Il 9 maggio, in un’intervista con Il Corriere della Sera, il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Francesco Boccia (Partito democratico) ha criticato la decisione della Provincia autonoma di Bolzano di riaprire anticipatamente i negozi, rimasti chiusi per l’emergenza coronavirus.
«Gli ultimi dati dell’Inail dicono che 300 persone al giorno in Italia si contagiano sul posto di lavoro e dieci muoiono. E il lockdown si è allentato da una settimana soltanto», ha detto Boccia. «Se si parte senza regole e senza protocolli chi si assumerà la responsabilità di tutelare la salute dei lavoratori?».
Al di là del condivisibile invito alla prudenza, che cosa dicono davvero i dati dell’Inail? Abbiamo verificato e il ministro è impreciso.
I numeri dell’Inail
L’8 maggio – il giorno prima dell’intervista di Boccia al Corriere – l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (Inail) ha pubblicato un rapporto sulle denunce di contagio da coronavirus che gli sono arrivate tra la fine di febbraio e il 4 maggio 2020, il giorno di inizio della cosiddetta “Fase 2”.
In base al decreto “Cura Italia” (n. 18 del 17 marzo 2020, convertito in legge a fine aprile scorso), un medico che certifica un caso accertato di infezione di coronavirus «in occasione di lavoro» è infatti tenuto a inviare «il consueto certificato di infortunio» all’Inail, che assicura «la relativa tutela dell’infortunato» (art. 42).
Come spiega l’Istituto nel suo rapporto, i dati sulle denunce devono però essere letti con cautela.
Queste rilevazioni – seppure indicative – sono per il momento provvisorie e non sono confrontabili con i dati dell’Istituto superiore di sanità (Iss), dal momento che l’Inail si concentra solo sui suoi lavoratori assicurati. Restano così escluse categorie importantissime come medici di famiglia, medici liberi professionisti e farmacisti.
I dati dell’Inail insomma sottostimano i casi, dato che non includono alcune delle categorie più a rischio.
Che cosa dicono i dati dell’Inail sui contagi
Da fine febbraio – l’Inail non indica il giorno preciso – al 4 maggio 2020, all’Inail sono arrivate 37.352 denunce di contagio da nuovo coronavirus.
Il 34,2 per cento di queste è relativo alla Regione Lombardia, mentre il genere più colpito è quello femminile, con il 71,5 per cento dei casi (Grafico 1).
«Gli ultimi dati dell’Inail dicono che 300 persone al giorno in Italia si contagiano sul posto di lavoro e dieci muoiono. E il lockdown si è allentato da una settimana soltanto», ha detto Boccia. «Se si parte senza regole e senza protocolli chi si assumerà la responsabilità di tutelare la salute dei lavoratori?».
Al di là del condivisibile invito alla prudenza, che cosa dicono davvero i dati dell’Inail? Abbiamo verificato e il ministro è impreciso.
I numeri dell’Inail
L’8 maggio – il giorno prima dell’intervista di Boccia al Corriere – l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (Inail) ha pubblicato un rapporto sulle denunce di contagio da coronavirus che gli sono arrivate tra la fine di febbraio e il 4 maggio 2020, il giorno di inizio della cosiddetta “Fase 2”.
In base al decreto “Cura Italia” (n. 18 del 17 marzo 2020, convertito in legge a fine aprile scorso), un medico che certifica un caso accertato di infezione di coronavirus «in occasione di lavoro» è infatti tenuto a inviare «il consueto certificato di infortunio» all’Inail, che assicura «la relativa tutela dell’infortunato» (art. 42).
Come spiega l’Istituto nel suo rapporto, i dati sulle denunce devono però essere letti con cautela.
Queste rilevazioni – seppure indicative – sono per il momento provvisorie e non sono confrontabili con i dati dell’Istituto superiore di sanità (Iss), dal momento che l’Inail si concentra solo sui suoi lavoratori assicurati. Restano così escluse categorie importantissime come medici di famiglia, medici liberi professionisti e farmacisti.
I dati dell’Inail insomma sottostimano i casi, dato che non includono alcune delle categorie più a rischio.
Che cosa dicono i dati dell’Inail sui contagi
Da fine febbraio – l’Inail non indica il giorno preciso – al 4 maggio 2020, all’Inail sono arrivate 37.352 denunce di contagio da nuovo coronavirus.
Il 34,2 per cento di queste è relativo alla Regione Lombardia, mentre il genere più colpito è quello femminile, con il 71,5 per cento dei casi (Grafico 1).