direttiva non impone il congedo di paternità come obbligatorio: dice solo che gli Stati membri devono quanto meno garantire la possibilità ai cittadini Ue di godere di questo diritto, senza collegarlo allo stato civile (sposato o meno) o a una determinata anzianità lavorativa o di servizio. Il congedo spetta al padre o, negli Stati il cui ordinamento prevede questa possibilità, al secondo genitore in base alla legge (ad esempio in una coppia omosessuale).

Per alcuni Stati la direttiva ha avuto effetti contenuti, considerato che già in precedenza – si veda questa infografica curata dal Parlamento europeo e relativa alla situazione a marzo 2019 – erano previsti congedi di paternità di durata superiore (ad esempio in Germania, Finlandia, Spagna e Portogallo).

Per altri Paesi, come l’Italia, la direttiva europea ha avuto invece un impatto significativo.

La situazione in Italia

In Italia fino al 2012 il congedo di paternità non esisteva. Introdotto con la legge n. 92 del 28 giugno 2012, aveva durata massima di un giorno obbligatorio (con la possibilità di aggungerne un secondo e un terzo facoltativi, ma solo sottraendoli alla maternità spettante alla madre).

In base alla legge di Bilancio per il 2017, i giorni sono stati aumentati a quattro obbligatori per il 2018 (con la possibilità di aggungerne un quinto facoltativo, sottraendolo alla maternità spettante alla madre).

Con la legge di Bilancio per il 2020, la prima che ha dovuto dare attuazione alla direttiva Ue, si è arrivati a 7 giorni obbligatori e con la legge di Bilancio per il 2021 si è finalmente rispettato l’obbligo imposto da Bruxelles e i giorni di congedo di paternità obbligatori sono stati portati a 10 (aumentabili facoltativamente a 11, sempre sottraendo un giorno alla maternità della madre).

I principali Paesi europei

Vediamo ora qual è la situazione nei principali Paesi europei.

Germania

In Germania non esiste un congedo riservato solo ai padri. È invece previsto un congedo genitoriale (Elternzeit) di 36 mesi, non pagato, che può essere spartito tra i due genitori a loro discrezione, e soprattutto è previsto un supporto economico durante questo periodo (Elterngeld), per un totale di 12 mesi se lo prende solo un genitore, di 14 mesi se lo prendono entrambi (con un minimo di due e un massimo di 12 mesi a testa, e sono possibili diverse combinazioni tra madre e padre).

Come ci hanno spiegato i nostri colleghi di Correctiv, progetto di fact-checking attivo in Germania, l’aumento a 14 mesi è pensato per incentivare i padri a prendere almeno 2 mesi di congedo, visto che di solito sono soprattutto le madri a usufruirne.

Francia

In Francia dal 1° luglio 2021 il congedo di paternità è stato aumentato da 11 a 25 giorni, che si sommano a tre giorni di “congedo di nascita” obbligatori (il congedo inizia il giorno della nascita o il primo giorno lavorativo successivo), portando così il totale a 28 giorni.

I 25 giorni si dividono in quattro giorni obbligatori, da prendere subito dopo la nascita del bambino e dunque in continuità con i tre giorni di congedo di nascita, e nei restanti 21 giorni che possono essere chiesti – e se vengono chiesti non possono essere rifiutati dal datore di lavoro – con un mese di preavviso e devono essere fruiti entro i sei mesi dalla nascita.

Spagna

In Spagna dal 1° gennaio 2021 il congedo di paternità pagato è stato portato a 16 settimane (stessa durata del congedo di maternità), di cui le prime sei vanno obbligatoriamente godute subito dopo il parto e le restanti 10 possono essere godute entro il compimento dell’anno del bambino. Nel 2020 la paternità durava 12 settimane e 8 settimane nel 2019.

Quello alla paternità è un diritto non trasferibile: se il padre non gode delle dieci settimane facoltative (in tutto o in parte) non può trasferirle alla madre.

Regno Unito

Nel Regno Unito il congedo di paternità pagato è di minimo una settimana e massimo due, e si intende con “settimana” quanti giorni a settimana lavora normalmente il padre (ad esempio, se lavora solo due giorni a settimana, godrà della paternità al massimo per quattro giorni). Non è possibile frazionare il permesso, che dunque va goduto continuativamente.

I padri possono però scegliere il congedo parentale condiviso (Shared parental leave), in alternativa al congedo di paternità e solo se hanno determinate caratteristiche. Ad esempio è necessario essere stato un dipendente dello stesso datore di lavoro nelle 26 settimane precedenti alla quindicesima settimana dalla data prevista per il parto, o guadagnare in media almeno 120 sterline a settimana. Il congedo parentale condiviso può durare fino a 50 settimane di cui 37 pagate ma, appunto, per goderne bisogna soddisfare una serie di requisiti.

Gli altri Paesi europei

Per avere un’idea generale sulla situazione negli altri Paesi europei possiamo fare affidamento su un documento (scaricabile qui) del governo Svizzero, aggiornato al luglio 2020, che ha elaborato i dati contenuti nel sito Missoc (Mutual Information System on Social Protection), collegato alla Commissione europea.

Questo documento è stato preparato in occasione di un referendum (poi perso) nel Paese elvetico, indetto contro l’estensione del congedo di paternità obbligatorio a due settimane, disposta da una legge federale. Dunque dal 1° gennaio 2021 in Svizzera i padri godono di due settimane di paternità.

Il documento svizzero prende in considerazione 14 Paesi dell’Europa occidentale. Solo i Paesi Bassi, con 5 giorni di paternità retribuita, risultavano* fare peggio dell’Italia (che nel 2020 era a 7 giorni, poi aumentati a 10 nel 2021 come detto). Ma nel 2020 anche i Paesi Bassi hanno avuto uno scatto in avanti che li ha portati in una situazione nettamente migliore di quella italiana. Ora si possono prendere sei settimane di congedo di paternità retribuito.

Dunque nessun Paese dell’Europa occidentale, in base alle informazioni che abbiamo raccolto, fa peggio dell’Italia.

Non abbiamo trovato informazioni aggiornate sui Paesi dell’Est Europa. In base all’infografica del Parlamento europeo del 2019, diversi Stati Ue dell’Europa orientale facevano comunque già meglio dell’Italia (come Slovenia, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia e Bulgaria).

È comunque possibile che ci siano Paesi che sono al nostro stesso livello, o anche un po’ più indietro, ma come detto in apertura quantomeno tutti i membri dell’Ue dovranno arrivare a minimo 10 giorni entro agosto del 2022.

Il verdetto

Il 5 luglio il senatore del Pd Bruno Astorre ha affermato che l’Italia è «tra i Paesi europei con il congedo di paternità più breve».

È vero: anche al netto delle differenze tra i diversi sistemi sociali e tra i diversi ordinamenti giuridici, possiamo dire che tra i grandi Paesi europei siamo quelli che fanno peggio di tutti. Siamo molto lontani da Spagna, Germania e Francia e comunque dietro anche al Regno Unito.

Anche guardando agli altri Paesi europei usciamo male dal confronto. Probabilmente siamo, o saremo entro agosto 2022, in ultima posizione, affiancati da altri Stati Ue che hanno previsto il minimo di paternità di 10 giorni, imposto dall’Unione europea ai suoi Paesi membri.

Per Astorre quindi un “Vero”.



*Svezia e Norvegia, per cui non è riportato nessuno specifico congedo di paternità, prevedono tuttavia delle quote riservate per i padri all’interno del congedo parentale che spetta congiuntamente ai due genitori.