Il 3 febbraio, ospite a Otto e mezzo su La7, il segretario della Lega Matteo Salvini si è difeso (min. 16:44) dalle accuse di antieuropeismo, criticando però quella che, secondo lui, sarebbe ora una delle «priorità» dell’Europa. Salvini ha infatti sostenuto che l’Ue vuole «mettere fuorilegge» il vino, considerato «pericoloso e cancerogeno», mettendo delle etichette «come per le sigarette».

Al di là del giudizio, del tutto legittimo, su quali dovrebbero essere le priorità dell’Unione europea, abbiamo verificato e la critica fatta dall’ex ministro dell’Interno, seppure con un fondo di verità, è esagerata.

Salvini non è nuovo a critiche simili: già in passato aveva accusato l’Ue di voler imporre «la carne senza carne» (lo avevamo verificato qui) o di voler «mettere fuorilegge» prodotti come l’olio di oliva e il parmigiano (come abbiamo verificato in questo pezzo).

Di che cosa stiamo parlando

Il 3 febbraio – giorno della dichiarazione di Salvini – la Commissione europea ha presentato il “Piano europeo di lotta contro il cancro” (Europe’s Beating Cancer Plan) con una comunicazione al Parlamento europeo e al Consiglio dell’Unione europea, i due organi legislativi dell’Ue.

La scelta del 3 febbraio come data non è casuale, in quanto è la vigilia della giornata mondiale contro il cancro, che dal 2000 si celebra ogni anno il 4 febbraio in tutto il mondo.

Come spiega il sito della Commissione Ue, il piano (qui il testo ufficiale in inglese) propone una serie di iniziative – basate su evidenze scientifiche – per affrontare in maniera più efficace la malattia del cancro, sotto diversi punti di vista, dalla prevenzione al trattamento, passando per l’assistenza. Gli ambiti in cui si inseriscono le misure proposte sono molto vari e vanno dai trasporti all’agricoltura, dall’istruzione alla fiscalità, solo per citarne alcuni.

La proposta della Commissione Ue è quella di finanziare, attraverso uno stanziamento di 4 miliardi di euro con fondi europei, dieci iniziative principali chiamate “faro” (flagship), con diverse azioni di supporto. Tra queste, ci sono quelle per aumentare la prevenzione del cancro.

La questione sull’alcol

Ed è qui che entra in gioco il dibattito sollevato da Salvini. Nel piano si legge che la Commissione Ue è intenzionata a proporre l’introduzione prima del 2023 di un nuovo obbligo: quello di indicare sulle bevande alcoliche la lista degli ingredienti, con una tabella nutrizionale ed etichette con avvertimenti per la salute (health warnings on labels). In alcuni Paesi europei sono già in vigore indicazioni simili, come il logo sulle bottiglie di vino in cui si sconsiglia il consumo per le donne in gravidanza.

Dunque, a differenza di quanto detto dal leader della Lega a Otto e mezzo, l’Ue – intesa come Commissione Ue – non vuole vietare o «mettere fuorilegge» il vino, ma rendere più esplicite per i cittadini le conseguenze sulla salute del consumo di alcol in generale.

Anche il confronto fatto da Salvini tra vino e sigarette è fuorviante. È vero che da alcuni i anni i pacchetti di sigarette hanno immagini molto forti per scoraggiare il consumo di tabacco, ma da nessuna parte il piano della Commissione Ue propone etichette simili per i prodotti alcolici, men che meno per il vino nello specifico. Si limita a parlare, come abbiamo visto, di etichette con avvertimenti per la salute.

Nelle ultime ore il vicepresidente della Commissione Ue e commissario per la “Promozione del nostro stile di vita europeo” Margaritis Schinas ha tra l’altro rassicurato che l’Ue non vuole etichettare il vino come qualcosa di «tossico».

Il piano contiene poi anche altre proposte future per il contrasto al consumo eccessivo e dannoso di alcol. Tra queste, c’è la proposta di rivedere la legislazione europea sulla tassazione dei prodotti alcolici e sull’acquisto transfrontaliero di quest’ultimi da parte di cittadini privati. Un’intenzione simile nel piano – ma slegata da quella dell’alcol – è riferita anche per il tabacco, per disincentivarne il consumo.

Su entrambe queste due revisioni a livello fiscale, da qualche giorno la Commissione Ue ha lanciato una consultazione pubblica, che resterà aperta fino al 23 aprile prossimo, per raccogliere il parere dei cittadini, delle imprese, delle categorie di settore e delle autorità pubbliche dei vari Stati membri.

Come abbiamo sottolineato più volte, non c’è ancora nulla di legalmente vincolante in quanto proposto dalla comunicazione della Commissione al Parlamento e al Consiglio dell’Ue. Nel prossimo futuro il testo dovrà essere esaminato dai ministri della Salute dei vari Stati membri, mentre la Commissione – come spiega il suo sito ufficiale – continuerà il suo confronto sul tema con la Beca, la commissione speciale del Parlamento Ue sul contrasto al cancro.

In Italia alcune associazioni di categoria come Coldiretti hanno comunque espresso le loro preoccupazioni sull’annuncio delle nuove possibili etichette sul vino, ma in parte sono state rassicurate dalle dichiarazioni del commissario Schinas viste sopra.

Il verdetto

Secondo Matteo Salvini, «in queste ore» l’Ue avrebbe tra le sue «priorità» quella di «mettere fuori legge, perché pericoloso e cancerogeno, il vino, scrivendo sull’etichetta che fa male, come per le sigarette».

Abbiamo verificato e l’accusa del segretario della Lega è parecchio esagerata.

Il 3 febbraio la Commissione Ue ha proposto un “Piano europeo di lotta contro il cancro”, che tra le sue numerose iniziative contiene quelle per migliorare la prevenzione sulla malattia, rendendo per esempio più consapevole il consumo di prodotti alcolici.

Una di queste è proposte è quella di indicare sulle bevande alcoliche – non solo il vino – la lista degli ingredienti, con una tabella nutrizionale ed etichette con avvertimenti per la salute. Questo non significa però che saranno uguali o anche solo simili a quelle già presenti sui pacchetti di sigarette.

Non c’è dunque una equiparazione tra il vino e le sigarette: semplicemente entrambi i prodotti sono contenuti in un piano proposto dalla Commissione per migliorare la lotta contro il cancro. Sottolineiamo poi che per il momento si tratta di una proposta, e nulla ancora di legalmente vincolante. In conclusione, Salvini si merita un “Pinocchio andante”.