Il 24 aprile il leader della Lega Matteo Salvini ha scritto su Twitter che «l’Emilia-Romagna ha il primato di decessi per Covid nelle Rsa (57,7 per cento)», ossia nelle residenze sanitarie assistenziali.

I dati gli danno ragione o no? Abbiamo verificato.

Come sono raccolti i dati dell’Iss

A partire dal 24 marzo 2020, l’Istituto superiore di sanità (Iss) ha avviato un’indagine specifica sul contagio da Covid-19 nelle residenze sanitarie assistenziali (Rsa). Fino ad oggi sono stati pubblicati tre rapporti, il più aggiornato dei quali risale al 14 aprile.

«L’obiettivo – spiega Epicentro, il portale di epidemiologia dell’Iss – è quello di monitorare la situazione e adottare eventuali strategie di rafforzamento dei programmi e dei principi fondamentali di prevenzione e controllo delle infezioni correlate all’assistenza».

Prima di tutto è necessario capire come sono stati raccolti i dati.

La fonte sono 3.420 Rsa presenti in Italia (su oltre 4.600), alle quali è stato inviato un questionario con 29 domande, che tra le altre cose chiedeva, per esempio, “Quanti residenti sono deceduti nella struttura dal 1° febbraio ad oggi?”; “Quanti tra i residenti deceduti nella struttura dal 1° febbraio ad oggi erano Covid-19 positivi?”; e “Complessivamente quanti tra i residenti deceduti nella struttura dal 1°febbraio ad oggi presentavano sintomi simil-influenzali, respiratori (per esempio febbre, tosse o dispnea) o polmonite (indipendentemente dall’esecuzione del test per Covid-19)?”.

Le domande sui deceduti che avevano sintomi simili a quelli causati dal nuovo coronavirus sembrano essere giustificate dal fatto che i dati ufficiali sui decessi da Covid-19 sono molto probabilmente sottostimati, come spiegano gli studi sull’eccesso di mortalità a livello nazionale.

In regioni come la Lombardia, poi, diverse inchieste giornalistiche hanno mostrato come a molti deceduti nelle Rsa non è stato fatto il tampone post mortem, anche se mostravano sintomi del tutto compatibili con quelli della Covid-19. In base a una delibera regionale dell’8 marzo, infatti, in Lombardia ad alcune Rsa era stato chiesto di ampliare la loro ricettività e di ospitare pazienti affetti da Covid-19. Sulla questione sta indagando anche la magistratura, che dovrà accertare se sono stati commessi reati anche molto gravi (le ipotesi di reato parlano anche di omicidio colposo).

Prima di vedere i numeri dell’Iss, è però necessario sottolineare un aspetto metodologico della ricerca, come hanno fatto anche gli autori del rapporto.

Le Rsa non sono obbligate a rispondere ai questionari: i dati ricevuti sono stati dunque raccolti su base volontaria. Di conseguenza, «in questa tipologia di studi esiste un bias di risposta e probabilmente le strutture in una situazione più critica non partecipano a queste iniziative».

Al 14 aprile, avevano risposto all’Iss 1.082 strutture pubbliche contattate, un numero pari al 33 per cento del totale, con differenze da regione a regione. Per esempio, il 46 per cento delle Rsa contattate in Emilia-Romagna (142 su 248) aveva risposto al questionario, contro il 39,3 per cento di quelle in Lombardia (266 su 677).

I numeri sui deceduti

In base ai dati più aggiornati dell’Iss, dal 1° febbraio alla data della compilazione del questionario (che può essere stato compilato tra il 24 marzo e il 14 aprile) le Rsa hanno comunicato in totale 6.773 decessi per ogni causa.

La percentuale di maggiori decessi sul totale è stata registrata in Lombardia (3.045 su 6.773, il 45 per cento), seguita da Veneto (1.093, il 16,1 per cento) e Piemonte (684, il 10,1 per cento). L’Emilia-Romagna si piazza al quarto posto (520, il 7,7 per cento).

Morti positivi alla Covid-19

Quanti di questi deceduti sono risultati essere positivi alla Covid-19?

Su 6.773 decessi totali comunicati, 364 sono risultati essere positivi al nuovo coronavirus. In valori assoluti, al 14 aprile la regione con più morti da Covid-19 registrate nelle Rsa era la Lombardia con 166 deceduti positivi (il 45,6 per cento sui 364 totali), seguita dai 58 dell’Emilia-Romagna (il 15,9 per cento, quasi un terzo dei dati lombardi) e dai 38 del Veneto (il 10,4 per cento).

Morti con sintomi simil-influenzali

La Rsa che hanno risposto all’Iss hanno poi registrato 2.360 decessi per sintomi simil-influenzali (per i quali non si può escludere la morte causata da Covid-19, se non sottoposti a tampone), circa il 35 per cento sui 6.773 totali per ogni causa.

