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No, in Italia i giovani non si drogano sempre di più

| 04 novembre 2020
La dichiarazione
«In Italia il consumo di sostanze stupefacenti tra i giovani è costantemente in crescita»
Fonte: Facebook | 3 novembre 2020
Ansa
Ansa
Verdetto sintetico
Il 3 novembre la deputata di Fratelli d’Italia Maria Teresa Bellucci ha scritto su Facebook che nel nostro Paese i giovani fanno sempre più utilizzo di sostanze stupefacenti.

È davvero così? Abbiamo verificato e in breve, sebbene il quadro su questo tema sia molto variegato, possiamo dire che il consumo giovanile di droga è rimasto abbastanza stabile negli ultimi anni, con alcune eccezioni.

Che cosa dicono i dati

Come abbiamo già scritto in passato, una delle fonti più autorevoli per quantificare il consumo di droga in Italia è l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (o European monitoring centre for drug addiction, o Emcdda).

L’Emcdda è un’agenzia dell’Unione europea che ha l’obiettivo di fornire informazioni affidabili e comparabili a livello europeo sul fenomeno delle droghe e delle tossicodipendenze. Ogni anno questa istituzione pubblica un rapporto dettagliato in cui, tra le altre cose, vengono analizzati i trend sull’uso di sostanze stupefacenti in diversi Paesi europei.

La stessa deputata Bellucci ha citato una relazione annuale dell’Emcdda in una sua proposta di legge, presentata alla Camera a ottobre 2019, per istituire la “Giornata nazionale sulle dipendenze patologiche”.

Nello specifico, che cosa dicono i dati più aggiornati dell’Emcdda sul consumo di droga tra i giovani in Italia? Che sono davvero in crescita oppure no?

Lo scorso 22 settembre l’Emcdda ha pubblicato la “Relazione europea sulla droga 2020”, con dati aggiornati più o meno ad anni recenti, a seconda del Paese preso in considerazione.

Come ha spiegato l’agenzia nell’introduzione del suo rapporto, un monitoraggio preciso richiede del tempo: per questo motivo i dati – da maneggiare con cautela, essendo comunque stime – fanno riferimento agli anni passati, e non agli ultimi mesi.

Nella sua dichiarazione la deputata Bellucci non specifica che cosa intende per «giovani», ma possiamo vedere le statistiche per diverse fasce di età.

Anni 15-34

Per quanto riguarda la categoria “giovani adulti”, ossia persone di età compresa tra i 15 e i 34 anni, sono disponibili i dati Emcdda sull’utilizzo di quattro tipi di sostanze stupefacenti, molto diverse tra loro: la cocaina, le amfetamine, l’mdma (nota anche con il nome di “ecstasy”) e la cannabis.

Nel 2017 – ultimo anno disponibile – l’1,7 per cento della popolazione italiana tra i 15 e i 34 anni aveva consumato cocaina negli ultimi 12 mesi, contro l’1,8 per cento registrato nel 2014. Lo 0,3 per cento aveva fatto uso di anfetamine, contro lo 0,6 per cento del 2014.

Per quanto riguarda l’mdma, nel 2017 ne aveva fatto uso lo 0,8 per cento della popolazione tra i 15 e i 34 anni, rispetto all’1 per cento di tre anni prima, e per quanto riguarda la cannabis, il 20,9 per cento, in rialzo rispetto al 19 per cento del 2014.

Ricapitolando: in base agli ultimi dati disponibili, è emerso che nel 2017 solo il consumo di cannabis ha registrato un aumento nella popolazione dei “giovani adulti”, mentre quello di cocaina, amfetamine e mdma è calato.

Come mostra il Grafico 1, fatta eccezione per la cannabis, c’è stato negli ultimi anni un costante calo nell’utilizzo di sostanze stupefacenti.
Grafico 1. Trend di consumo delle sostanze stupefacenti nella popolazione italiana tra 15-34 anni – Fonte: Emcdda
Grafico 1. Trend di consumo delle sostanze stupefacenti nella popolazione italiana tra 15-34 anni – Fonte: Emcdda
Anni 15-24

Sulla base dei dati dell’Emcdda, è possibile restringere l’analisi alla popolazione con un’età compresa tra i 15 e i 24 anni.

Nel 2017, in questa fascia, aveva fatto uso di cannabis negli ultimi 12 mesi il 23,7 per cento della popolazione – tre anni prima era stato il 21,6 per cento – e di cocaina l’1,2 per cento, contro lo 0,9 per cento del 2014. Sempre nel 2017, aveva fatto uso di amfetamine lo 0,4 per cento della popolazione tra 15 e 24 anni, in calo rispetto allo 0,8 per cento del 2014, mentre lo 0,8 per cento aveva consumato mdma, anche qui in calo rispetto all’1,2 per cento di tre anni prima.

In sostanza, nei giovani con un’età tra 15-24 anni si registra una dinamica simile a quella vista per la fascia di età 15-34 anni, fatta eccezione per il consumo di cocaina, in questo caso in crescita rispetto al passato.

