Il 29 ottobre il deputato della Lega Luca Toccalini ha scritto su Facebook che il ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi ha rinviato, «due giorni prima dello svolgimento», la prova di ammissione ai corsi di laurea magistrale delle professioni sanitarie, rischiando così di «far perdere un anno accademico agli studenti».

Abbiamo verificato e Toccalini ha ragione sul rinvio, ma non sull’eventualità che gli studenti perdano l’anno accademico. Gli atenei dovranno infatti permettere il recupero del primo semestre, ma non è ancora chiaro con quali modalità.

La selezione per le professioni sanitarie

Il 12 giugno il Ministero dell’Università e della Ricerca ha indetto per il 30 ottobre 2020 la prova di prove di ammissione ai corsi di laurea magistrale – che seguono lauree triennali nello stesso ambito – delle professioni sanitarie per l’anno accademico 2020/2021.

La selezione offre un totale di 2.918 posti, di cui 1.499 per Scienze infermieristiche e ostetriche, 639 per Scienze delle professioni sanitarie e della riabilitazione (come fisioterapisti e logopedisti), 420 per le professioni sanitarie tecniche diagnostiche (figure come il tecnico radiologo), 115 per Scienze delle professioni sanitarie tecniche assistenziali e 245 per Scienze delle professioni sanitarie della prevenzione.

Il rinvio e il recupero

Come dice correttamente Toccalini, il ministro dell’Università Manfredi ha bloccato la prova di ammissione per le lauree magistrali delle professioni sanitarie proprio il 28 ottobre, due giorni prima della data programmata per lo svolgimento. Con un decreto ministeriale, è stato infatti stabilito che la prova «è rinviata a una successiva data che, tenuto conto dell’evoluzione del quadro pandemico e di eventuali ulteriori disposizioni in materia, sarà fissata entro il mese di marzo 2021».

Nella premessa del decreto, si cita anche una nota della Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui), in cui si richiede lo slittamento della selezione «a causa dell’aggravarsi della pandemia e delle difficoltà organizzative degli atenei nel garantire la sicurezza di tutti i soggetti coinvolti». In altri termini, sarebbero stati gli stessi rettori delle università italiane a sollecitare un rinvio.

Tuttavia, lo stesso documento del Miur ha decretato (art.1, co.2) che «gli atenei, nell’ambito della loro autonomia organizzativa e gestionale, assicureranno il recupero delle attività formative e degli esami di profitto relativi al primo semestre nel corso dell’anno accademico 2020-2021».

Il deputato leghista è quindi impreciso quando dice che gli studenti rischiano di perdere l’anno. Le università dovranno infatti prevedere il recupero degli esami del primo semestre perso a causa della prova ritardata.

Il verdetto

Il deputato della Lega Luca Toccalini ha scritto su Facebook che il ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi ha rinviato la prova di ammissione ai corsi laurea magistrale delle professioni sanitarie, rischiando così di «far perdere un anno accademico agli studenti».

Il deputato leghista riporta un’informazione in parte corretta: è vero che il 28 ottobre 2020, due giorni prima della selezione, il ministero dell’Università ha rinviato la prova a una data indefinita da decidere entro marzo 2021.

Non è tuttavia vero che gli studenti rischiano di perdere l’anno. Lo stesso decreto prevede che gli atenei organizzino il recupero dei crediti del primo semestre saltato a causa del rinvio. Certo, non è ancora chiaro in quale modalità questo possa avvenire. Toccalini merita quindi un “C’eri quasi”.