Il 3 novembre la deputata di Fratelli d’Italia Maria Teresa Bellucci ha scritto su Facebook che nel nostro Paese i giovani fanno sempre più utilizzo di sostanze stupefacenti.
È davvero così? Abbiamo verificato e in breve, sebbene il quadro su questo tema sia molto variegato, possiamo dire che il consumo giovanile di droga è rimasto abbastanza stabile negli ultimi anni, con alcune eccezioni.
Che cosa dicono i dati
Come abbiamo già scritto in passato, una delle fonti più autorevoli per quantificare il consumo di droga in Italia è l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (o European monitoring centre for drug addiction, o Emcdda).
L’Emcdda è un’agenzia dell’Unione europea che ha l’obiettivo di fornire informazioni affidabili e comparabili a livello europeo sul fenomeno delle droghe e delle tossicodipendenze. Ogni anno questa istituzione pubblica un rapporto dettagliato in cui, tra le altre cose, vengono analizzati i trend sull’uso di sostanze stupefacenti in diversi Paesi europei.
La stessa deputata Bellucci ha citato una relazione annuale dell’Emcdda in una sua proposta di legge, presentata alla Camera a ottobre 2019, per istituire la “Giornata nazionale sulle dipendenze patologiche”.
Nello specifico, che cosa dicono i dati più aggiornati dell’Emcdda sul consumo di droga tra i giovani in Italia? Che sono davvero in crescita oppure no?
Lo scorso 22 settembre l’Emcdda ha pubblicato la “Relazione europea sulla droga 2020”, con dati aggiornati più o meno ad anni recenti, a seconda del Paese preso in considerazione.
Come ha spiegato l’agenzia nell’introduzione del suo rapporto, un monitoraggio preciso richiede del tempo: per questo motivo i dati – da maneggiare con cautela, essendo comunque stime – fanno riferimento agli anni passati, e non agli ultimi mesi.
Nella sua dichiarazione la deputata Bellucci non specifica che cosa intende per «giovani», ma possiamo vedere le statistiche per diverse fasce di età.
Anni 15-34
Per quanto riguarda la categoria “giovani adulti”, ossia persone di età compresa tra i 15 e i 34 anni, sono disponibili i dati Emcdda sull’utilizzo di quattro tipi di sostanze stupefacenti, molto diverse tra loro: la cocaina, le amfetamine, l’mdma (nota anche con il nome di “ecstasy”) e la cannabis.
Nel 2017 – ultimo anno disponibile – l’1,7 per cento della popolazione italiana tra i 15 e i 34 anni aveva consumato cocaina negli ultimi 12 mesi, contro l’1,8 per cento registrato nel 2014. Lo 0,3 per cento aveva fatto uso di anfetamine, contro lo 0,6 per cento del 2014.
Per quanto riguarda l’mdma, nel 2017 ne aveva fatto uso lo 0,8 per cento della popolazione tra i 15 e i 34 anni, rispetto all’1 per cento di tre anni prima, e per quanto riguarda la cannabis, il 20,9 per cento, in rialzo rispetto al 19 per cento del 2014.
Ricapitolando: in base agli ultimi dati disponibili, è emerso che nel 2017 solo il consumo di cannabis ha registrato un aumento nella popolazione dei “giovani adulti”, mentre quello di cocaina, amfetamine e mdma è calato.
Come mostra il Grafico 1, fatta eccezione per la cannabis, c’è stato negli ultimi anni un costante calo nell’utilizzo di sostanze stupefacenti.
È davvero così? Abbiamo verificato e in breve, sebbene il quadro su questo tema sia molto variegato, possiamo dire che il consumo giovanile di droga è rimasto abbastanza stabile negli ultimi anni, con alcune eccezioni.
Che cosa dicono i dati
Come abbiamo già scritto in passato, una delle fonti più autorevoli per quantificare il consumo di droga in Italia è l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (o European monitoring centre for drug addiction, o Emcdda).
L’Emcdda è un’agenzia dell’Unione europea che ha l’obiettivo di fornire informazioni affidabili e comparabili a livello europeo sul fenomeno delle droghe e delle tossicodipendenze. Ogni anno questa istituzione pubblica un rapporto dettagliato in cui, tra le altre cose, vengono analizzati i trend sull’uso di sostanze stupefacenti in diversi Paesi europei.
La stessa deputata Bellucci ha citato una relazione annuale dell’Emcdda in una sua proposta di legge, presentata alla Camera a ottobre 2019, per istituire la “Giornata nazionale sulle dipendenze patologiche”.
Nello specifico, che cosa dicono i dati più aggiornati dell’Emcdda sul consumo di droga tra i giovani in Italia? Che sono davvero in crescita oppure no?
Lo scorso 22 settembre l’Emcdda ha pubblicato la “Relazione europea sulla droga 2020”, con dati aggiornati più o meno ad anni recenti, a seconda del Paese preso in considerazione.
Come ha spiegato l’agenzia nell’introduzione del suo rapporto, un monitoraggio preciso richiede del tempo: per questo motivo i dati – da maneggiare con cautela, essendo comunque stime – fanno riferimento agli anni passati, e non agli ultimi mesi.
Nella sua dichiarazione la deputata Bellucci non specifica che cosa intende per «giovani», ma possiamo vedere le statistiche per diverse fasce di età.
Anni 15-34
Per quanto riguarda la categoria “giovani adulti”, ossia persone di età compresa tra i 15 e i 34 anni, sono disponibili i dati Emcdda sull’utilizzo di quattro tipi di sostanze stupefacenti, molto diverse tra loro: la cocaina, le amfetamine, l’mdma (nota anche con il nome di “ecstasy”) e la cannabis.
Nel 2017 – ultimo anno disponibile – l’1,7 per cento della popolazione italiana tra i 15 e i 34 anni aveva consumato cocaina negli ultimi 12 mesi, contro l’1,8 per cento registrato nel 2014. Lo 0,3 per cento aveva fatto uso di anfetamine, contro lo 0,6 per cento del 2014.
Per quanto riguarda l’mdma, nel 2017 ne aveva fatto uso lo 0,8 per cento della popolazione tra i 15 e i 34 anni, rispetto all’1 per cento di tre anni prima, e per quanto riguarda la cannabis, il 20,9 per cento, in rialzo rispetto al 19 per cento del 2014.
Ricapitolando: in base agli ultimi dati disponibili, è emerso che nel 2017 solo il consumo di cannabis ha registrato un aumento nella popolazione dei “giovani adulti”, mentre quello di cocaina, amfetamine e mdma è calato.
Come mostra il Grafico 1, fatta eccezione per la cannabis, c’è stato negli ultimi anni un costante calo nell’utilizzo di sostanze stupefacenti.