Le droghe tra gli studenti

Possiamo infine vedere che cosa dicono altri dati istituzionali più recenti, relativi a una fascia di popolazione ancora più giovane.

La “Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia” – realizzata ogni anno da diversi ministeri, seguendo le indicazioni dell’Emcdda – contiene alcuni dati sull’uso di sostanze illegali nella popolazione studentesca italiana.

In questo caso, stiamo parlando di studenti con un’età compresa tra i 15 e i 19 anni, che frequentano le scuole secondarie di secondo grado. Non sono rappresentativi di tutta la popolazione giovanile italiana, ma danno comunque uno spaccato utile per capire l’andamento del fenomeno sotto i 20 anni di età.

Secondo le statistiche più aggiornate della relazione uscita a fine 2019, nel 2018 il 33,6 per cento degli studenti italiani (circa 870 mila ragazzi) aveva utilizzato almeno una sostanza psicoattiva illegale nel corso della propria vita; il 25,6 per cento (circa 660 mila studenti) ne aveva fatto uso nel corso dell’ultimo anno. In questo caso, le sostanze prese in considerazione sono state la cannabis, la cocaina, gli stimolanti, gli allucinogeni e l’eroina (Grafico 2).
Grafico 2. Trend dei consumi di sostanze psicoattive nella popolazione studentesca – Fonte: “Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia”
Grafico 2. Trend dei consumi di sostanze psicoattive nella popolazione studentesca – Fonte: “Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia”
Come mostra il Grafico 2, rispetto all’anno prima, nel 2018 sono calati tutti e quattro gli indicatori sulla percentuale di ragazzi tra i 15 e i 19 anni che hanno consumato almeno una sostanza stupefacente frequentemente; nel corso della vita; nel corso dell’ultimo anno; e nel corso degli ultimi 30 giorni.

«Per tutte le forme di consumo sopra descritte, a partire dal 2014 si è osservata una sostanziale stabilizzazione», ha sottolineato la più recente “Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia”.

Ci sono comunque degli elementi di preoccupazione. In primo luogo, circa 30 mila studenti (l’1,2 per cento del totale) «hanno riferito di aver assunto una o più sostanze senza sapere cosa fossero», ha spiegato la Relazione, mentre il «78,1 per cento di chi ha preso sostanze senza sapere cosa fossero era anche all’oscuro degli effetti che avrebbero provocato».

La risalita dell’eroina

In secondo luogo, c’è una droga che sembra essersi diffusa di più nel 2018 tra gli studenti. Il calo di cui abbiamo parlato prima, infatti, ha coinvolto il consumo di cocaina, quello dei cannabinoidi sintetici e quello delle nuove sostanze psicoattive (o Nps), mentre quello di cannabis è rimasto costante (Figura 1).
Figura 1. Consumo di almeno una sostanza illegale nel 2018 – Fonte: “Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia”
Figura 1. Consumo di almeno una sostanza illegale nel 2018 – Fonte: “Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia”
Rispetto al 2017, però, «si rileva un lieve incremento degli studenti che riferiscono di aver assunto eroina sia nella vita sia durante l’anno – ha evidenziato la Relazione – mentre restano stabili il consumo nel corso dell’ultimo mese e quello frequente».

Ci sono stati dei cambiamenti poi anche nell’età di primo uso dell’eroina – che può essere fumata, iniettata o inalata – ma su un lasso temporale più ampio.

«Nel corso del decennio si evidenzia un aumento della percentuale di studenti che riferiscono di aver provato ad assumere eroina prima dei 14 anni e, nello stesso tempo, un decremento di chi l’ha utilizzata tra i 15 e i 17 anni», ha sottolineato la Relazione.

Il verdetto

Secondo Maria Teresa Bellucci, «in Italia il consumo di sostanze stupefacenti tra i giovani è costantemente in crescita». Abbiamo verificato e la dichiarazione della deputata di Fratelli d’Italia è esagerata.

Tra il 2014 e il 2017 – ultimo anno disponibile – nella fascia di età tra i 15 e i 34 anni (i cosiddetti “giovani adulti”) è aumentato solo il consumo di cannabis, mentre sono calati quelli di cocaina, mdma e amfetamine. Una dinamica simile è stata registrata anche nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni, con però un leggero aumento anche del consumo di cocaina.

Discorso diverso vale invece se si restringe l’ambito di indagine sulla popolazione studentesca, nella fascia di età tra i 15 e i 19 anni. Secondo i dati più aggiornati, dal 2014 al 2018 si è osservata una sostanziale stabilizzazione nell’uso di sostanze illegali, dalla cannabis alla cocaina, passando per altri nuovi tipi di droga.

Rimangono comunque degli elementi di preoccupazione. Per esempio, sembra essere aumentato tra gli studenti il consumo di eroina, mentre nell’ultimo decennio è aumentata la percentuale di giovani che l’ha provata prima dei 14 anni.

In conclusione, Bellucci si merita un “Nì”.

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