Il 27 aprile la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, intervenendo alla Camera, ha detto che la «garanzia statale sui mutui per le giovani coppie» – annunciata dal presidente del Consiglio Mario Draghi – è una «buona idea» che lei aveva già messo in atto quand’era ministro della Gioventù. Secondo Meloni, il fondo da lei creato era stato poi abolito dall’esecutivo di Mario Monti.

Abbiamo verificato e Meloni riporta un’informazione non corretta. È vero che un precedente Fondo per le giovani coppie è stato istituito quando ricopriva la carica di ministra della Gioventù. Ma non è stato abolito dal governo Monti. È stato soppresso dal governo Letta e solo per essere sostituito con il Fondo di garanzia mutui per la prima casa, ancora oggi esistente.

Vediamo i dettagli.

Il Fondo di garanzia mutui per la prima casa

Il 26 aprile, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha detto alla Camera che «in un prossimo decreto, di imminente approvazione, sono previste altre risorse per aiutare i giovani a contrarre un mutuo per acquistare una casa». Il provvedimento dovrebbe prevedere, «oltre a significative agevolazioni fiscali», il sostegno «per pagare un anticipo, grazie all’introduzione di una garanzia statale». In altri termini, dovrebbe essere permesso agli under 35 di accendere un mutuo senza l’anticipo del 20 per cento attualmente richiesto dalla banche. Sarebbe lo Stato a fare da garante.

In realtà non sono ancora noti i dettagli su questa nuova misura. Il premier ha però parlato di «altre risorse» e la frase è stata interpretata come un riferimento a un fondo già esistente, il Fondo di garanzia mutui prima casa per le giovani coppie.

Il Fondo, gestito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, è stato istituito dalle legge di Stabilità 2014 – quando il presidente del Consiglio era Enrico Letta – e prevede che lo Stato possa offrire una garanzia fino al 50 per cento della quota capitale in essere sui finanziamenti di acquisto e ristrutturazione delle giovani coppie (almeno uno dei due componenti dev’essere under 35), nuclei familiari con un solo genitore e figli minori, giovani di età inferiore ai 35 anni titolari di un rapporto di lavoro atipico e persone in affitto in una casa popolare.

Il Fondo è stato rifinanziato per un totale di 100 milioni dal decreto legge n.34 del 19 maggio 2020, ovvero il cosiddetto “decreto Rilancio”. L’ipotesi viene riportata dai giornali è che il Fondo venga rafforzato con importi più significativi e soprattutto che la garanzia statale – oggi al 50 per cento – venga estesa al 100 per cento.

Come si legge nel dossier della Camera della legge di Stabilità del 2014, quando il Fondo di garanzia per la prima casa è stato creato ha assorbito gli stanziamenti del precedente Fondo per le giovani coppie. È questo il fondo istituito nel 2008 (art. 13, co. 3-bis del decreto legge n. 112 del 2008) presso il Dipartimento della gioventù (sotto Palazzo Chigi) quando Giorgia Meloni era la ministra della Gioventù del IV governo Berlusconi.

Il Fondo, contrariamente a quanto dice Meloni, non è stato «abolito dal governo Monti». È stato soppresso nel 2014 e sostituito dal Fondo di garanzia mutui per la prima casa, tuttora esistente. Nella legge di Stabilità del 2014 approvata dal governo Letta si specificava anche che il precedente Fondo del Dipartimento della gioventù avrebbe continuato «ad operare fino all’emanazione dei decreti attuativi» che avrebbero «reso operativo il nuovo Fondo».

Il verdetto

La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, intervenendo alla Camera, ha commentato positivamente la garanzia statale sui mutui per le giovani coppie, annunciata dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Secondo Meloni, un fondo con questa funzione era già stato creato da lei quando ricopriva il ruolo di ministra della Gioventù e poi abolito dal governo Monti.

Abbiamo verificato e Meloni riporta un’informazione non corretta. È vero che un primo fondo per le giovani coppie è stato istituito quando ricopriva la carica di ministra della Gioventù. Ma non è stato abolito dal governo Monti. È stato soppresso dal governo Letta nel 2014, ma solo per essere sostituito con il Fondo di garanzia mutui per la prima casa, ancora oggi esistente. Si suppone che anche l’esecutivo di Mario Draghi intervenga proprio su questo fondo, rafforzandolo e ampliandone le risorse.

Giorgia Meloni merita un “Nì”.