Il leader della Lega Matteo Salvini il 26 novembre, ospite a Omnibus su La7, ha criticato (min. 1:50) il governo perché avrebbe detto con troppo anticipo, e senza sapere quelli che saranno i dati epidemiologici di fine dicembre/inizio gennaio, agli italiani di stare a casa per le vacanze natalizie, mentre gli altri Paesi vicini all’Italia hanno un atteggiamento diverso.

In particolare, secondo Salvini «in Svizzera gli impianti sono aperti», mentre «Austria, Francia, Germania e Slovenia si stanno preparando per aprirli».

Abbiamo verificato qual è la situazione e il segretario della Lega sbaglia riguardo a diversi Stati dell’elenco. Prima di vedere la situazione all’estero, ricapitoliamo brevemente che cosa è stato detto in Italia sull’argomento negli ultimi giorni.

In Italia niente vacanze sulla neve

In base al Dpcm del 3 novembre, gli impianti sciistici devono restare chiusi, ad eccezione di quelli per manifestazioni sportive di interesse nazionale. La loro riapertura agli sciatori amatoriali, spiega il sito del governo, «è subordinata all’approvazione di apposite linee guida da parte della Conferenza delle Regioni e delle province autonome, validate dal Comitato tecnico scientifico».

Tuttavia, con l’avvicinarsi della stagione natalizia, il governo ha fatto capire in maniera molto chiara di non essere intenzionato a consentire un Natale sulle piste.

Il 23 novembre il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte ha parlato diffusamente della questione a Otto e mezzo su La7. Alla domanda della conduttrice Lilli Gruber se sarà possibile riaprire gli impianti da sci, Conte ha risposto che il problema non è tanto lo sci in sé, per cui si potrebbero disporre dei protocolli che garantiscano la sicurezza delle persone, quanto «tutto ciò che ruota intorno alle vacanze sulla neve», che è «difficilmente controllabile». Per questo – ha spiegato Conte – è in corso un confronto a livello europeo e «siamo tutti consapevoli che non ci possiamo concedere vacanze indiscriminate sulla neve».

Alla domanda successiva – «Quindi riaperture sì o no degli impianti da sci?» – Conte ha risposto: «Stiamo lavorando perché non è possibile consentire delle vacanze sulla neve, perché avremmo una terza ondata, quindi dobbiamo assolutamente operare delle limitazioni per tutte le attività diciamo collegate a quelle sciistiche».

Il governo italiano è insomma deciso – come poi ribadito ulteriormente da Conte – a non consentire le «vacanze sulla neve». Quindi l’eventuale apertura degli impianti sciistici, se ci fosse, potrebbe essere limitata, ad esempio allo svolgimento delle sole manifestazioni sportive di interesse nazionale (consentite in via generale dal Dpcm del 3 novembre).

Come abbiamo visto, Conte, a differenza di Salvini, ha sostenuto che sia in corso una discussione tra Paesi dell’Unione europea per trovare una risposta comune e – come ha ribadito anche il 25 novembre durante la sua visita in Spagna – che ci sia «una comune preoccupazione». Prima di vedere chi ha ragione sui Paesi comunitari, partiamo dall’unico Stato extracomunitario dell’elenco: la Svizzera.

Svizzera

Nella Confederazione Elvetica gli impianti sciistici, come risulta sia dalle fonti di stampa (qui e qui ad esempio) sia dai siti delle stazioni sciistiche, sono aperti.

Non solo. L’associazione che riunisce gli operatori del settore, la Swiss Ski Lift Association, ha lanciato già a fine ottobre una campagna per incentivare gli svizzeri a «buttarsi in pista» («Hit the slopes»), nella speranza di recuperare con il turismo locale le perdite dovute alla riduzione del flusso di stranieri.

È infatti possibile che – oltre ai turisti extra-europei a cui è vietato l’ingresso nel Paese, salvo poche eccezioni – la Svizzera perda anche quelli degli altri Stati Ue, se questi decidessero di imporre misure restrittive al rientro dei turisti come ad esempio un periodo di autoisolamento. Ricordiamo infatti che la Svizzera è stata investita da una seconda ondata anche peggiore di quella che ha colpito l’Italia.

Sul Paese elvetico quindi Salvini ha ragione. Ma veniamo ora ai Paesi Ue.

Francia

Come ci ha segnalato il collega William Audureau, fact-checker di Le Monde, il 24 novembre il presidente francese Emmanuel Macron ha chiaramente escluso che le stazioni sciistiche francesi possano riaprire per le vacanze natalizie, suscitando la reazione negativa degli operatori del settore.

La speranza, ha detto Macron, è di poter riaprire in gennaio, in buone condizioni e con un coordinamento europeo.

