Il segretario della Lega Matteo Salvini in un’intervista pubblicata da La Stampa il 3 luglio ha affermato – a sostegno della sua previsione di una nuova vittoria di Donald Trump alle prossime elezioni americane – che negli Stati Uniti «a giugno sono stati creati 4 milioni di posti di lavoro, dopo i 2 milioni di maggio».
I dati citati sono imprecisi per difetto, ma bisogna aggiungere qualche informazione di contesto. Andiamo a vedere qual è allora la situazione.
I dati sull’occupazione negli Usa di maggio e giugno
Gli occupati “a libro paga” (payrolls, non sono quindi inclusii dipendenti delle no profit, domestici, gli autonomi e altre categorie) negli Stati Uniti, secondo quanto riporta il Bureau of labour statistics,l’unità del Dipartimento del lavoro americano che fornisce i dati statistici, sono aumentati di 4,8 milioni a giugno, dopo un aumento di 2,7 milioni a maggio. Il numero di giugno in particolare è stato superiore alle previsioni degli economisti.
I disoccupati, nello stesso periodo, sono diminuiti dai 23,1 milioni di aprile ai 21 milioni di maggio (-2,1 milioni rispetto ad aprile) e poi ai 17,7 milioni di giugno (-3,3 milioni rispetto a maggio).
Salvini è dunque impreciso sui numeri, che sono più alti di quanto dice. Parla poi di “posti di lavoro”, che però – come abbiamo spiegato in varie nostre analisi dedicate all’Italia – non si sovrappongono perfettamente a quello di “occupati”, visto che (anche negli Usa) sono compresi anche lavori intermittenti, temporanei o occasionali.
Se guardiamo ai permanent job losers (cioè a chi ha perso un posto di lavoro non di propria volontà, distinti da chi ad esempio ha semplicemente terminato un lavoro temporaneo), risulta che sia a maggio (-300 mila circa) sia a giugno (-600 mila circa) siano aumentati, seguendo il trend iniziato già a marzo e aprile.
Diamo ora un po’ di contesto ai dati positivi di maggio e giugno citati da Salvini.
Il crollo di aprile
La risalita del numero di occupati e il calo dei disoccupati nei mesi di maggio e giugno arriva dopo un crollo, a marzo e soprattutto aprile, di dimensioni drammatiche.
A febbraio, infatti, gli occupati “a libro paga” negli Usa erano* 152,5 milioni, in crescita pressoché costante da inizio 2010. A marzo sono calati a 151,1 milioni (-1,4 milioni rispetto a febbraio) e ad aprile a 130,3 milioni (-20,8 milioni rispetto a marzo).
Allo stesso modo i disoccupati, che erano 5,8 milioni a febbraio e in calo quasi costante da inizio 2010, a marzo sono risaliti a 7,1 milioni (+1,3 milioni) e ad aprile a 23,1 milioni (+16 milioni).
Insomma, il “rimbalzo” di maggio e giugno sottolineato da Salvini arriva dopo un crollo a marzo e soprattutto ad aprile di proporzioni ben maggiori (Grafico 1).
I dati citati sono imprecisi per difetto, ma bisogna aggiungere qualche informazione di contesto. Andiamo a vedere qual è allora la situazione.
I dati sull’occupazione negli Usa di maggio e giugno
Gli occupati “a libro paga” (payrolls, non sono quindi inclusii dipendenti delle no profit, domestici, gli autonomi e altre categorie) negli Stati Uniti, secondo quanto riporta il Bureau of labour statistics,l’unità del Dipartimento del lavoro americano che fornisce i dati statistici, sono aumentati di 4,8 milioni a giugno, dopo un aumento di 2,7 milioni a maggio. Il numero di giugno in particolare è stato superiore alle previsioni degli economisti.
I disoccupati, nello stesso periodo, sono diminuiti dai 23,1 milioni di aprile ai 21 milioni di maggio (-2,1 milioni rispetto ad aprile) e poi ai 17,7 milioni di giugno (-3,3 milioni rispetto a maggio).
Salvini è dunque impreciso sui numeri, che sono più alti di quanto dice. Parla poi di “posti di lavoro”, che però – come abbiamo spiegato in varie nostre analisi dedicate all’Italia – non si sovrappongono perfettamente a quello di “occupati”, visto che (anche negli Usa) sono compresi anche lavori intermittenti, temporanei o occasionali.
Se guardiamo ai permanent job losers (cioè a chi ha perso un posto di lavoro non di propria volontà, distinti da chi ad esempio ha semplicemente terminato un lavoro temporaneo), risulta che sia a maggio (-300 mila circa) sia a giugno (-600 mila circa) siano aumentati, seguendo il trend iniziato già a marzo e aprile.
Diamo ora un po’ di contesto ai dati positivi di maggio e giugno citati da Salvini.
Il crollo di aprile
La risalita del numero di occupati e il calo dei disoccupati nei mesi di maggio e giugno arriva dopo un crollo, a marzo e soprattutto aprile, di dimensioni drammatiche.
A febbraio, infatti, gli occupati “a libro paga” negli Usa erano* 152,5 milioni, in crescita pressoché costante da inizio 2010. A marzo sono calati a 151,1 milioni (-1,4 milioni rispetto a febbraio) e ad aprile a 130,3 milioni (-20,8 milioni rispetto a marzo).
Allo stesso modo i disoccupati, che erano 5,8 milioni a febbraio e in calo quasi costante da inizio 2010, a marzo sono risaliti a 7,1 milioni (+1,3 milioni) e ad aprile a 23,1 milioni (+16 milioni).
Insomma, il “rimbalzo” di maggio e giugno sottolineato da Salvini arriva dopo un crollo a marzo e soprattutto ad aprile di proporzioni ben maggiori (Grafico 1).