Il 3 gennaio il segretario della Lega Matteo Salvini ha diffuso sui propri canali social un video in cui commenta i festeggiamenti per il nuovo anno avvenuti in Cina. Nel filmato Salvini afferma ancora una volta la sua teoria del virus «creato» dai cinesi – in passato abbiamo scritto della linea altalenante di Salvini sugli ammiccamenti al complottismo – e sostiene (min. 1:06) che la Cina ora stia «vaccinando mezzo continente africano» e «interi Paesi in Asia e in America».
L’affermazione, in base alle informazioni disponibili, è un’esagerazione: non è vero che i vaccini cinesi siano usati in così tante parti del mondo, ma è vero che Pechino stia portando avanti una sua “diplomazia sanitaria” tramite il vaccino in diverse regioni. Andiamo a vedere i dettagli.
I vaccini cinesi
Il Launch and Scale Speedometer del Duke Global Health Innovation Center è uno strumento che si occupa di analizzare i fattori che possono consigliare o sconsigliare l’adozione di misure sanitarie globali. Tra le altre cose tiene anche traccia degli acquisti di vaccini contro il Sars-CoV-2 fatti dai vari Stati.
In base a questi dati, aggiornati al 29 dicembre 2020, risultano tre aziende cinesi produttrici di vaccini che hanno ottenuto accordi per l’acquisto di dosi da parte di diversi Stati: la Sinovac, la Sinopharm e la CanSino Biologics.
Secondo quanto riporta il vaccine tracker del New York Times, quattro vaccini prodotti da queste tre aziende sono in fase 3 ma la Cina (insieme alla Russia) ha autorizzato l’uso dei vaccini senza attendere l’esito dei test di questa fase.
Chi li ha comprati?
Vediamo ora quali Paesi risultano aver confermato il proprio interesse per i vaccini cinesi e quante dosi si sono impegnati ad acquistare (la lista di quali Paesi stiano testando i vaccini cinesi – che comprende ad esempio Pakistan e Bangladesh – è diversa e da non confondere). Abbiamo aggregato i dati rilevanti nella tabella qui sotto.
L’affermazione, in base alle informazioni disponibili, è un’esagerazione: non è vero che i vaccini cinesi siano usati in così tante parti del mondo, ma è vero che Pechino stia portando avanti una sua “diplomazia sanitaria” tramite il vaccino in diverse regioni. Andiamo a vedere i dettagli.
I vaccini cinesi
Il Launch and Scale Speedometer del Duke Global Health Innovation Center è uno strumento che si occupa di analizzare i fattori che possono consigliare o sconsigliare l’adozione di misure sanitarie globali. Tra le altre cose tiene anche traccia degli acquisti di vaccini contro il Sars-CoV-2 fatti dai vari Stati.
In base a questi dati, aggiornati al 29 dicembre 2020, risultano tre aziende cinesi produttrici di vaccini che hanno ottenuto accordi per l’acquisto di dosi da parte di diversi Stati: la Sinovac, la Sinopharm e la CanSino Biologics.
Secondo quanto riporta il vaccine tracker del New York Times, quattro vaccini prodotti da queste tre aziende sono in fase 3 ma la Cina (insieme alla Russia) ha autorizzato l’uso dei vaccini senza attendere l’esito dei test di questa fase.
Chi li ha comprati?
Vediamo ora quali Paesi risultano aver confermato il proprio interesse per i vaccini cinesi e quante dosi si sono impegnati ad acquistare (la lista di quali Paesi stiano testando i vaccini cinesi – che comprende ad esempio Pakistan e Bangladesh – è diversa e da non confondere). Abbiamo aggregato i dati rilevanti nella tabella qui sotto.