Germania

Anche in Germania – che, a differenza degli altri Paesi elencati da Salvini, non confina con l’Italia – la situazione è diversa da come la descrive il leader leghista.

Come ci ha segnalato la collega fact-checker di Correctiv Alice Echtermann, in Baviera – che è il Land dove maggiormente si concentrano le stazioni sciistiche del Paese – il primo ministro Markus Söder ha detto di supportare la posizione dell’Italia e che in generale non vorrebbe consentire le vacanze sciistiche in nessun luogo, vista la situazione.

Al momento, ci riferisce sempre la collega di Correctiv, tutte le stazioni sciistiche della Germania sono chiuse. Fino al 20 dicembre è consentito offrire servizi di hotel, case vacanze e via dicendo solo per motivi di necessità e non di turismo, il che in pratica costituisce un divieto di fare vacanza nel Paese, e probabilmente queste limitazioni verranno prorogate. È possibile andare in altri Stati, come l’Austria, ma essendo “regioni a rischio” è poi necessario mettersi in quarantena al rientro.

Il governo tedesco, come quello italiano e francese, ha affermato di mirare a un coordinamento europeo delle misure con gli altri Stati europei ed è favorevole alla chiusura degli impianti sciistici. La Germania, tra i Paesi elencati, è quella che al 26 novembre ha il minor numero di contagi in rapporto alla popolazione.

Austria

L’Austria – che tra i Paesi elencati, al 26 novembre, è quella messa peggio insieme alla Slovenia, quanto a numero di contagi in rapporto alla popolazione – ha invece assunto una posizione nettamente diversa rispetto a quella italiana, francese e tedesca.

Come ci ha riferito Eva Wackenreuther, fact-checker austriaca di Fakt ist Fakt, il cancelliere Sebastian Kurz il 25 novembre ha dichiarato che sciare non è più pericoloso di andare a farsi una corsa e prendere una cabinovia non è più pericoloso che prendere l’ascensore. Il ministro delle Finanze Gernot Blümel ha chiesto che la Ue dia all’Austria un risarcimento qualora Bruxelles chiedesse una chiusura degli impianti sciistici.

Quindi, ci ha spiegato ancora la collega, al momento non c’è ancora una decisione ufficiale ma, se sarà in qualche modo possibile, il governo è intenzionato a tenere aperti gli impianti (alcuni lo sono già, ad esempio nel Tirolo, altri pianificano di esserlo a dicembre, come ad esempio nell’area di Salisburgo).

Questa è una discussione molto accesa nel Paese, perché la stagione sciistica è una importante voce di incasso per l’economia locale. Secondo i critici il nuovo lockdown – imposto dal 3 novembre fino al 6 dicembre, e inasprito nel corso del tempo – sarebbe stato fatto, oltre che per abbassare stabilmente il numero dei contagi, per accontentare le pressioni del settore turistico che voleva salvare la stagione invernale.

Slovenia

Per quanto riguarda la Slovenia, infine, il Ministero dell’Economia ha dichiarato il 25 novembre all’agenzia di stampa Sta che il governo non ha ancora preso posizione riguardo all’appello dell’Italia di tenere chiuse le stazioni sciistiche europee a dicembre.

Il ministero sloveno si aspetta che sia la Commissione europea a inviare delle raccomandazioni agli Stati membri per quanto riguarda la stagione sciistica.

Il verdetto

Matteo Salvini il 26 novembre ha dichiarato, criticando l’atteggiamento del governo italiano contrario a consentire vacanze natalizie sulla neve, che «in Svizzera gli impianti sono aperti, Austria, Francia, Germania e Slovenia si stanno preparando per aprirli».

La sua affermazione è sbagliata in riferimento a diversi Stati dell’elenco, anche se non tutti. È infatti vero che in Svizzera gli impianti siano già aperti e ci sia l’intenzione di proseguire su questa strada, ma riguardo agli altri Paesi la situazione è più complessa.

Il governo francese ha detto infatti di non voler consentire l’apertura delle stazioni sciistiche per le vacanze natalizie, sperando che la situazione migliori successivamente. Il governo tedesco, che finora ha attuato misure restrittive molto rigide sulle vacanze, è dello stesso parere e si associa a quello italiano e francese nel chiedere un coordinamento europeo circa la chiusura. In Baviera il primo ministro ha detto di sposare la linea italiana. In Slovenia anche si aspettano le decisioni di Bruxelles. Diversa la posizione del governo austriaco, che vorrebbe tenere aperti gli impianti (alcuni già lo sono) e che, anzi, si dice pronta a domandare un risarcimento all’Ue se venisse chiesto di chiudere.

Nel complesso, per Salvini un “Pinocchio andante”.