Il 16 luglio la deputata del M5s Marialuisa Faro in un post su Facebook ha rinfacciato a Matteo Salvini, che nelle ore precedenti si era espresso in modo critico circa l’accordo trovato dal governo con Autostrade per l’Italia (di cui abbiamo scritto in un nostro recente articolo), di aver votato nel 2008 la norma “Salva-Benetton”. Secondo Faro questo precedente, tra le altre cose, avrebbe dovuto spingere il segretario della Lega a un contegno diverso («Il silenzio sarebbe d’oro ma Salvini, evidentemente, ancora non l’ha compreso»).

Diciamo subito che è vero che Salvini votò per il “Salva-Benetton” nel 2008, come vedremo meglio più avanti. Ma, al di là di questo, che cosa prevedeva quella norma? Andiamo con ordine.

Il “Salva-Benetton”

Il cosiddetto “Salva-Benetton”, come abbiamo accennato in passato, è un emendamento con cui il neonato governo Berlusconi IV modificò, in sede di conversione in legge, un decreto-legge varato dal precedente governo Prodi II inserendo un articolo che stabiliva condizioni più favorevoli di quelle esistenti per Autostrade per l’Italia (Aspi).

Procediamo con ordine.

L’8 aprile 2008 – pochi giorni prima delle elezioni politiche del 13 e 14 aprile, poi vinte dal centrodestra – la maggioranza in Parlamento che sosteneva il governo Prodi II approvò il decreto-legge 59/2008, che contiene “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e l’esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee”.

Passate le elezioni, e insediatosi nel frattempo il governo Berlusconi IV, il decreto-legge (come previsto dall’articolo 77 della Costituzione) fu convertito in legge dalla nuova maggioranza con la legge n. 101 del 6 giugno 2008.

Nel processo di conversione fu però inserito un nuovo articolo, l’art. 8 duodecies, che andava a modificare la precedente normativa (l’art. 2 co.82 del d.l. 3 ottobre 2006, n. 262, come convertito, con modificazioni dalla legge 24 novembre 2006, n. 286) in materia di concessioni autostradali, approvata sempre dal governo Prodi II.

L’articolo 8 duodecies ha reso più vantaggiosa la situazione per i concessionari come Aspi su una molteplicità di questioni (per i dettagli normativi possiamo segnalare questa tesi accademica), dalle tariffe agli obblighi del concessionario. Ma soprattutto l’articolo in questione ha approvato ex lege tutti gli schemi di concessione già sottoscritti tra Anas, nella sua veste di concedente, e concessionari, andando così a bypassare una serie di condizioni che il Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) e il Nucleo di consulenza per l’attuazione delle linee guida per la regolazione dei servizi di pubblica utilità (Nars) avevano posto per la sopravvivenza delle concessioni e che avrebbero avuto l’effetto di rendere più svantaggiosa la situazione per i concessionari.

Il concessionario che ne beneficiò maggiormente fu proprio Aspi, che controlla circa 3 mila chilometri di autostrade in Italia su 7 mila totali, di qui il nome “Salva-Benetton”, e la cui concessione era stata maggiormente ritenuta inadeguata a sopravvivere – senza significative modifiche – da Cipe e Nars.

Il voto di Salvini

Matteo Salvini, allora deputato della Lega, votò a favore della legge di conversione del d.l. 59/2008 che conteneva il “Salva-Benetton” all’articolo 8 duodecies, come risulta da OpenParlamento. Con lui votarono il resto della Lega, il Pdl ed esponenti del gruppo misto. Il Pd, l’Italia dei valori e l’Udc votarono contro.

Il segretario della Lega aveva già ammesso nel 2018, dopo la tragedia del Ponte Morandi, di aver votato la norma in questione, ma all’epoca aveva risposto alle critiche – che provenivano allora soprattutto dal Partito democratico – che «da parte di chi ha governato per anni e anni e ha firmato e verificato le concessioni, un buon silenzio sarebbe opportuno».

Il verdetto

Il 16 luglio la deputata del M5s Marialuisa Faro, rispondendo alle critiche di Salvini sull’accordo trovato tra il governo e Aspi, ha sostenuto che proprio il segretario della Lega nel 2008 avesse votato la norma “Salva-Benetton”.

Abbiamo verificato ed è vero: Salvini votò a favore della legge che contiene l’articolo che consentì ad Aspi di sfuggire alla normativa più severa, in termini di tariffe e verifiche sulle infrastrutture date in gestione al concessionario, che era stata approvata in precedenza dal governo Prodi II.

Per Faro un “Vero”.