Marco Bestetti, coordinatore nazionale di Forza Italia giovani, ospite a Quarta Repubblica il 19 ottobre ha sostenuto che le percentuali più alte di dipendenti pubblici rispetto al totale degli occupati si trovino in due aree: le regioni a statuto speciale e quelle del Sud.

L’affermazione è corretta. Andiamo a vedere i dati.

Il censimento Istat delle istituzioni pubbliche

Il 17 dicembre 2019 l’Istat ha pubblicato il suo Censimento permanente delle Istituzioni pubbliche. Qui si legge che a fine dicembre 2017, su circa 12.900 istituzioni pubbliche censite, i dipendenti erano oltre 3 milioni e 321 mila, a cui si aggiungono circa 195 mila unità del personale in servizio non dipendente (il 5,5 per cento del totale).

Stiamo qui parlando di tutti i dipendenti pubblici: dalle amministrazioni centrali (ad esempio scuole statali e forze armate), che costituiscono più della metà del totale, a quelli del Servizio sanitario nazionale e a quelli degli enti locali (regioni, province, comuni).

Per le varie regioni sono riportati i totali, in valore assoluto, dei lavoratori delle istituzioni pubbliche (dipendenti e non) e la percentuale dei non dipendenti per ogni regione. Abbiamo calcolato quindi il numero assoluto dei dipendenti regione per regione e abbiamo riassunto i risultati in questa tabella.

Nella stessa tabella abbiamo anche inserito il dato circa gli occupati* con 15 anni o più, nel 2017, nelle varie regioni, e calcolato la percentuale dei dipendenti pubblici sul totale degli occupati.

Ecco che cosa ne è emerso, relativamente alla dichiarazione di Bestetti.

I dipendenti pubblici in percentuale degli occupati

In Italia le regioni a statuto speciale sono cinque: Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Sicilia e Sardegna. Le regioni del Mezzogiorno secondo la classificazione Istat, che include le isole, sono otto: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.

Come si vede dalla tabella, la media nazionale dei dipendenti pubblici sul totale degli occupati è del 14,4 per cento: circa uno su sette tra i lavoratori italiani, insomma, lavora nel pubblico.

Tutte le regioni a statuto speciale o del Mezzogiorno si trovano al di sopra della media nazionale. L’Abruzzo è la regione che si scosta di meno, con un 14,8 per cento, mentre quelle coi valori più alti sono Calabria (22,7 per cento), Val d’Aosta (22,3 per cento), Sicilia (22 per cento) e Sardegna (20 per cento). Molto vicina alla soglia del 20 per cento anche il Trentino-Alto Adige, col 19,4 per cento. Le altre regioni a statuto speciale o meridionali hanno dati che oscillano tra il 17 per cento e il 18,5 per cento.

Quindi possiamo dire che Bestetti fa un’affermazione corretta.

Le percentuali più basse in Italia si trovano invece in Lombardia (9,5 per cento, unica regione in Italia con una percentuale inferiore al 10 per cento), Veneto (11,2 per cento) ed Emilia-Romagna (11,9 per cento).

I dipendenti pubblici in rapporto alla popolazione

Nel rapporto Istat citato in precedenza è poi contenuta anche una mappa che mette in relazione i numeri del personale della pubblica amministrazione – dipendente e non – con la popolazione residente nelle varie regioni. In rapporto alla popolazione, i dati più elevati sono quelli delle regioni a statuto speciale (tranne la Sicilia) e, tra le regioni meridionali, quello della Basilicata.

La Sicilia, la Calabria e il Molise hanno un dato più basso – ma comunque superiore al resto d’Italia, con l’eccezione dell’Umbria – ma soprattutto Puglia e Campania risultano avere un dato inferiore a quello delle regioni del Centro Italia e nella stessa categoria delle grandi regioni del Nord Italia a statuto ordinario (Lombardia, Piemonte e Veneto).

Il verdetto

Il coordinatore nazionale di Forza Italia giovani, Marco Bestetti, ha sostenuto il 19 ottobre che la percentuale dei dipendenti pubblici rispetto al totale degli occupati sia particolarmente elevata in due «aree», le regioni a statuto speciale e quelle del Sud.

L’affermazione, in base ai nostri calcoli, risulta corretta: tutte le regioni a statuto speciale e del Meridione hanno una percentuale più elevata della media nazionale (l’Abruzzo di pochi decimali). Inoltre le regioni con i valori percentuali più alti – Calabria, Val d’Aosta, Sicilia e Sardegna – fanno tutte parte di questa categoria.

Per Bestetti dunque un “Vero”.



*Percorso: Dati regionali > Età > Seleziona periodo: 2017