indietro

Sì, i morti sul lavoro sono quasi cinque volte le vittime di omicidio

| 04 maggio 2021
La dichiarazione
«Si muore più per lavoro (1270 nel 2020) che per omicidi (271 nel 2020)»
Fonte: Facebook | 4 maggio 2021
Inail
Inail
Verdetto sintetico
Vero
Il 4 maggio il segretario di Sinistra italiana (Si) Nicola Fratoianni ha commentato sulla sua pagina Facebook la morte sul posto di lavoro di Luana D’Orazio, operaia di 22 anni e giovane madre, avvenuta in provincia di Prato. Secondo Fratoianni la politica italiana parla molto di sicurezza ma non abbastanza di sicurezza sul lavoro, eppure i «1270» morti sul lavoro nel 2020 sono più dei «271» omicidi avvenuti nello stesso anno.

Abbiamo verificato e Fratoianni riporta dei dati corretti. Non solo. Abbiamo verificato l’andamento degli omicidi e delle morti sul lavoro negli ultimi trent’anni e il calo che si è verificato per i primi è molto maggiore a quello relativo ai secondi.

I dati relativi al 2020

Secondo il bollettino dell’Inail riferito al IV trimestre del 2020, l’anno scorso sono in effetti state conteggiate 1.270 denunce di infortunio con esito fatale sul lavoro, il dato peggiore dal 2012. Le vittime donne sono state 138 e gli uomini 1.132.

Nella categorie delle vittime del lavoro rientrano, lo specifichiamo, anche i morti per malattia professionale che causa o concausa il decesso, nonché i morti nel tragitto per andare o tornare da lavoro.

Secondo la Direzione centrale della polizia criminale, che fa parte del Ministero dell’Interno, nel 2020 gli omicidi volontari sono stati 271, il nuovo record negativo da che iniziano le serie storiche dell’Istat (1955). Ovviamente i lockdown e le misure restrittive possono aver avuto un impatto, ma anche nel 2019 (315 omicidi volontari) era stato raggiunto quello che all’epoca il record negativo.

Dunque Fratoianni cita dati corretti: i morti sul lavoro nel 2020 sono stati quasi il quintuplo delle vittime di omicidio volontari.

Questo dato, di per sé, potrebbe non essere particolarmente significativo. Più interessante è allora andare a vedere qual è stato l’andamento negli ultimi 30 anni delle morti sul lavoro da un lato e degli omicidi volontari dall’altro.

Com’è cambiata la situazione negli ultimi 30 anni

Se guardiamo ai dati dell’ultimo trentennio (1990-2020) si vede come sia gli omicidi volontari sia i morti sul lavoro siano diminuiti, ma è evidente come il calo dei primi sia stato nettamente superiore a quello dei secondi.
La media delle vittime del lavoro tra il 1990 e il 1994 (i primi cinque anni del periodo considerato) è di 1.792 all’anno. Quella degli omicidi volontari nello stesso periodo è di 1.434. Gli omicidi erano dunque meno delle morti sul lavoro già 30 anni fa, ma i due numeri erano abbastanza vicini, specie se consideriamo il dato del 2020 in cui i morti sul lavoro sono quasi il quintuplo degli omicidi volontari. La media delle vittime del lavoro tra il 2016 e il 2020 (ultimi cinque anni del periodo considerato) è di 1.108. Quella degli omicidi volontari nello stesso arco temporale è di 338. Dunque possiamo dire che negli ultimi 30 anni i morti sul lavoro siano diminuiti di circa il 38 per cento, passando – guardiamo alle medie quinquennali, per normalizzare i possibili picchi di un singolo anno – da quasi 1.800 a circa 1.100. Gli omicidi volontari nello stesso periodo sono diminuiti di oltre il 75 per cento, passando da una media quinquennale di 1.434 a una di 338. Cioè mentre gli omicidi volontari sono attualmente meno di un quarto di quello che erano 30 anni fa, i morti sul lavoro sono circa i due terzi di quelli che erano 30 anni fa.

Il verdetto

Il segretario di Sinistra italiana (Si) Nicola Fratoianni il 4 maggio ha sostenuto che in Italia si muoia più per lavoro che per omicidi volontari, e ha riportato i dati riferiti al 2020: 1.270 morti sul lavoro e 217 morti per omicidio volontario.

I dati sono corretti. Ma non solo. Abbiamo verificato e, se è vero che sia gli omicidi volontari sia i morti sul lavoro sono diminuiti nell’ultimo trentennio, la diminuzione dei secondi è molto superiore a quella dei primi.

Le vittime di omicidio 30 anni fa, infatti, erano il quadruplo di quelle attuali. Le vittime del lavoro 30 anni fa invece non erano nemmeno il doppio di quelle attuali.

In ogni caso per Fratoianni un “Vero”.



*I dati tra il 1955 e il 2014 sono scaricabili qui, cliccando su “Delitti denunciati dalle Forze di polizia all’Autorità giudiziaria per tipo di delitto – Anni 1955-2014”. Per gli anni successivi, escluso il 2020, si possono consultare qui, selezionando come “tipo di delitto” gli “omicidi volontari consumati”. Possono esserci leggere discrepanze coi dati della Direzione centrale della polizia criminale (es. 315 vs 318 omicidi volontari nel 2019)

**I dati tra il 1951 e il 2014 sono scaricabili qui, cliccando su “Tav. 1 Casi d’infortunio denunciati – Industria e servizi + Agricoltura + Conto Stato”. I dati successivi sono contenuti nei vari bollettini Inail relativi al IV trimestre di ogni anno, consultabili qui. Ci sono state alcune evoluzioni metodologiche, in particolare circa i dati pre e post 1994, ma non tali da alterare in misura macroscopica i dati

AIUTACI A CRESCERE NEL 2024

Siamo indipendenti: non riceviamo denaro da partiti né fondi pubblici dalle autorità italiane. Per questo il contributo di chi ci sostiene è importante. Sostieni il nostro lavoro: riceverai ogni giorno una newsletter con le notizie più importanti sulla politica italiana e avrai accesso a contenuti esclusivi, come le nostre guide sui temi del momento. Il primo mese di prova è gratuito.
Scopri che cosa ottieni
Newsletter

I Soldi dell’Europa

Il lunedì, ogni due settimane
Il lunedì, le cose da sapere sugli oltre 190 miliardi di euro che l’Unione europea darà all’Italia entro il 2026.

Ultimi fact-checking