Il 25 marzo l’ex ministro della Famiglia Lorenzo Fontana (Lega) ha scritto sulla sua pagina Facebook che in Olanda e Belgio Dante viene «censurato e ritradotto in una versione politicamente corretta», in quanto alcuni versi della Divina Commedia offenderebbero «gli islamici». Fontana ha anche allegato lo screenshot di un articolo di giornale a sostegno delle sue parole ma, come abbiamo verificato in passato (ad esempio proprio su una storia di statue rinascimentali velate per non offendere i musulmani), questa non è sempre una garanzia.

Abbiamo così verificato e questa volta le notizie riportate e la dichiarazione di Fontana sono sostanzialmente corrette: Blossom Books, un editore di testi in lingua olandese (dunque letti nei Paesi Bassi e nelle regioni fiamminghe del Belgio), ha in effetti censurato i versi della Divina Commedia relativi a Maometto per non offendere i musulmani. Questa scelta è stata aspramente criticata, anche da alcuni esperti di letteratura di religione islamica. Andiamo a vedere i dettagli.

Che cosa dice Dante di Maometto?

I versi della discordia riguardano Maometto. Dante parla di lui nel XXVIII canto dell’Inferno, quando il poeta si trova nella IX Bolgia dell’VIII Cerchio (Malebolge), dove sono puniti i seminatori di discordie. Un demone mutila e squarta i peccatori, tra cui Maometto, le cui ferite si rimarginano giusto in tempo per essere squartati nuovamente. Il contrappasso – oggi diremmo decisamente pulp – è molto chiaro: chi ha seminato divisione, viene materialmente diviso da un diavolo armato di spada.

Che cosa ha fatto Blossom Books e perché

Come ci ha confermato il nostro collega fact-checker belga Jan Jagers e come risulta da diversi articoli sulla stampa locale, la casa editrice Blossom Books – che ha sede nei Paesi Bassi ed è specializzata in testi per la fascia di età 15-25 anni – ha deciso di omettere il nome di Maometto nel testo della nuova edizione della Divina Commedia, presentata al pubblico nel marzo 2021.

La traduttrice fiamminga Lies Lavrijsen, che in consultazione con l’editore Blossom Books ha fatto questa scelta, l’ha spiegata con l’intenzione di non offendere inutilmente un gruppo molto numeroso di lettori, quello appunto dei musulmani.

La fondatrice e proprietaria della casa editrice, Myrthe Spiteri, ha detto che l’omissione del nome di Maometto è stata decisa perché quel dettaglio «non è necessario per la comprensione del testo letterario». E ancora, «Maometto subisce un destino crudele e umiliante, solo perché è il precursore dell’Islam».

Che reazioni ci sono state?

Questa scelta ha scatenato reazioni molto critiche anche nei Paesi Bassi e in Belgio. Ad esempio il prestigioso quotidiano belga in lingua olandese De Standaard ha pubblicato un articolo in cui vengono riportati i pareri contrari di diversi esperti, tra cui Abdelkader Benali, scrittore e giornalista olandese-marocchino. Secondo Benali la scelta è «una sfortunata genuflessione per evitare problemi, che molto probabilmente non ci sarebbero stati».

«Ho appena dato un’occhiata ad alcune delle traduzioni in arabo di Dante», prosegue Benali. «I traduttori moderni si limitano a lasciare il passaggio, spesso con note a piè di pagina» che spiegano il contesto storico e letterario in cui inserirlo. «Non includendo tali informazioni, escludi il lettore da una parte del testo», conclude lo scrittore olandese-marocchino.

Altri traduttori olandesi di Dante, citati nell’articolo, hanno parlato di un episodio di cancel culture – cioè quell’insieme di comportamenti collettivi tesi a eliminare dal discorso pubblico personaggi, opere ed eventi oggi ritenuti immorali – e di una scelta sbagliata, che priva dei lettori abbastanza grandi (il libro è per studenti dai 15 anni in su) della possibilità di discutere apertamente della questione. Che uno scrittore cristiano del Medioevo abbia opinioni “medievali” su Maometto non dovrebbe infatti essere un concetto difficile da capire.

Le reazioni negative sono in generale state sufficienti a spingere la casa editrice a pubblicare sui social una più ampia spiegazione della propria scelta. Qui Spiteri ha sostanzialmente ribadito che «l’anonimizzazione del Profeta Maometto (…) ha impedito alla storia di essere inutilmente offensiva per un pubblico di lettori che rappresenta una parte così ampia della società olandese e fiamminga» e che è stato decisivo in questa scelta il fatto che la parte eliminata non sia necessaria per la comprensione del testo letterario.

Il verdetto

L’ex ministro della Famiglia Lorenzo Fontana (Lega) il 25 marzo ha scritto che in Olanda e Belgio Dante è stato «censurato e ritradotto in una versione politicamente corretta», in quanto alcuni versi della Divina Commedia offenderebbero «gli islamici».

È vero. In un’edizione della Divina Commedia della casa editrice Blossom Books il nome di Maometto è stato eliminato dal testo del XXVIII canto, dove viene messo tra i peccatori colpevoli di aver causato scismi e divisioni, torturati in eterno da un diavolo che li fa a brandelli con la spada.

Come hanno spiegato la traduttrice e la editrice, la scelta nasce dall’intenzione di non offendere inutilmente la comunità musulmana di lingua olandese, unita alla convinzione che il nome di Maometto non sia necessario per la comprensione del testo.

Questa scelta ha generato reazioni negative anche in Belgio e nei Paesi Bassi, tra cui anche quelle di letterati di religione islamica.

In ogni caso per Fontana un “Vero”.