Il 2 marzo la nuova ministra per il Sud Mara Carfagna, di Forza Italia, ha sostenuto in un’intervista a il Mattino che le donne che lavorano nel nostro Paese siano «troppo poche, il 48 per cento contro il 64 per cento della media europea» e che al Sud il tasso di occupazione femminile crolli addirittura al 32 per cento.

Si tratta di percentuali sostanzialmente corrette – come abbiamo visto anche di recente a proposito di un intervento del segretario del Pd Nicola Zingaretti – al netto di qualche leggera imprecisione. Andiamo a vedere i dettagli.

Il tasso di occupazione femminile

I dati più recenti aggregati a livello europeo fanno riferimento al terzo trimestre del 2020. Allora il tasso di occupazione femminile (cioè la percentuale di donne occupate sul totale) in Italia, nella fascia di età 15-64 anni, era pari al 48,5 per cento, il secondo dato più basso di tutta la Ue dopo la Grecia (48 per cento). La media dell’Ue a 27 Stati era del 62,4 per cento.

I numeri dati da Carfagna sono dunque sostanzialmente corretti. Pur facendo riferimento al 2020, sono influenzati solo in parte dalla pandemia di Covid-19. Se infatti guardiamo ai dati relativi al quarto trimestre 2019, l’ultimo prima che il nuovo coronavirus iniziasse a dispiegare i propri effetti, l’occupazione femminile in Italia era solo leggermente superiore (50,1 per cento) ed era comunque il secondo dato peggiore dell’Ue dopo quello greco.

La situazione al Sud

Per quanto riguarda la «catastrofe» dell’occupazione femminile nel Mezzogiorno, la nuova ministra per il Sud ha ragione: secondo i dati Istat relativi al terzo trimestre 2020, nelle regioni meridionali si fermava al 32,3 per cento. Le regioni con le percentuali più basse erano in particolare la Campania (28,2 per cento), la Sicilia (28,8 per cento) e la Calabria (29,5 per cento).

Anche in questo caso la pandemia ha inciso solo leggermente sulla situazione preesistente: nell’ultimo trimestre del 2019 il tasso di occupazione femminile al Sud era del 33,1 per cento. Le regioni italiane coi tassi più bassi di occupazione femminile (Campania, Sicilia e Calabria) erano inoltre, in base ai dati annuali relativi al 2019, agli ultimi posti in tutta l’Unione europea (non considerando Mayotte, dipartimento d’oltremare francese).

Il verdetto

Il 2 marzo la neoministra per il Sud Mara Carfagna (Fi) ha detto che in Italia lavorano troppe poche donne, il 48 per cento contro una media europea del 64 per cento. Al Sud poi la percentuale crolla addirittura al 32 per cento.

Sono dati sostanzialmente corretti: nel terzo trimestre del 2020 l’occupazione femminile in Italia era al 48,5 per cento e la media Ue al 62,4 per cento. Cioè se in media nell’Ue lavorano quasi due donne su tre, in Italia lavora meno di una donna su due. Al Sud poi la percentuale di donne occupate nel terzo trimestre del 2020 era del 32,3 per cento, quindi lavora meno di una donna su tre.

I dati relativi al 2020 sono comunque solo leggermente peggiori di quelli relativi al 2019. Possiamo quindi dire che la pandemia abbia inciso marginalmente sulla situazione preesistente.

Nel complesso per Carfagna un “Vero”.