Al 14 aprile la regione con più deceduti per sintomi simil-influenzali era la Lombardia con 1.459 decessi (il 61,8 per cento su 2.360), seguita dall’Emilia-Romagna con 242 (il 10,2 per cento, un sesto rispetto ai dati lombardi) e il Veneto con 188 (8 per cento).

Morti positivi alla Covid-19 + morti con sintomi simil-influenzali

Se si sommano i decessi positivi alla Covid-19 con quelli per sintomi simil-influenzali, si ottengono 2.724 morti totali, il 40,2 per cento sui 6.773 decessi per ogni causa nelle Rsa che hanno risposto a livello nazionale.

In questa categoria, 1.625 decessi sono stati registrati in Lombardia, il 53,4 per cento sui 3.045 morti totali per ogni causa nelle Rsa della regione; 300 in Emilia-Romagna, un numero oltre cinque volte più piccolo a quello lombardo e pari al 57,7 per cento sui 520 morti totali per ogni causa nelle Rsa della regione; e 226 in Veneto, il 20,7 per cento sui 1.093 morti totali per ogni causa nelle Rsa della regione.

Tra tutte le statistiche, dunque, Salvini seleziona la percentuale di morti positivi a Covid-19 e con sintomi simil-influenzali (non solo da Covid-19 accertata, come fa nella dichiarazione) rispetto al totale in Emilia-Romagna. Ma questo 57,7 per cento da un lato non è il «primato» – la provincia autonoma di Trento ha registrato un 78,8 per cento – e dall’altro fotografa solo un aspetto del problema.

Come abbiamo visto, la Lombardia ha dati più alti, in valore assoluto e in percentuale sul totale, anche per i soli morti positivi da Covid-19 e quelli con sintomi simil-influenzali.

Tasso di mortalità

In più c’è un’altra statistica che mostra come il confronto sia parziale.

Se si prende il dato sul tasso di mortalità, si scopre che in Lombardia 6,7 residenti nelle Rsa ogni 100 sono morti accertati da Covid-19 o con sintomi simil-influenzali, il secondo dato più alto dietro alla provincia di Trento (6,9). Nelle Rsa dell’Emilia-Romagna si sono registrati invece 4 decessi ogni 100 residenti per Covid-19 o sintomi simil-influenzali.

Ricordiamo che questi dati vanno presi con le pinze: sono stati raccolti su un terzo delle Rsa in Italia, con risposte a un questionario su base volontaria. Diverse inchieste giornalistiche hanno già mostrato come i dati sulle morti delle Rsa siano molto probabilmente sottostimati.

Inoltre, ripetiamo come hanno fatto gli autori del rapporto, che è molto probabile che «le strutture in una situazione più critica» non abbiano voluto partecipare a questa iniziativa dell’Iss.

In Lombardia per esempio mancano al 14 aprile i dati di 411 Rsa (sulle 677 contattate), mentre in Emilia-Romagna 134 sulle 248 contattate dall’Iss.

Il verdetto

Secondo Matteo Salvini, con una percentuale del 57,7 per cento «l’Emilia-Romagna ha il primato di decessi» per nuovo coronavirus nelle residenze sanitarie assistenziali.

Abbiamo verificato e questo numero, citato con imprecisione dal leader della Lega, fa riferimento ad alcuni dati raccolti dall’Istituto superiore di sanità, tramite un questionario, al quale al 14 aprile ha risposto circa un terzo delle Rsa contattate.

Secondo i dati dell’Iss ancora molto parziali (aggiornati al 14 aprile), in Emilia-Romagna il 57,7 per cento di tutti i deceduti nelle Rsa della regione, dal 1° febbraio alla data della compilazione del questionario (24 marzo-14 aprile), sono morti perché trovati positivi alla Covid-19 oppure per sintomi simil-influenzali (che non si possono escludere siano stati causati anch’essi dal nuovo coronavirus).

Il 57,7 per cento non è la percentuale più alta, superata dal 78,8 per cento della provincia di Trento, ma fotografa comunque solo un lato della questione.

In Lombardia, infatti, sono stati registrati fino al 14 aprile 364 decessi per Covid-19, contro i 58 dell’Emilia-Romagna, e 1.459 decessi per sintomi simil-influenzali, contro i 242 dell’Emilia-Romagna.

Il tasso di mortalità in Lombardia è poi più alto dell’Emilia-Romagna: 6,7 residenti deceduti positivi alla Covid-19 o con sintomi simil-influenzali ogni 100 residenti contro un rapporto di 4 ogni 100 residenti.

In conclusione, tenendo anche conto che sarà molto probabilmente impossibile stabilire con certezza quante persone sono morte per coronavirus in ogni Rsa italiana, Salvini si merita un “Pinocchio andante”.