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Covid-19: Sala ha (quasi) ragione sui primati della Statale di Milano

| 22 gennaio 2021
La dichiarazione
«La Statale di Milano è la prima Università in Europa e la quarta al mondo per studi scientifici sul Covid-19, come certificato da Science»
Fonte: Twitter | 21 gennaio 2021
Ansa
Ansa
Verdetto sintetico
C'eri quasi
Il 21 gennaio 2021 il sindaco di Milano Beppe Sala (Pd) ha scritto su Twitter che l’Università Statale di Milano è la «prima» in Europa e la «quarta» al mondo per «studi scientifici sul Covid-19». Secondo Sala, questi traguardi sono stati certificati dalla prestigiosa rivista scientifica Science e riconoscono l’«eccellenza milanese impegnata nella sfida della ricerca».

Abbiamo verificato le parole del sindaco di Milano: Sala ha riportato una notizia sostanzialmente corretta, che necessita però di un paio di osservazioni.

Che cosa dice la classifica di Science

Partiamo dalla fonte del tweet di Sala. Il 21 gennaio l’Università Statale di Milano ha pubblicato un comunicato stampa intitolato: “Covid-19: su Science la Statale menzionata tra i primi al mondo per articoli pubblicati”. Nel sottotitolo si legge che l’ateneo è «primo in Europa e quarto al mondo per articoli pubblicati su Covid-19 nel primo semestre del 2020».

La classifica di cui parlano Sala e la Statale è contenuta in un articolo uscito sul magazine online di Science il 14 gennaio, dedicato agli sviluppi futuri della scienza cinese dopo la pandemia. Come mostra la Figura 1, nei primi due posti ci sono due istituti di Wuhan (Cina), seguiti dalla Harvard Medical School di Boston (Stati Uniti).
Figura 1. La classifica pubblicata su Science
Figura 1. La classifica pubblicata su Science
Su questa graduatoria vanno però fatte alcune osservazioni, che limitano un po’ la portata dei primati rivendicati da Sala.

Innanzitutto, come abbiamo già anticipato, la classifica si riferisce agli articoli pubblicati nei primi sei mesi del 2020: quindi non sappiamo quale sia la posizione dell’Università Statale di Milano al 21 gennaio 2021, a quasi un anno dallo scoppio dell’epidemia.

In secondo luogo, nella classifica pubblicata da Science, la Statale è in quarta posizione se ci si limita a considerare le istituzioni universitarie. Come dice lo stesso comunicato stampa dell’ateneo milanese: «Allargando la classifica anche agli istituti di ricerca, l’Università Statale scala di un solo posto, cedendolo a INSERM in Francia, l’Istituto Nazionale per la Salute e la ricerca biomedica».

La classifica inoltre non è una «certificazione» originale di Science, che, come si vede dalla Figura 1, si limita a riportare parte di una classifica pubblicata il 28 agosto 2020 sulla rivista accademica Scientometrics, all’interno di uno studio sulle pubblicazioni scientifiche sulla pandemia durante i primi sei mesi del 2020. L’articolo di agosto 2020 conteneva però due graduatorie.

In quella ripresa da Science, sono stati usati gli articoli scientifici del database di letteratura accademica Scopus. In una classifica analoga, ma stilata secondo il database Web Of Science, l’Università di Milano è in nona posizione tra università e istituti. Va comunque detto che, secondo lo stesso studio, il database Scopus offre effettivamente una «copertura più completa della letteratura scientifica e accademica rispetto a Web of Science».

La posizione dell’Italia

Limitandoci quindi al database Scopus, lo studio di fine agosto 2020 riporta che, nel complesso, fino a giugno dello scorso anno l’Italia come Paese era terza per numero di pubblicazioni sulla Covid-19 (con un 12,6 per cento sul totale), dietro a Stati Uniti e Cina, e davanti al Regno Unito. Questa posizione non è necessariamente spiegata con la qualità della ricerca italiana, ma – ipotizziamo – potrebbe essere dovuta in parte anche al fatto che il nostro Paese sia stato il primo a essere colpito significativamente dalla prima ondata della pandemia.

L’Italia era inoltre il Paese più rappresentato nella top ten degli istituti per quantità di pubblicazioni sulla Covid-19 tra gennaio e giugno 2020, con tre menzioni. Cina e Francia appaiono due volte; Stati Uniti, Canada e Regno Unito una volta sola.

Bisogna infine ricordare che si tratta di una classifica puramente quantitativa, non qualitativa: a livello mondiale la qualità della enorme quantità di ricerca prodotta nel 2020 sulla Covid-19 è stata oggetto di studi critici. Senza voler affatto dubitare della qualità della ricerca italiana e della Statale di Milano, e senza sminuire il fatto che la ricerca in Italia e in particolare all’Università Statale di Milano abbia lavorato parecchio sulla Covid-19, sarebbe più accurato avere dati sulla qualità invece che sulla quantità per parlare con sicurezza di «eccellenza milanese» in questo campo, come ha fatto il sindaco Sala su Twitter.

Il verdetto

Secondo Beppe Sala, la rivista scientifica Science ha certificato che l’Università Statale di Milano è prima in Europa e quarta al mondo per studi scientifici sulla Covid-19. Abbiamo verificato e il sindaco del capoluogo lombardo ha quasi ragione.

Pochi giorni fa, Science ha pubblicato un articolo in cui è contenuta una classifica sugli studi dedicati al coronavirus usciti tra gennaio e giugno 2020: qui la Statale è effettivamente prima tra gli atenei europei e quarta a livello mondiale. Scende rispettivamente al secondo e quinto posto, però, se si considerano anche gli istituti di ricerca.

La classifica però non è tanto di Science, quanto di un articolo scientifico uscito a fine agosto 2020. Questa pubblicazione conteneva anche un’altra graduatoria – che come fonte usa un database diverso da quello ripreso da Science – in base alla quale la Statale era nona al mondo nei primi sei mesi del 2020 per studi sulla Covid-19. Ricordiamo che, in ogni caso, si tratta di classifiche su indicatori quantitativi, e non qualitativi.

In conclusione, Sala si merita un “C’eri quasi”.

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